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La pagina di un libro/17 - Milano Criminale

Creato il 23 settembre 2011 da Mapo
La pagina di un libro/17 - Milano Criminale430 pagine! Compresi nota dell'autore e indice, d'accordo, ma sempre 430 pagine! Milano Criminale, il libro di Paolo Roversi, giornalista e scrittore milanese (d'importazione, un po' come quasi tutti!), è un mattone. Sia da un punto di vista oggettivamente fisico, dato che appare delle dimensioni e peso ideale per costituire un pezzo di muro portante, per tenere ferma una porta quando c'è vento o delle carte su un tavolo davanti ad una finestra aperta, che da un punto di vista di agilità di lettura. Sarà che non mi piacciono i polizieschi, ma a tratti questa raccolta di imprese di famosi (o presunti tali) banditi milanesi degli anni che furono (che, peraltro, scopiazza il titolo da un bellissimo film sul genere di qualche anno fa firmato da Michele Placido), mi ha fatto ricordare di far parte di quella categoria di lettori che, una volta cominciato un libro, proprio non riescono a fare a meno di terminarlo.Fino all'ultima pagina quando, a volte, sono davvero sfiniti e i pensieri che ci passano ogni giorno per la testa di sostituiscono a qualche riga che si perde nella lettura frettolosa.Qualche passo buono, in verità, c'è, ma appaiono come ridenti isolette deserte perse in un oceano un po' monotono. Se non altro si parla di Milano, che non fa mai male! Ecco una di queste isole meneghine:
"Stanotte Milano è un'amante distratta ma comunque ammaliante. Calma e silenziosa, languida e seducente. Tremendamente viva. Pulsante, sotto il velo sottile di una nebbia leggera che ne sporca i contorni, con i caffè affollati, la gente che passeggia dopo il cinema, i ragazzi che escono di casa per baciarsi in pace o solo per rimanere insieme a parlare, gli studenti che animano le fermate degli autobus, contando gli spiccioli in fondo alle tasche per sapere se possono sedersi al chiuso per un paio d'ore e pagarsi da bere.Vista dai marciapiedi questa città sembra di un altro secolo. Una metropoli moderna fatta d'impiegati e d'operai, di drogherie e di ferramenta, mercerie, cartolerie, bar scuri e palazzi neri di fumo con le zaffate di periferia industriale che arrivano fin dentro la cerchia dei Navigli, quasi a voler preannunciare i cortei operai del sabato, dove le cime degli striscioni di fabbrica vanno a sfiorare i balconi delle case di ringhiera, o quelli infrasettimanali degli studenti che arriveranno a tingere di rosso le strade del centro. Un centro sempre pieno di turisti che fotografano le guglie del Duomo, passeggiano in Galleria e spendono allegramente alla Rinascente.Una città in cui c'è frenesia e dove tutti sono contagiati da un'irrefrenabile premura, anche quando pranzano. E non perchè il cibo sia cattivo, anzi. Si mangia bene nelle trattorie popolari - quelle toscane specialmente che sfamano gli impiegati milanesi - o nelle osterie pugliesi e piemontesi, oppure nelle latterie con quei tavolini minuscoli dove servono uova fritte, formaggio e vino nel fiasco. Le vie del centro sono piene di negozi e botteghe ma se ti allontani da lì tutto diventa indistinto; non si possono riconoscere i quartieri dove si lavora da quelli dove si dorme, l'uso promiscuo e abbastanza casuale degli spazi urbani riflette ancora le febbre disordinata della ricostruzione. Un occhio attento può intuire che se un fronte di case ottocentesche è interrotto da un edificio moderno è per otturare la carie di una bomba di guerra, ma ci badano in pochi. La gente ha fretta di produrre. Il boom economico li pressa e loro non si vogliono sottrarre all'impegno. Non stanotte però, dove tutto è calmo e tu vorresti allargare le braccia e stringere forte tutti gli abitanti. la donna in ciabatte che cerca il suo gatto nei giardini di Palestro, due metronotte che inseguono in bicicletta un ragazzo in corso Magenta, un ubriaco che zoppica intorno alle colonne di San Lorenzo, una coppia che si bacia sotto il leone di San Babila, due adolescenti che fanno l'amore in una soffitta di Ticinese frugandosi ansiosi i corpi per scaldare via l'inverno. Tutti li stringeresti, nessuno escluso, perchè è soprattutto la gente che rende grande e pulsante questa città.E' una notte, questa in cui ti viene voglia di amare e di piangere. Perfino la luna ha trovato un ritaglio di cielo dal quale affacciarsi per guardare giù.Stanotte la metropoli vibra di mille emozioni, leziosa e altera, popolare e caotica, viva e ammalliante; ignara del terribile giorno che l'attenderà l'indomani."
Paolo RoversiMilano CriminalePag. 294
PS. Scaldare via l'inverno, il buon Roversi, dovrà ammettere di averla copiata!
E prego qualche Dio dei viaggiatori che tu abbia due soldi in tasca da spendere stasera e qualcuno nel letto per scaldare via l'inverno e un angelo bianco seduto vicino alla finestra. (da Ninnananna, Modena City Ramblers)

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