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La pagina di un libro/57 - Venere privata

Creato il 04 gennaio 2014 da Mapo
Venere privata, di Giorgio Scerbanenko (con la K!) è un bel giallo, noir, ambientato in una Milano di qualche anno fa. Bello, fino alla fine. ma soprattutto dopo: la post-fazione è davvero eccezionale!
"Oltre lo zabaione, in sanatorio scoprì un'altra cosa. L'impossibilità dell'uomo di vivere separato dalle donne. Nel sanatorio vi era una sola donna, un'infermiera, che non credo potesse essere una eccezionale bellezza. Lì era la sirena, la circe di quasi trecento uomini, compresi gli agonizzanti. Si parlava sempre di lei, poi delle donne in genere punto. Si parlava sempre di donne, anche i gravi che dovevano fare la toracicoplastica o la frenicotomia. Tossivano, avevano paura di morire, bruciavano di febbre, erano intontiti dalle endovenose di calcio, ma parlavano di donne.La pagina di un libro/57 - Venere privataQualunque discorso si facesse, il più lontano dalle donne, con imprevedibili e stupefacenti salti di logica, si arrivava alle donne. Si cominciava al mattino presto, ancora prima della sveglia, e si finiva finché non si crollava dal sonno. Non importa come se ne parlasse, anche sotto i discorsi meno decenti, ciascuno, senza saperlo, senza volerlo, metteva una nota di acuta, feroce nostalgia per la donna.Non era soltanto desiderio, anzi non era per niente desiderio, anche se sembrava che fosse soltanto quello, era proprio la necessità spirituale, incoercibile, di vivere in un mondo normale dove vi fossero anche le donne.Il nostro mondo di soli uomini era anormale, era come mettere una pianta in un vaso pieno di cotone anziché di terra. Fuori di lì, naturalmente, ognuno avrebbe ricominciato a mentire. In mezzo alle donne, nell'ambiente normale, avrebbe parlato delle donne senza più fervore, con un certo distacco, un certo senso di superiorità. Alcuni anche con sprezzo.Ma io non posso più crederci, a questo distacco, a questo sprezzo, dopo aver visto qualche centinaio di uomini di ogni età, di ogni grado di intelligenza e temperamento, soffrire per il sorriso di una mediocre e forse scialba infermiera."
Giorgio ScerbanencoVenere Privata (post-fazione Io, Vladimir Scerbanenko)Pag. 235

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