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La parità di genere divide il Senato

Creato il 13 marzo 2014 da Libera E Forte @liberaeforte

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Non è un caso che anche questa mattina l’aula del Senato sia rimasta semideserta. La maggioranza infatti resta divisa, sulla legge, di iniziativa del Partito democratico, che introduce garanzie per la parità di genere alle europee. Non si possono cambiare le regole in corsa, protesta il Nuovo centrodestra, che ha già raccolto le firme per le candidature e messo a punto le liste per le prossime elezioni del 25 maggio.

Così la discussione generale in Aula langue in attesa che un accordo si trovi, con i democratici che intervengono parlando per 20 minuti ciascuno, “per fare ostruzionismo a se stessi”, dice Alessia Petraglia, di Sinistra ecologia e libertà, che individua un ‘convitato di pietra’, l’unico vero argomento di cui nessuno parla chiaramente, ma che di fatto tiene in ostaggio la discussione: lo sbarramento fissato al 4 per cento, che il Ncd vorrebbe emendare e Forza Italia no.

Molto severo, sull’atteggiamento del Pd, anche il giudizio del vice presidente di Palazzo Madama, il leghista Calderoli. Che accusa il partito guidato da Renzi di non volere in realtà l’equilibrio di genere, così come ha dimostrato anche alla Camera. “C’è puzza di misoginia e in più – dice Calderoli – il Pd cerca di dimostrare con la sua inerzia che il Senato non è in grado di fare niente e va soppresso. Due piccioni con una fava”.

MC


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