Ricetta classica
da "Romagna in cucina" ed. Gulliver libri.
E' la più romagnola della specialità romagnole. E' un pane senza lievito della più antica usanza, cotto nella lastra di sasso o nella teglia di terracotta messa sopra la fiamma viva (di fascine della potatura delle viti).
Impastate 500 gr. di farina con 300 gr. di grasso (strutto), sale, un pizzico di bicarbonato, tanta acqua tiepida quanta ci vuole per fare un impasto piuttosto duro. Stendetela in cerchi grossi circa 1/2 cm. e di diametro di 15 cm. Cuocete la piadina sopra il testo o la lastra, girandola spesso e forandola sopra con le punte di una forchetta. Si mangia
tagliata a metà e imbottita di formaggio morbido (squaquerone) o di fette rosolate di pancetta, o cavoli alla romagnola (c'è la ricetta). Le buone piadine fatte in casa devono sempre essere accompagnate da un bel po' di vino rosso (Sangiovese o Cagnina). *** La ricetta passo a passo di chocomolly:Dopo aver fatto una versione aggiungo la versione d.o.c. 100% tradizionale.Per 5-6 piadine servono:
500 gr di farina, 50 gr di strutto, 15 gr di sale grosso, 1 busta di lievito per piadine, latte q.b.
Per prima cosa mettiamo la piastra nel fornello più grende al minimo a scaldare.
Per prima cosa mettiamo la piastra nel fornello più grende al minimo a scaldare, poi rompiamo con il mattarello il sale grosso. Mescoliamo tutti gli ingredienti
Dobbiamo ottenere un panetto sodo ma morbido
Senza far riposare dividiamo in 5-6 palline (a me ne sono venute 6 da 140 gr l'una)
Poi tiratene una alla volta se no fa le bolle. Quando sta finendo di cuocere una, cominciate a tirare l'altra
Caratteristica soprattutto dell'Appennino tra Forlì, Cesena e Rimini, è tuttavia diffusa anche nel ravennate e nel resto della Romagna, fino a sconfinare nel Montefeltro, nella provincia di Pesaro Urbino e nella Repubblica di San Marino.
Non si presenta ovunque uniforme: la piadina forlivese, cesenate e ravennate è più spessa, mentre nel riminese (piada) tendono a stenderla molto sottile; quella pesarese, chiamata anche crescia o crostolo nell'entroterra, è sfogliata e saporita. La piadina, o piada, romagnola veniva cotta su una "teggia" di terracotta: testo*...ma oggi viene cotta su piastre di metallo oppure su lastre di pietra refrattaria oppure su una semplice padella antiaderente. La piadina, per dirla con Giovanni Pascoli, è «il pane, anzi il cibo nazionale dei Romagnoli». In realtà, lo era innanzitutto per i più poveri. Puo essere servita come:
- antipasto se condita con rucola e squacquerone e servita a spicchi.
- sostituto del pane per grigliate di carne o pesce.
- piatto unico se farcita con salumi o formaggi.
Dato che si presta per vari utilizzi, i vini da abbinare possono essere sia bianchi che rossi.
- Come antipasto,
servita a spicchi e condita con formaggi freschi ed una foglia di rucola, si abbina bene con un vino bianco come l' Albana o il Trebbiano di Romagna, oppure un vino spumante: Prosecco. - Come sostituto del pane,
allora è la preparazione principale a dettare l’abbinamento. Nel caso di una grigliata di carne, un classico rosso fermo è l'ideale e, per non tradire le origini romagnole, si potrebbe optare per un Sangiovese di Romagna. - Come piatto unico, l’abbinamento con il vino dipende dalla farcitura. Data la secchezza della piadina e delle farciture classiche (salumi e formaggi freschi o mediamente stagionati), un vino bianco fermo è ottimo, sempre per restare in Romagna, il Pagadebit (chiamato così perchè il contadino, anche nelle annate peggiori, produceva comunque del vino utilizzabile per pagare i debiti contratti nell'annata precedente. Per questo motivo un altro nomignolo dato al vitigno è "Straccia Cambiale".
In Romagna Piadiina e crescioni sono venduti freschi e realizzati al momento, in appositi chioschi anche detti piadinerie diffusissimi nella riviera. I chioschi della piadina sono colorati a bande verticali e i colori sono diversificati per località romagnole.
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- Il crescione romagnolo
- Piadina con salsiccia e cipolle
Ricetta classica
da "Romagna in cucina" ed. Gulliver libri.
E' la più romagnola della specialità romagnole. E' un pane senza lievito della più antica usanza, cotto nella lastra di sasso o nella teglia di terracotta messa sopra la fiamma viva (di fascine della potatura delle viti).
Impastate 500 gr. di farina con 300 gr. di grasso (strutto), sale, un pizzico di bicarbonato, tanta acqua tiepida quanta ci vuole per fare un impasto piuttosto duro. Stendetela in cerchi grossi circa 1/2 cm. e di diametro di 15 cm. Cuocete la piadina sopra il testo o la lastra, girandola spesso e forandola sopra con le punte di una forchetta. Si mangia
tagliata a metà e imbottita di formaggio morbido (squaquerone) o di fette rosolate di pancetta, o cavoli alla romagnola (c'è la ricetta). Le buone piadine fatte in casa devono sempre essere accompagnate da un bel po' di vino rosso (Sangiovese o Cagnina). *** La ricetta passo a passo di chocomolly:Dopo aver fatto una versione aggiungo la versione d.o.c. 100% tradizionale.Per 5-6 piadine servono:
500 gr di farina, 50 gr di strutto, 15 gr di sale grosso, 1 busta di lievito per piadine, latte q.b.
Per prima cosa mettiamo la piastra nel fornello più grende al minimo a scaldare.
Per prima cosa mettiamo la piastra nel fornello più grende al minimo a scaldare, poi rompiamo con il mattarello il sale grosso. Mescoliamo tutti gli ingredienti
Dobbiamo ottenere un panetto sodo ma morbido
Senza far riposare dividiamo in 5-6 palline (a me ne sono venute 6 da 140 gr l'una)
Poi tiratene una alla volta se no fa le bolle. Quando sta finendo di cuocere una, cominciate a tirare l'altra e cuocete al minimo girando spesso, nell'apposito TESTO¹ o in una padella antiaderente Se le volete congelare fate in modo di cuocerle del tutto prima da un lato e girarle solo una volta (non chiedetemi perchè) ma questo è ciò che mi hanno insegnato! ***
Caratteristica soprattutto dell'Appennino tra Forlì, Cesena e Rimini, è tuttavia diffusa anche nel ravennate e nel resto della Romagna, fino a sconfinare nel Montefeltro, nella provincia di Pesaro Urbino e nella Repubblica di San Marino.
Non si presenta ovunque uniforme: la piadina forlivese, cesenate e ravennate è più spessa, mentre nel riminese (piada) tendono a stenderla molto sottile; quella pesarese, chiamata anche crescia o crostolo nell'entroterra, è sfogliata e saporita. La piadina, o piada, romagnola veniva cotta su una "teggia" di terracotta: testo*...ma oggi viene cotta su piastre di metallo oppure su lastre di pietra refrattaria oppure su una semplice padella antiaderente. La piadina, per dirla con Giovanni Pascoli, è «il pane, anzi il cibo nazionale dei Romagnoli». In realtà, lo era innanzitutto per i più poveri. Puo essere servita come:
- antipasto se condita con rucola e squacquerone e servita a spicchi.
- sostituto del pane per grigliate di carne o pesce.
- piatto unico se farcita con salumi o formaggi.
Dato che si presta per vari utilizzi, i vini da abbinare possono essere sia bianchi che rossi.
- Come antipasto,
servita a spicchi e condita con formaggi freschi ed una foglia di rucola, si abbina bene con un vino bianco come l' Albana o il Trebbiano di Romagna, oppure un vino spumante: Prosecco. - Come sostituto del pane,
allora è la preparazione principale a dettare l’abbinamento. Nel caso di una grigliata di carne, un classico rosso fermo è l'ideale e, per non tradire le origini romagnole, si potrebbe optare per un Sangiovese di Romagna. - Come piatto unico, l’abbinamento con il vino dipende dalla farcitura. Data la secchezza della piadina e delle farciture classiche (salumi e formaggi freschi o mediamente stagionati), un vino bianco fermo è ottimo, sempre per restare in Romagna, il Pagadebit (chiamato così perchè il contadino, anche nelle annate peggiori, produceva comunque del vino utilizzabile per pagare i debiti contratti nell'annata precedente. Per questo motivo un altro nomignolo dato al vitigno è "Straccia Cambiale".
In Romagna Piadiina e crescioni sono venduti freschi e realizzati al momento, in appositi chioschi anche detti piadinerie diffusissimi nella riviera. I chioschi della piadina sono colorati a bande verticali e i colori sono diversificati per località romagnole.
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