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La pianificazione territoriale in epoca nuragica

Creato il 17 settembre 2010 da Zfrantziscu
di Giorgio Valdès
Mauro Peppino Zedda, nel suo bel libro “Archeologia del paesaggio nuragico”, espone una serie di fondamentali concetti in materia di archeoastronomia, rilevando tra l’altro, in maniera  puntuale e rigorosa, l’orientamento degli ingressi delle torri nuragiche e l’allineamento solstiziale ed equinoziale delle torri periferiche di diversi nuraghi complessi.
Nello stesso volume si richiamano anche gli studi di Mauro Maxia, riferiti alle “relazioni geometriche e ambientali” e agli allineamenti di alcuni nuraghi dell’Anglona.
La mia indagine ha invece avuto un indirizzo meno settoriale ed ha riguardato l’intero territorio della Sardegna che, come noto, ha una superficie di 24.090 kmq.
A seguito di tale verifica - effettuata su tutti i fogli della Carta Topografica d’Italia IGM (serie 25, scala 1/25.000)- ho potuto appurare come, in linea generale, tutti i nuraghi della Sardegna siano allineati quantomeno a gruppi di tre.
Si tratta di un principio che presenta solo qualche sporadica eccezione, che chiarirò meglio in seguito.
Per essere più esplicito: si può sempre individuare un’ipotetica linea retta, che partendo da un qualsiasi nuraghe ne tocchi almeno altri due.
I nuraghi indicati nella cartografia IGM sono complessivamente 3.122 (salvo ne sia sfuggito qualcuno), con una densità media, rapportata all’intero territorio della Sardegna, di circa 1 nuraghe ogni 7,7  km. quadrati.
La densità maggiore si registra nel foglio IGM di Paulilàtino, in venti fogli è presente un solo nuraghe, mentre in altri trentasette non si rileva alcun nuraghe.
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