La pila:
Ancora una trilogia, un percorso in tre tappe per dare un’ occhiata al mondo dell’elettrochimica partendo dallo strumento che ne ha decretato la nascita: la pila.
Questo itinerario però può essere letto anche da un’ angolazione diversa e suggerire un altro tipo di riflessione.
Nel pensiero comune la creatività è prerogativa dell’arte, della letteratura; spesso è sinonimo di estemporaneità, di sacro furore innato, che non ha bisogno di null’altro per esprimersi.
Credo invece che la creatività sia il risultato di un sapere profondo. Oggetti semplici e rivoluzionari come la pila sono il risultato creativo di un genio che ha scavato, manipolato la materia fino ad arrivare ad assorbine un po’ di magia.
Questo vale per tutti gli altri scienziati ricordati in queste righe e cito in particolare Pedeferri , che è riuscito a scoprire i segreti più profondi della materia inanimata e a tradurre le “sensazioni” di un metallo in colore e forma creando autentiche opere d’arte.
Non importa quale sia la disciplina, la regola vale per tutte:
solo dalla conoscenza profonda, può scaturire quel meraviglioso lampo, l’idea innovativa che caratterizza il genio e regala l’immortalità.