LA POETESSA RITA CIPRELLI E LA SINISTRA
Pubblico, con immenso piacere, il pensiero della poetessa Rita Ciprelli che Paolo Dell’Elce ha avuto la cortesia di farci conoscere:
Intorno al 1990 la poetessa RITA CIPRELLI, morta nel 1997 scriveva queste parole:
“La sinistra è il sentimento del piccolo paese povero della nostra infanzia.
È il dialetto dei vecchi, della mamma, le favole e i racconti.
È il latte bevuto vicino al caminetto, la neve sui tetti la mattina di Natale, il presepe.
Le comari a cucire sulla porta di casa.
La necessità.
La povera amministrazione di quei pochi soldi al mese, le raccomandazioni della mamma e del padre di non fare sprechi, i sacrifici fatti per studiare fuori casa.
L’amore vivo per le zolle di terra al tempo della semina, la curiosità di noi bambini per i muratori che costruivano una casa, per l’armeggiare del meccanico sotto un’automobile, la schedina al sabato e l’emigrante che tornava a casa per qualche volta, d’estate.
È anche l’intellettualità più sottile d’Europa, il pensiero più giusto.
È quando studiavamo all’università.
È il sessantotto a Parigi e nei campus dell’America, sono i racconti di Hemingway e di Steinbeck e prima ancora di Salgari.
Il gusto semiologico della lingua, il senso delle cose, la simpatia per i poveri.
È un modo di essere, sono tutti i nostri ricordi.
Come si fa a lasciarla, anche se i suoi politici ci hanno derubato, ci hanno tutti misconosciuti, imbrogliati, definiti intellettuali del cazzo? Loro con la nostra sinistra non c’entrano niente.
La sinistra c’è, ma è quella nostra, la sinistra del cuore”.
(Commento di Paolo Dell’Elce agosto 18, 2010, al mio post intitolato: Per me la sinistra è…non avere paura, vedi qui)