"È assolutamente legittimo che per fare carriera ognuno di noi utilizzi quel che ha, l'intelligenza o la bellezza che siano. È invece sbagliato pensare che chi è dotato di un bel corpo sia necessariamente un cretino. Oggi la politica ha anche una dimensione pubblica. Ci si presenta anche fisicamente agli elettori. Dire il contrario è stupido moralismo." Giorgio Stracquadanio, 51 anni, deputato PDL, editorialista di Libero e Il Tempo.
"Non escludo che senatrici o deputate siano state elette dopo essersi prostituite (...)E' chiaro che, essendo nominati se non si punta sulla scelta meritocratica, la donna spesso è costretta, per avere una determinata posizione in lista, anche a prostituirsi o comunque ad assecondare quelle che sono le volontà del padrone di turno." Angela Napoli, 65 anni, esponente di Futuro e Libertà per l'Italia, membro della commissione Antimafia.
Due prese di posizione simili, quelle di Stracquadanio e della Napoli, nonostante la distanza che c'è tra loro. Avvezzo al gusto della provocazione il primo, che annovera, tra le altre, frasi come "Noi siamo a favore delle leggi ad personam. Sono serissimo. Non servono a difendere il cittadino Berlusconi, ma il suo ruolo politico, scelto dagli elettori." e, parlando dell'Aquila, "quella era una città che stava morendo, indipendentemente dal terremoto ed il terremoto ne ha certificato la morte civile", impegnata nella lotta alla criminalità organizzata la seconda (ricordiamo che da diversi anni Angela Napoli vive sotto scorta).
Cosa li ha spinti, dunque, a produrre ragionamenti tanto simili? L'incalzante domanda di Klaus Davi, certo, che li ha avuti ospiti a Klauscondicio, ma non solo.
Negli ultimi tempi la politica italiana è stata segnata da continui scandali e scandalucci nati da interessi privati, spesso a sfondo sessuale.
Marrazzo che frequentava transessuali, Bertolaso che pare avesse un debole per le massaggiatrici, Fini e la saga dei Tulliani, il premier e le ragazze di Villa Certosa sono solo alcuni esempi.
Gli impegni mantenuti o mancati del programma di governo passano in secondo piano - sempre - rispetto al voyeurismo da buco della serratura.
La vita privata è privata, sostengono in molti, e non va giudicata. Posizione condivisibile solo in parte. Se non fosse che l'amor proprio è a carico del contribuente.
Possibile che la politica italiana sia arrivata alla deriva del morboso gioco del sesso?
Una donna per far carriera deve necessariamente alzare la gonna? E' naturale chiederselo alla luce delle dichiarazioni di chi ci rappresenta in parlamento.
In un paese dove maggioranza e opposizione litigano su tutto, perdendosi in lotte intestine, tutti si sono affrettati a prendere le distanze da Stracquadanio e Napoli. Una coesione insolita, e perciò, sospetta. Fosse vero, forse, che un fondo di verità esiste nelle parole dei due? Perchè tanto bisogno di screditare, negando con fermezza e condannando senza appello?
Il problema - oggi - non è soltanto la presunta prostituzione femminile (che, ricordiamo, è reato) in cambio di uno scranno in parlamento. La gravità della questione sta nel messaggio che questa comporta. In una società rivolta alla cura estrema dell'apparenza, nulla contano passione e ideali? Forse no. Se per essere canditati basta elargire favori sessuali, che senso ha svenarsi in campagne elettorali, convincersi di un'idea e difenderla a spada tratta, per il bene comune?
Non bisogna certo generalizzare, sarebbe quanto meno scorretto. Tantissime persone - mi auguro la maggioranza - che rivestono ruoli istituzionali, lo fanno con onestà morale e impegno civile. Ma di queste persone (uomini e donne, indistintamente) nessuno parla mai. La buona notizia, si sa, non fa notizia.
La condanna contro chi utilizza il proprio corpo per fare avanzamenti di carriera dovrebbe essere netta, in ogni settore professionale. Ad ambo le parti, s'intende. Colpevole è chi offre, altrettanto colpevole è chi coglie.
E' svilente leggere tutti i giorni di favori sessuali, intercettazioni telefoniche, case acquistate per cifre risibili e scambi di poltrone.
Il popolo italiano è stanco di tutto questo. Il capofamiglia che stenta ad arrivare a fine mese non s'interessa delle gonnelle al vento, ma delle tasse che non scendono, del mutuo da pagare, delle bollette in costante aumento.
Gli uomini volti al bene comune, che fine hanno fatto? E le donne che, battagliere, volevano le quote rosa in ogni settore, perchè non si ribellano a gran voce, ora?
Facile dirsi, da fuori. Difficile cambiare, dal di dentro.
E quelli che lo fanno, che nuotano contro corrente, spesso annegano.
La prostituzione femminile si combatte partendo dall'educazione, insegnando alle ragazze che mai il corpo va utilizzato come compensazione alla testa. La bellezza non è un mezzo per arrivare, ma solo un valore aggiunto a determinazione, coraggio, umiltà e dedizione. Senza queste caratteristiche, la bellezza è solo un foglio di carta, che una volta strappato non ha più voce. L'esempio di chi siede in parlamento è fondamentale. E' ora di cambiare, perchè l'equazione politica=sesso non abbia più motivo di esistere. Fintanto che la morale della scalata facile, passando dal letto, persiste, il nostro è, e resterà, un paese perdente.
Barbara Greggio
Magazine Pari Opportunità
"È assolutamente legittimo che per fare carriera ognuno di noi utilizzi quel che ha, l'intelligenza o la bellezza che siano. È invece sbagliato pensare che chi è dotato di un bel corpo sia necessariamente un cretino. Oggi la politica ha anche una dimensione pubblica. Ci si presenta anche fisicamente agli elettori. Dire il contrario è stupido moralismo." Giorgio Stracquadanio, 51 anni, deputato PDL, editorialista di Libero e Il Tempo.
"Non escludo che senatrici o deputate siano state elette dopo essersi prostituite (...)E' chiaro che, essendo nominati se non si punta sulla scelta meritocratica, la donna spesso è costretta, per avere una determinata posizione in lista, anche a prostituirsi o comunque ad assecondare quelle che sono le volontà del padrone di turno." Angela Napoli, 65 anni, esponente di Futuro e Libertà per l'Italia, membro della commissione Antimafia.
Due prese di posizione simili, quelle di Stracquadanio e della Napoli, nonostante la distanza che c'è tra loro. Avvezzo al gusto della provocazione il primo, che annovera, tra le altre, frasi come "Noi siamo a favore delle leggi ad personam. Sono serissimo. Non servono a difendere il cittadino Berlusconi, ma il suo ruolo politico, scelto dagli elettori." e, parlando dell'Aquila, "quella era una città che stava morendo, indipendentemente dal terremoto ed il terremoto ne ha certificato la morte civile", impegnata nella lotta alla criminalità organizzata la seconda (ricordiamo che da diversi anni Angela Napoli vive sotto scorta).
Cosa li ha spinti, dunque, a produrre ragionamenti tanto simili? L'incalzante domanda di Klaus Davi, certo, che li ha avuti ospiti a Klauscondicio, ma non solo.
Negli ultimi tempi la politica italiana è stata segnata da continui scandali e scandalucci nati da interessi privati, spesso a sfondo sessuale.
Marrazzo che frequentava transessuali, Bertolaso che pare avesse un debole per le massaggiatrici, Fini e la saga dei Tulliani, il premier e le ragazze di Villa Certosa sono solo alcuni esempi.
Gli impegni mantenuti o mancati del programma di governo passano in secondo piano - sempre - rispetto al voyeurismo da buco della serratura.
La vita privata è privata, sostengono in molti, e non va giudicata. Posizione condivisibile solo in parte. Se non fosse che l'amor proprio è a carico del contribuente.
Possibile che la politica italiana sia arrivata alla deriva del morboso gioco del sesso?
Una donna per far carriera deve necessariamente alzare la gonna? E' naturale chiederselo alla luce delle dichiarazioni di chi ci rappresenta in parlamento.
In un paese dove maggioranza e opposizione litigano su tutto, perdendosi in lotte intestine, tutti si sono affrettati a prendere le distanze da Stracquadanio e Napoli. Una coesione insolita, e perciò, sospetta. Fosse vero, forse, che un fondo di verità esiste nelle parole dei due? Perchè tanto bisogno di screditare, negando con fermezza e condannando senza appello?
Il problema - oggi - non è soltanto la presunta prostituzione femminile (che, ricordiamo, è reato) in cambio di uno scranno in parlamento. La gravità della questione sta nel messaggio che questa comporta. In una società rivolta alla cura estrema dell'apparenza, nulla contano passione e ideali? Forse no. Se per essere canditati basta elargire favori sessuali, che senso ha svenarsi in campagne elettorali, convincersi di un'idea e difenderla a spada tratta, per il bene comune?
Non bisogna certo generalizzare, sarebbe quanto meno scorretto. Tantissime persone - mi auguro la maggioranza - che rivestono ruoli istituzionali, lo fanno con onestà morale e impegno civile. Ma di queste persone (uomini e donne, indistintamente) nessuno parla mai. La buona notizia, si sa, non fa notizia.
La condanna contro chi utilizza il proprio corpo per fare avanzamenti di carriera dovrebbe essere netta, in ogni settore professionale. Ad ambo le parti, s'intende. Colpevole è chi offre, altrettanto colpevole è chi coglie.
E' svilente leggere tutti i giorni di favori sessuali, intercettazioni telefoniche, case acquistate per cifre risibili e scambi di poltrone.
Il popolo italiano è stanco di tutto questo. Il capofamiglia che stenta ad arrivare a fine mese non s'interessa delle gonnelle al vento, ma delle tasse che non scendono, del mutuo da pagare, delle bollette in costante aumento.
Gli uomini volti al bene comune, che fine hanno fatto? E le donne che, battagliere, volevano le quote rosa in ogni settore, perchè non si ribellano a gran voce, ora?
Facile dirsi, da fuori. Difficile cambiare, dal di dentro.
E quelli che lo fanno, che nuotano contro corrente, spesso annegano.
La prostituzione femminile si combatte partendo dall'educazione, insegnando alle ragazze che mai il corpo va utilizzato come compensazione alla testa. La bellezza non è un mezzo per arrivare, ma solo un valore aggiunto a determinazione, coraggio, umiltà e dedizione. Senza queste caratteristiche, la bellezza è solo un foglio di carta, che una volta strappato non ha più voce. L'esempio di chi siede in parlamento è fondamentale. E' ora di cambiare, perchè l'equazione politica=sesso non abbia più motivo di esistere. Fintanto che la morale della scalata facile, passando dal letto, persiste, il nostro è, e resterà, un paese perdente.
Barbara Greggio
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