La politica punta ancora sulle case per fare cassa!

Creato il 27 agosto 2012 da Freeskipper
Peccato che spread e pil non vadano mai in ferie, neanche a ferragosto! E se l'anno scorso gli italiani sotto l’ombrellone dibattevano dell’allora governo Berlusconi che lentamente sprofondava nel suo immobilismo, questa estate viviamo sulla nostra pelle, più del sole che ci brucia maleddettamente, alla crisi dell'euro e all'inizio della campagna elettorale, di fatto, con la grande incognita sul futuro del Prof. Mario Monti e del suo consiglio di… facoltà! La politica ha bisogno di soldi per saziare i suoi cresciuti appetiti. E per ridurre il debito pubblico guarda, ancora una volta, alle case degli italiani! Il tema è noto: il debito pubblico del nostro paese ci espone a dei rischi maggiori di quanto la nostra economia e la ricchezza delle famiglie si meriterebbero. Nelle ultime settimane si sono moltiplicate le proposte per attaccare in modo rapido e massiccio l'importo di questo fardello e poter così tirare un sospiro di sollievo sui titoli di Stato. Un’Italia con meno debito, certamente, sarebbe più competitiva e potrebbe persino, nel medio periodo, fare la tanto attesa riforma fiscale per abbassare le tasse, oggi sproporzionate, e alzare di qualche centesimo salari e pensioni, oggi ai limiti della questua di Stato. Ecco, comunque, le “voci” che circolano per l'abbattimento del debito:
1. Vendita dei beni pubblici. E’ quanto annunciato dal ministro dell'Economia, che prevede un piano quinquennale per portare il rapporto debito/pil sotto il 100%.
2. Fondo pubblico che emette titoli. Lo ha proposto la Consob: sarebbe di proprietà del tesoro e sfrutterebbe gli asset migliori del paese.
3. Obbligazioni sul patrimonio pubblico. Anziché vendere tutto il patrimonio in blocco, due professori, Savona e Rinaldi, propongono di emettere delle obbligazioni tramite una newco.
4. Un prestito chiesto ai cittadini. Viene dalla Ragioneria dello Stato e avrebbe il vantaggio di fare un taglio veloce e lo svantaggio di far scoppiare sicuramente delle rivolte. Si tratta infatti di una richiesta ai cittadini possessori di immobili di un prestito, volontario e forzoso, del 10% sul loro valore.
5. Obbligazioni su diritti, concessioni e immobili dello Stato. E’ l'idea di Alfano, che calcola un'operazione da 400 miliardi di euro. A suo dire consentirebbe anche di eliminare l'imu prima casa.
6. Patrimoniale una tantum. La prima proposta è dell'economista Sarcinelli e sostenuta da Amato. i due pensano ad una mazzata unica da 300 o 500 miliardi da riscuotere subito e non da diluire nel tempo.
7. Patrimoniale ordinaria. E’ la proposta del Pd, che ritiene giusto introdurla sui grandi redditi, in modo progressivo e strutturale. I valori immobiliari, per esempio, sarebbero toccati in questo modo: 0,5% di tributo per i valori compresi tra 1,2 e 1,7 milioni di euro, 0,8% per importi superiori.

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