Dalle dichiarazioni “incendiarie” che quotidianamente vengono rilasciate dal piccolo-P., dai Ministri, e dal quel codazzo di giannizzeri che girano intorno al Presidente del Consiglio per esclusivo interesse personale, pronti a tutto pur di avere in cambio una fetta di potere e di ricchezza.
Ed il piccolo-P. non disdegna, adora sentirsi circondato di una tal sostanza di esseri umani, ai quali ricambia la fedeltà con un pezzo di “cosa pubblica” (ministri, sottosegretari, presidenze, ecc..), ce n’è per tutti basta essergli fedeli!
E la Lega – che ha capito come funziona il giochino – la sta facendo da padrona, minaccia la rottura, ma il giorno dopo ottenuta la contropartita di sorta ritira la dichiarazione del giorno precedente, votando con fedeltà prezzolata i provvedimenti ad-personam, ad uso e consumo del piccolo-P., della sua famiglia e delle sua aziende.
Mi domando come gli elettori della Lega, alla luce della sua storia e delle sue battaglie politiche – condivisibili o meno che fossero – possano continuare ad accettare un tale status quo!
Questa situazione non potrà durare in eterno, sono fiducioso anche se preoccupato, chi ha letto qualche frammento di storia, anche quella più recente dei giorni nostri, sa già come questo sgradevole film andrà a finire, e sente il rumore dei passi sempre più nitidi di una gogna pubblica che incombe.
In ogni caso oltre agli affari interni, di recente siamo costretti a confrontarci con i nostri vicini geografici, ma sopratutti con i nostri “consorziati” europei, per benl altro, non possiamo permetterci né di agire da soli né tantomeno saremmo in grado di poterlo fare.
Le risatine della Merkel e di Sarkozy di qualche giorno fa’ la dicono lunga sulla credibilità, non del nostro Paese, ma del nostro Governo ad immagine e somiglianza del nostro piccolo-P., che dovunque nel mondo ormai conoscono, non per meriti ma per le sue gesta che non fanno onore né a lui né al Paese che rappresenta.
Le intercettazioni telefoniche trapelate nelle scorse settimane, nelle quali Silvio offendeva la Merkel (culona inchiav…) e successivamente parlava con la sua tipica “eleganza” della gravidanza della premiere dame francese, devono aver dato molto fastidio ai diretti interessati (a chi non l’avrebbero dato?) al punto che le risatine suonavano proprio come uno sfottò per un personaggio che ormai, semmai ne abbia mai goduto, non riscontra alcuna credibilità presso le autorità politiche europee.
Bisognerebbe ricordare a questo signore – lo dico al suo codazzo di pretendenti – che le sorti dell’Italia dipendono anche da quanta credibilità ci assegnano i nostri partners europei, che abbiamo bisogno anche del loro aiuto e dei loro soldi per uscire dalla crisi, e che l’immagine del nostro Paese su questa strada non migliorerà di una virgola anche se si fanno le riforme più dure possibile per ridurre il debito.
In barba all’interesse nazionale, la politica e la filosofia del nostro piccolo-P. sembra piuttosto essere un’altra: “dopo di me il diluvio!”.
nanni
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