Magazine Politica

La povertà e il lusso

Creato il 23 febbraio 2012 da Massimoconsorti @massimoconsorti

La povertà è una discriminante, la ricchezza un valore, il lusso un vanto. L’Italia smagliante della ministra della Giustizia.Comunque sia, la discriminante fra ricchezza e povertà, secondo qualcuno, è un bene di lusso che non deve fare la differenza, visto che “essere ricchi non è una colpa”, come se essere poveri invece... . I ricchi non sono uguali ai poveri meno che nella musica dove cantano tutti insieme. Il costo di un litro di benzina non è uguale per un ricco e per un povero, il pane non costa alla stessa maniera, il latte neppure e manco la Nutella, per non parlare del Viagra che per un ricco sono dieci minuti di lavoro mentre per un anziano (ancora in tiro) un mese di pensione. In Inghilterra il Viagra lo da gratis la mutua, anche se la fornitura mensile a causa della crisi è passata da 8 pillole a quattro che ha fatto risparmiare anche sulle spese per i ricoveri e le cure da... infarto. In Italia o sei ricco o non puoi fare politica. Se la fai da poveraccio prima o poi ti ritrovi invischiato in qualche storia di corruzione o, quanto meno, di sostanziosi regalie natalizie. Se proprio la situazione ti attizza in modo particolare rubi i soldi dalle casse del partito ché tanto non se ne accorge nessuno. I ministri del governo Monti sono ricchi, anzi ricchissimi. Ha destato scalpore il reddito del Ministro della Giustizia Paola Severino che guadagna la sciocchezza di sei milioni di euro l’anno. “Con le tasse che pago io – ha dichiarato il ministro – ci si potrebbe costruire un ospedale”. Peccato che nella sua cartella dei redditi abbia “dimenticato” una villa da 10 milioni di euro intestata a una sua società, altrimenti all’ospedale di cui sopra sarebbe stato possibile fornire anche un modernissimo impianto per la tac. Tutti erano curiosi di vedere il reddito di CorradoPassera (un rispettabilissimo 3 milioni e mezzo di euro), e invece è venuto fuori che il più ricco di tutti, anzi la più ricca, è il ministro della Giustizia. La ricchezza non deve essere una discriminante né una colpa però fa girare le palle in maniera vorticosa, proprio come l’elicottero della ProtezioneCivile in uso a Renata Polverini. La ex sindacalista infatti, risparmiando di qua e braccino corto di là, è riuscita a mettere da parte un altro po’ di soldi e si è regalata l’ennesimo appartamento genere lusso a Roma, dando la stura a una ridda di voci che la vogliono un’accanita collezionista di immobili. La povertà è una discriminante anche per la presidente di Confindustria che, in un colpo solo, ha messo nello stesso calderone i furbi, gli assenteisti, gli scansafatiche, i disturbatori della pausa pranzo, i finti malati e gli schizofrenici immaginari e quindi, categorie notoriamente non ricche, per accusare i sindacati di proteggere i ladri. Trovando strano che secondo la Marcegaglia l’evasione fiscale non sia un furto (le sue imprese patteggiano con il fisco da anni), ci fa specie che per assicurarsi il diritto di licenziare senza giusta causa si sia lasciata andare all’offesa gratuita di decine di migliaia di lavoratori rispolverando tutto il campionario della dietrologia confindustriale di GuidoCarli e Furio Cicogna. Ma si sa, gli operai sono scimmie da catena di montaggio o da altoforno e se non vanno a lavorare con la febbre a 40 sono degli assenteisti irrecuperabili: il modello degli industriali è Aleksej Grigor’evič Stachanov, obbedir tacendo facendosi un culo della madonna, senza un copeco di straordinario. E i ricchi comandano, fanno lobby, come si dice e vincono le loro rivendicazioni come i farmacisti o mantenendo i loro “cartelli” come per il gas. È facile tassare un reddito fisso, intaccare quelli dei potenti no, e non basta un blitz spettacolare della Guardia di Finanza. La povertà, quindi, è l’unica discriminante sociale possibile perché la ricchezza, che non è una colpa, resta un valore assoluto. Se un pacifico anarchico alla fine decide di tingersi un po’ di rosso non possiamo addossargli responsabilità né accusarlo di incoerenza. Certe volte la vita è un incubo e tutti coloro che hanno a che fare con Equitalia lo sanno benissimo.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :