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La pratica di seminare le palline di argilla

Creato il 18 agosto 2011 da Rossellagrenci
18 agosto 2011 admin Piante, Sapienza antica, Società 44 Ascolta con webReader

In un’intervista del 2008 a Panos Manikis, allievo di Fukuoka, spiega la pratica di «seminare» le palline d’argilla (bombe di semi).
“Anche i bambini possono contribuire alla creazione di un piccolo paradiso giocando con queste biglie di argilla, al cui interno sono inseriti semi di ortaggi, alberi da frutta, specie forestali, cereali e piante da sovescio che arricchiscono il terreno e creano fertilità. Una parte di questi semi sono raccolti direttamente dai volontari che partecipano all’azione, ma chiunque mangi pesche, ciliegie, albicocche, qualsiasi tipo di frutta, può lasciarne asciugare i semi ed offrirli alla gente che semina sulle montagne.
Ogni anno, a settembre, ci incontriamo in Grecia per diffondere questi semi nelle aree desertificate e sulle montagne spoglie con l’aiuto di volontari, molti dei quali provenienti anche dall’estero. Le palline vengono preparate con la betoniera o manualmente e seminate prima che cominci la stagione delle piogge, quindi in autunno (settembre-ottobre) e primavera (marzo-aprile). Il nostro lavoro si limita a diffondere le palline d’argilla, la Natura penserà a fare il resto. Con le piogge, alcuni semi germogliano altri no, alcune piante muoiono altre sopravvivono e piano piano comincia a cambiare la vegetazione del luogo.
Le palline sono realizzate con la stessa argilla utilizzata per le tegole o i mattoni. Ad essa si possono aggiungere anche altri materiali come cotone o segatura, per creare palline più resistenti e leggere. Non c’è niente di scientifico nel nostro lavoro. Non si tratta di usare la mente per scegliere con oculatezza i semi, ci limitiamo a raccogliere tutte le varietà presenti in natura, preparare le palline e seminarle.

…Bisogna innanzitutto cambiare se stessi. Bisogna cambiare mentalità e capire che servire la Natura, vuol dire servire la nostra Madre e servire la nostra Madre vuol dire servire l’umanità.
E questo non è un lavoro che si può fare da soli, né in tre o quattro persone che vanno in cima a una montagna e si mettono a disseminare le palline d’argilla. Chiunque può seminare e raccogliere semi per offrirli alla Natura, che poi fa il resto del lavoro.”

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