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La preghiera? Inutile e dannosa

Creato il 16 settembre 2013 da Dragor

  Prière 3
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   CONVINTI di essere circondati da spiriti, i teisti credono di poterli lusingare con certe invocazioni che chiamano «preghiere». E’ un po’ il principio della letterina a Papà Natale: un vecchiardo barbuto esaudirà i tuoi desideri. Come dire che i che gli spiritisti non vogliono diventare grandi e persa la fede in Papà Natale la trasferiscono su un tizio che gli assomiglia, a parte il fatto che è capace di carognate pazzesche. Almeno si limitasse a regalare ai dissidenti un sacco di carbone che puo' sempre servire per il riscaldamento. In ogni caso questi eterni bambini si ricordano soltanto delle preghiere esaudite (per la legge delle probabilità almeno 1 su 100) mentre ignorano le 99 inascoltate, oppure si rifugiano nell’asserzione che nessuno puo’ sapere come ragiona il Grande Spirito. Cosi’, per quante carognate ti faccia, il Grande Spirito è sempre la bontà in persona.

   GLI SPIRITISTI dicono che in ogni caso pregare non fa male a nessuno e dà speranza a chi prega. A parte il fatto che la delusione fa male a tutti e chiunque abbia pregato ne sa qualcosa, le preghiere possono nuocere gravemente alla salute. Lo ha dimostrato scientificamente la famosa esperienza del dottor Benson. Fra l’altro, prima del test, il dottor Benson era convinto che «le prove dell’efficacia della preghiera nel campo medico si stanno accumulando», cosi’ non si tratta di un bieco scettico che cerca di seminare la confusione fra gli spiritisti ma di uno scienziato che s’inchina all’obiettività dei fatti.

   PER VERIFICARE l’efficacia delle preghiere d’intercessione, il dottor Benson e il suo team hanno seguito 1802 pazienti di 6 ospedali che avevano subito bypass coronarici. I pazienti sono stati divisi in 3 gruppi : quelli del gruppo A erano oggetto di preghiere e non lo sapevano. Quelli del gruppo B (gruppo testimone) non erano oggetto di preghiere e non lo sapevano. Quelli del gruppo C erano oggetto di preghiere e lo sapevano.

   LE PREGHIERE erano gentilmente fornite dai fedeli di 3 chiese ai quali venivano comunicati i nomi dei pazienti per cui dovevano pregare. Alla fine della preghiera, i pregatori dovevano aggiungere: «Per il successo dell’operazione e una rapida ripresa senza complicazioni.»

   PUBBLICATI nell’American Hearth Journal d’aprile 2006, i risultrati sono impietosamente chiari. Non c’è nessuna differenza fra i pazienti per cui si era pregato e quelli per cui non si era pregato. In compenso quelli che sapevano di avere beneficiato di preghiere morivano come mosche. Probabilmente, ha detto il dottor Benson, a ucciderli era “l’angoscia del risultato.”

   ECCO PERCHE’, quando giacevo in Rianimazione più morto che vivo e mia moglie mi ha detto che mia suocera pregava per me, con le ultime forze ho preso il cellulare e ho chiamato Kigali. “Smetti subito di pregare per me”, ho ordinato a Marguerite sfoggiando un kinyarwanda quasi perfetto. “Se ti rispondo di si’ e poi prego lo stesso, come fai a saperlo?” mi ha sfidato lei perfida. “Semplicissimo”, ho risposto. “Se crepo, significa che hai pregato.”

   Dragor


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