Piccole trame, fitti raggi di luce che nascono sofferti tutte le mattine della settimana, insinuandosi attraverso le serrande della camera che ancora sonnecchia.
Un letto nato per due che ora ci si divide in quattro, vuoi per la gioia di stare tutti vicini, vuoi per la necessità di qualche coccola in più che si rubano le due sorelle.Ho perso il conto delle mattine dove in quel lettone a scaldarsi, sotto le coperte, eravamo solo noi due; ripassando ogni sogno e costruendo il futuro, anche se solo per mezza giornata.Principesse che cercano di sconfiggere i loro draghi bianchi che scalpitano in bocca, che traumatizzano i loro sogni cercando di uscire allo scoperto. Urla e pianti di aiuto, richiami gridati, di dolore che con qualche bacino e poca crema lenitiva, fanno calmare.Anche questa notte la battaglia è stata vinta. Poche ore di sonno per tutti.Guardo il soffitto e scorgo la ragnatela dei miei pensieri che si è fatta intrappolare da un piccolo ragno che attende solitario nella sua trappola. Ecco, penso, quella sarà la seconda cosa che oggi farò, la prima sarà un bacio alle mie tre stelle, la prima cosa sarà il caffè per il cappuccino di Sabrina, la prima cosa da fare sarà portarle un sorriso con molta schiuma.La prima cosa saranno delle coccole, la prima cosa da fare, sarà la cosa che farò per prima. Fatto! Una decisione l'ho presa, scendo dal letto. Sposto quei pochi centimetri di coperta che sono rimasti a mia disposizione, dopo che la Pupattola grande ha deciso che per lei la miglior posizione, quando se ne sta con noi nel lettone è con la testa dalla parte di sua madre ed i piedini (profumatissimi), me li ritrovo ad un passo dal mio naso.L'altra, la Pupattola piccolina, stenta a staccarsi dalla sua colazione che, in questo periodo di dentini in crescita, le dura quasi tutta la notte ed ormai, la sua nutrice riesce a consolarla in piena fase REM.Non c'è nulla di più piacevole che soffermarsi qualche secondo ad ammirare i disegni che si creano con la luce su quei corpi sazi di sogni, di serena quiete.La casa è sorda, e quasi mi dispiace dover aprire l'acqua per riprendere un po' di energia sferzandomi il viso.Spengo il telefono per avere la certezza che, almeno per qualche ora, la mia vita non abbia bisogno di nulla se non del respiro che sento leggero venire dalla stanza.Mi piace alzarmi presto, guardare i sogni delle persone che amo, nella speranza di poterne realizzare qualcuno, prima che un Morfeo qualsiasi li faccia svanire per pura e semplice invidia.Mi piace alzarmi presto, anche quando il presto è sempre troppo tardi, quando ti vesti in meno di tre minuti, sfidando il cronometro; competere con le lancette che corrono sempre più veloci del mio voler primeggiare.La prima cosa da fare è vincere la tentazione. Questa volta la tentazione è forte, come quando durante il servizio di leva, con tre parole, urlate secche, un ordine perentorio ti faceva scattare in piedi. La voglia di farlo quel grido è tanta. GIU' DALLE BRANDE! La voglia di urlarlo è tanta ma, mi tengo il sorriso e mi allontano per fare qualcuna di tutte quelle prime cose da fare.Mi trascino in cucina per far gorgogliare il caffè dalla moka, per montare il latte, per fare quel cappuccino con il sorriso.Mi trascino è la parola giusta, anche perché di sollevare i piedi non ne ho proprio voglia. Pattino sul pavimento freddo sfiorandolo appena, quel tanto da ridurre l'attrito per poter fare il movimento successivo che mi consente di avanzare.Se mi vede Sabrina mi cazzia, ma è un mio difetto. Fin da piccolo distruggevo le scarpe, facevo i buchi nelle suole, ma non buchi piccoli, ma vere e proprie voragini, tutta la suola. Mi cazziava mia madre, mi cazzia Sabrina. Ma chi mi cambia a me!Ogni volta lo spettacolo è lo stesso, ed ogni volta è diverso. Il fumo, il vapore che esce dalla tre tazze dell'omino coi baffi, quel sordo brontolio che certifica che è pronto, che è giunto il momento di togliere l'energia, che il calore è già dentro il caffè. Io che mi sporgo in avanti per respirarne il profumo, per verbalizzare che oggi non si lavora, che oggi stiamo tutti assieme.Il cappuccino è pronto ed ho voglia di accendere la radio, di tuffarmi nei miei anni settanta, di provare a cercare Radio Capodistria, la radio che trasmetteva musica moderna; la prima radio libera che abbia mai sentito.Premo il bottone, si accende la luce, appare la frequenza sul display azzurro pallido, e... un po' di pubblicità interrotta da qualche telegiornale o da qualche brutto brano. Ma va bene così.Buon giorno Amore. Questo è per te! Un bacino, un sorriso. Questa è la prima cosa che oggi farò!
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La proposta di oggi è un piatto unico, salutare, delicato, ma al tempo stesso dal sapore deciso per la presenza del cavolo nero e del broccolo. Ottimo l'accostamento con il pesce.
VELLUTATA IN NEROVELLUTATA DI CAVOLO NERO E CAROTE NERE CON FILETTO DI MERLUZZO IMPANATO
Ingredienti per 3 persone:Per la vellutata:1 patata grande
1 cipolla grande1 testa di broccolo (circa 400 g)1 mazzetto di cavolo nero (circa 300 g)4 carote nerebrodo vegetale (circa 1,5 litri)olio extravergine d'oliva30 g di burrosale e pepe neroqualche cucchiaio di yogurt bianco intero Per il merluzzo:3 filetti di merluzzopane grattugiato q.b.prezzemolo5 pomodorini pachinosale e pepe neroolio extravergine d'oliva
In un tegame di coccio scaldiamo un po' di olio extravergine d'oliva insieme al burro. Aggiungiamo la cipolla tagliata a rondelle sottili e lasciamo appassire per qualche minuto.Uniamo quindi il cavolo nero tritato grossolanamente, le carote, la patata, il broccolo. Le verdure possiamo evitare di tagliarle perchè poi andremo a frullare il tutto. Aggiungiamo il brodo vegetale e lasciamo sobbollire per il tempo necessario, affinchè le verdure siano cotte a puntino. Regoliamo di sale e di pepe.Una volta portata a cottura, frulliamo tutti gli ingredienti in modo da ottenere una vellutata densa e nerissima.Mentre la vellutata cuoceva abbiamo preparato il pesce.Dopo avere lavato e ben asciugato i filetti di merluzzo abbiamo preparato la panatura.In una ciotola abbiamo mescolato il pane grattugiato, il prezzemolo tritato finemente, i pomodorini tritati finemente (dopo avere rimosso la loro acqua), un pizzico di sale, una macinata di pepe nero e un filo di olio extravergine d'oliva. Abbiamo quindi panato i nostri filetti di pesce e li abbiamo poi adagiati su di una teglia e infornati a 180 C per circa 15 minuti, verificando la perfetta doratura della panatura.Abbiamo impiattato servendo la vellutata calda insieme al nostro filetto di merluzzo, completando il piatto con un cucchiaio di yogurt bianco. Una sciccheria!