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La prima cotta: bambini, adolescenti e genitori

Da Ileniatiozzo

Viversani e belli agosto 2012Intervista della rivista Viversani e belli di Agosto 2012 alla dottoressa Ilenia Tiozzo

Secondo una definizione comune l’adolescenza è quella fase della vita che va dai 12 ai 18 anni. In realtà non è possibile stabilire delle date precise perchè al di la delle varianti individuali esistono dei condizionamenti sociali per cui in alcuni Paesi – per ovvie ragioni culturali ed economiche – l’adolescenza può iniziare intorno agli 8 anni e addirittura finire verso i 30 poiché il “ragazzo/a” non è ancora maturo ed autosufficiente.
Durante l’adolescenza il corpo si trasforma, compaiono bisogni e desideri psicofisici per cui l’adolescente inizia a costruire un’immagine di sé più definita e nuove appartenenze al di la del gruppo famigliare. Ciò avviene attraverso il confronto con i pari, con altre figure autorevoli rispetto al genitore, alla ricerca/scoperta dei propri talenti, limiti, con successi e insuccessi che contribuisco alla definizione della personalità che ha una componente genetica e una componente sociale derivante dalle esperienze. L’amore, il sentimento che si scopre nell’adolescenza e il modo in cui nasce e si sviluppa è fortemente condizionato dal rapporto che il bambino/ragazzo ha sviluppato fin dall’infanzia con i genitori, i quali rappresentano dei modelli, oltre che da prototipi socialmente diffusi. Il modo in cui l’adolescente affronta la “prima cotta”, le prime relazioni amorose, le aspettative che si crea, le delusioni, le sue credenze, condizioneranno la sua vita sentimentale futura. L’adolescente è alle prese con un corpo che cambia, col mito della bellezza diffuso dai media, col modello dell’amore come Eden impresso nell’inconscio collettivo e un sentimento sconosciuto che provoca allo stesso tempo desiderio, scombussolamento fisico, ma anche gelosia, aggressività e rabbia. L’irruenza di forti emozioni porta alla ricerca del dialogo, del raccontarsi, per rielaborare ed essere consigliati. Spesso tra genitori e figli un muro generazionale costruito dagli stessi padri e madri rende impossibile il confronto per cui il ragazzo lo cercherà con i coetanei senza per altro avere delle risposte utili.
L’adolescente non si confronta col genitore perchè teme di essere giudicato, egli è combattuto tra le aspettative dell’adulto e il suo bisogno/desiderio di autoaffermarsi. C’è da dire che l’egoismo di padri e madri è così forte che questi ultimi non si rendono conto che non vogliono realmente il bene del loro figlio, quanto piuttosto la tranquillità del pensarlo bambino.
Il primo amore è vissuto con intensità, speranza, idealizzazione, sofferenza e può comparire in età giovanissima. Nei blog di adolescenti si leggono storie di bambine delle elementari che descrivono lucidamente i loro sentimenti e lo fanno anche per cercare comprensione e attenzioni di persone più grandi. Una bambina che decide di scrivere allo psicologo è già adolescente anche se la mamma non se n’è ancora resa conto.
L’innamoramento a quest’età serve a conoscere se stessi e “l’altro sesso” e favorisce il processo di autonomia dai genitori. In amore è fondamentale sentirsi accettati, per potersi accettare e il partner rappresenta uno specchio, oltre che la via d’uscita dal senso di solitudine che spesso affligge i ragazzi. Può succedere però che questa emozione, vissuta come incontrollabile abbia il sopravvento sulla razionalità e sia difficile equilibrare passionalità e ragionevolezza, gelosia accompagnata a mancanza di fiducia in sè stessi e paura di perdere.
La figura del genitore è molto importante ma una madre e un padre non devono ricordarsi delle loro responsabilità quando i figli sono già grandi. Il fatto che viviamo in uno Stato molto cattolico influisce sull’educazione e sul considerare pudiche tematiche d’amore e sessualità, per cui l’argomento non è mai trattato nell’infanzia e al ragazzo manca una continuità della relazione col genitore. L’adolescente vede i genitori come una specie che dopo il concepimento dei figli diventa asessuata quindi la ricerca di risposte si rivolge in altre destinazioni. Fin dall’infanzia il genitore dovrebbe fornire delle argomentazioni semplici e valide alle richieste del bambino, farlo sentire accettato e al sicuro anche quando parla di sesso ed invece quante volte si sente dire “Perchè ti tocchi li? Hai male?” pur sapendo che la masturbazione inizia in tenera età e dovrebbe essere vissuta con naturalezza e non come un prurito preoccupante!
- Quali differenze ci sono tra il primo amore adolescenziale e quello che si prova da adulti?
Amore significa emozioni forti a tutte le età. L’unica differenza sta nell’esperienza. L’amore adolescenziale è l’amore più originale mentre l’amore dell’adulto è condizionato dagli amori pregressi e l’esperienza non sempre è utile anzi il più delle volte conduce a ripercorrere gli stessi schemi ed errori. Definito comunemente Karma in realtà è il cervello che ha bisogno di rivivere situazioni simili con persone simili per rielaborare gli stati, ecco perchè nel primo amore il ragazzo ha bisogno del genitore che fa da traduttore-interprete di stati emotivi, rafforza l’autostima e i valori.
- Se la prima cotta arriva quando i bambini sono molto piccoli, per esempio alle elementari, come devono comportarsi i genitori?
I genitori devono innanzitutto essere complici e felici per i loro figli, non si devono preoccupare se è un amore tra coetanei perchè a quell’età l’amore è un bel gioco che aiuta a comprendere i ruoli sociali e a conoscersi. Gli adulti devono sempre comportarsi con naturalezza per non fare provare al bambino sentimenti di inadeguatezza e vergogna che lo porterebbero a chiudersi in sé precludendo la loro relazione.
- Da bambini o adolescenti cosa si cerca nell’altra persona?
Attraverso il confronto con il diverso, con l’altro sesso in questo caso, il bambino-adolescente scopre se stesso e l’altro, cerca un amico/a, uno status (non dimentichiamo che in tutte le favole c’è una principessa e un principe), risponde a un bisogno psicologico e relazionale e poi cerca di dare una risposta ai segnali che il corpo gli manda.
Nell’altro il ragazzo/a cerca un’appartenenza diversa dalla famiglia e diversa dagli amici per sperimentare un aspetto del sé che solo un partner può comprendere.
- Qual è il giusto comportamento da tenere, invece, quando la prima cotta arriva da adolescenti?
Innanzitutto bisogna costruire un rapporto di fiducia reciproca e un dialogo già dall’infanzia. Il genitore deve mantenere la giusta distanza col figlio che ha bisogno anche dei propri spazi e segreti. La relazione con una madre troppo invasiva o un padre iper-protettivo possono sfociare in un complesso di Edipo nel maschio e in un complesso di Elettra nella femmina, eternamente irrisolvibili. I figli continueranno a cercare quel partner che ha una cura totalizzante materna e paterna senza peraltro trovarlo mai, ne rimarranno frustrati pur abituandosi a vivere il loro malessere come condizione stabile e normale senza mai innamorarsi in modo sano.
Il genitore deve mostrarsi disponibile al dialogo senza avere atteggiamenti inquisitori o giudicanti. Potrà chiedere al figlio come sta, aiutarlo ad esternare sentimenti e rafforzando positivamente le sue iniziative di apertura nei loro confronti con sorrisi e approvazioni. Il genitore deve parlare liberamente dell’amore e del sesso, anche se non è facile. Sarà il figlio a decidere come vivere la sua storia, quando avere il primo rapporto completo, il genitore ha il compito di spiegare l’importanza di questo dono che lui o lei decidono di fare all’amato/a e illustrando la contraccezione, sempre in modo naturale. Soprattutto per le figlie femmine è importante trattare il tema della violenza con responsabilità, essere vigili sugli orari e sugli ambienti che i figli frequentano e motivare i divieti imposti. Ad esempio un genitore può temere che i figli subiscano delle violenze, spiegando quali sono gli atteggiamenti preventivi infonderanno consapevolezza e capacità di riconoscere il pericolo.
- Quanto la prima cotta può modificare anche il rapporto tra il figlio e i propri amici?
L’adolescente innamorato tenderà in un primo momento a trascurare il gruppo degli amici ma non è preoccupante se l’amato rappresenta il massimo interesse. Può essere anche che diminuisca la concentrazione a scuola per cui il genitore deve riportare alla realtà il figlio sognante, spiegandogli che per essere amati bisogna innanzitutto amarsi e coltivare se stessi, perchè per mantenersi l’amore ha bisogno di stimoli continui e gli interessi e il mondo circostante alimentano tali stimoli. Inoltre l’amore può finire e in questo caso aver perso anche gli amici significa ritrovarsi soli e depressi.
- Se a un genitore non piace il fidanzatino o la fidanzatina, deve farlo presente o lasciar correre finché si tratta di ragazzi giovanissimi? Quanto conta il condizionamento dei genitori?
Questa è l’età delle contraddizioni, quindi un partner che non piace ai genitori può essere ancora più attraente: il ragazzo/a ha bisogno di affermarsi e lo fa violando le norme per conoscere i propri limiti. Se l’innamorato/a non piace ai genitori perchè troppo deviante, ad esempio hanno dei sospetti sulla sua condotta, sarà utile conoscerlo poiché ai figli che hanno un buon dialogo con i genitori fa piacere portare il partner in famiglia. Non dimentichiamo che la casa è un ambiente protetto e protettivo e che il fidanzato/a è un figlio di altri due genitori che avranno altrettante paure.
Inoltre i genitori rappresentano un modello per i figli quindi questi cercheranno dei partner simili per ricreare il più possibile la relazione che hanno sotto gli occhi. Il genitore nel valutare il fidanzatino/a mette in moto meccanismi di difesa e proiezioni per cui l’altro diventa uno specchio che ci fa vedere quello che non ci piace di noi stessi oppure temiamo che la storia d’amore del figlio/a assomigli alla nostra nei suoi punti oscuri, o semplicemente temiamo di perdere il nostro piccolo/a e invecchiare. Un genitore che sta educando il proprio figlio sta crescendo con lui e il l’adulto stesso imparerà dal figlio nel rispetto reciproco.
- Quando un bambino comincia a provare sentimenti amorosi? la prima cotta può arrivare anche all’asilo?
All’asilo è un gioco, l’amore per i genitori è ancora l’amore più forte.
All’asilo il bambino è curioso di scoprire la differenza tra maschi e femmine, sarà attratto da quella cosa che non ha, può provare invidia e gelosia. La masturbazione invece inizia molto precocemente ma è soprattutto rivolta all’amore verso i genitori, verso se stessi e alla scoperta del proprio corpo.
- Di solito chi fa la prima mossa? Le bambine oggi sono più intraprendenti di un tempo?
Le bambine sono più predisposte ad esternare verbalmente i loro sentimenti, il loro corpo si sviluppa prima, ma bisogna considerare anche la spinta sociale rivolta al maschio cacciatore. Probabilmente le femmine sono più intraprendenti perchè avvertono prima le pulsioni sessuali mentre i maschi inizialmente sono spinti dalla conquista sociale.
Le bambine sono meno timide nel senso che si sono emancipate nei discorsi tra coetanei.
- Spesso i primi amori finiscono molto presto. Come si può consolare i propri figli dalla delusione?
Bisogna mettersi nei panni dell’altro, accettarlo, essere empatici, legittimare la tristezza, dirgli che è normale provare dolore come sta succedendo a loro, che li capiamo, che gli siamo vicini e che è successo anche a noi, ricordandogli che sono ancora membri della famiglia, che in essa possono avere molte attenzioni, che l’amore è una cosa bellissima e presto ritornerà, che la vita è lunga e si possono incontrare tante belle persone.
Possiamo passare del tempo con loro e fare quelle cose che non si facevano da anni, come andare a pescare, fare una gita, fare shopping… e sorridere assieme. Le emozioni positive generano positività, quindi un ambiente ottimista e sereno favorisce la guarigione.
- A volte anche da adulti si torna a provare sentimenti adolescenziali. Come è possibile?
Un paradosso è che l’adolescente vuole essere trattato da adulto e l’adulto che s’innamora si sente un adolescente, ma in amore l’età non conta.
L’amore è un sentimento che ti fa sentire giovane perchè il cervello fa sempre quelle associazioni inconsce che ti riportano alla prima cotta e ti fa provare lo stesso benessere. Ritengo che la percezione di giovinezza sia un comportamento adattivo funzionale alla sopravvivenza e alla procreazione: oggettivamente siamo più belli, anche gli altri ci vedono pieni di energie e tutto il nostro corpo si riattiva per la conquista.
Quando siamo innamorati e stiamo bene ci piaciamo, ci riscopriamo giovani e come tali desideriamo rivivere quell’epoca che ci ha emozionato così tanto, e fare un viaggio di questo tipo nel passato è salutare e meraviglioso.
- I genitori devono punire i ragazzi che violano le regole per amore?
È scientificamente dimostrato che le punizioni non migliorano l’apprendimento, così in famiglia come a scuola le punizioni sono totalmente inefficaci. Ad un figlio disobbediente non dobbiamo rispondere in modo aggressivo e con divieti che non faranno alto che incrementare il suo bisogno di attirare l’attenzione trasgredendo e stimolando un aggressività che per imitazione riverserà sui genitori e coetanei. Al contrario bisogna rinforzare gli atteggiamenti positivi con premi (sorrisi e approvazioni) e interpretare i loro atteggiamenti devianti motivando l’importanza dei divieti e il rispetto delle regole dettate per il loro bene. È utile che un genitore esterni le sue preoccupazioni in modo moderato, il figlio esprima le sue motivazioni ed è auspicabile un confronto tra genitori ed altri genitori.


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