La prima udienza di Morsi e l'Egitto che cade a pezzi..

Creato il 05 novembre 2013 da Baraem
120 mila poliziotti e 14 elicotteri militari sono stati impiegati oggi per la tanto attesa prima udienza al deposto presidente Morsi.
Dopo averci deliziato per 2 giorni con un andirivieni insopportabile di elicotteri militari di sicurezza sopra le nostre teste, a sorpresa, all'ultimo minuto, e' stata cambiata la location del processo. Da Torah ( a 5 km da casa) a Tagammo el Khamis nell'Accademia di polizia, vicino l'aereoporto, dove fu processato anche Moubarak.
I sostenitori di Morsi e della fratellanza e coloro che si oppongono al golpe si sono preparati a questo giorno con manifestazioni giornaliere in tutto l'Egitto, nelle strade e nelle Universita', con continua presenza, nettamente superiore al periodo passato.
Ed oggi non sono stati da meno. 

Maadi oggi

Fiumi umani di persone si sono incontrati davanti alla Corte costituzionale del Maadi (dove sono andata anche io con la febbre), e nelle piazze e le strade di molte citta' egiziane.
Migliaia di persone a Zagazig, Assiut, Alessandria d'Egitto, Daqhaleya, Mansoura, Sharqya, Giza, Il Cairo, Suez, Sohag, Menya e nelle universita' dell'Azhar al Cairo, Suez, Zagazig ed Assiout.
Uomini, donne e bambini, che hanno intonato cori contro l'esercito, mostrando le 4 dita  e le bandiere gialle di Rabaa, nonche' foto e poster di Morsi, manifesti contro il Ministro degli interni e contro l'esercito.
Manifestazioni e proteste pacifiche blindate da uomini corazzati dalla testa ai piedi, fili spinati e carri armati.
E durante le manifestazioni venivano distribuiti i fogli per firmare la petizione contro Al Sisi ed il Colpo di Stato.
L'udienza di oggi ha visto coinvolti insieme a Morsi 14 personaggi di spicco della fratellanza e del partito (sempre della fratellanza) "Liberta' e Giustizia", tutti arrestati dal Colpo di Stato ad oggi, l'ultimo Esam el Arien, vicepresidente del partito.
Finora nessuna udienza relativa ai personaggi della fratellanza e' andata a termine in quanto molti giudici hanno abbandonato il processo perche' in condizioni "scomode". Per motivi di sicurezza infatti, gli imputati non venivano presentati davanti ai giudici e di conseguenza quest'ultimi si trovavano nell'impossibilita' di lavorare.

Oggi invece, trasportati in elicottero o in blindati, tutti gli imputati erano presenti. Tutti in tuta bianca da detenuto tranne Morsi, in giacca e cravatta, completamente disinvolto e sicuro di se. Naturalmente tutti gli altri che venivano dalle prigioni indossavano abiti ufficiali da detenuti mentre lui, che dal 3 Luglio si trovava in un luogo di sicurezza sconosciuto e non in prigione, portava abiti civili. 
Ma se solo pensiamo con la logica, e' praticamente impossibile che un uomo entri in prigione e decida di rimanere vestito come gli pare, a meno che non si trovi in luogo diverso dalla prigione, cosi' come ammesso in passato dalle forze armate, che non hanno mai detto infatti che Morsi si trovasse in carcere ma in "un luogo di sicurezza".
Tralasciando la dilagante disinformazione che nasce purtroppo in questo Paese (felice di comunicare con un Popolo al 40% analfabeta), per Morsi quella di oggi e' stata la prima uscita pubblica. Nessuno qui l'aveva piu' visto dal 3 Luglio scorso, giorno in cui Al Sisi prese le redini di questo Paese mettendolo agli arresti in un luogo sconosciuto (ne parlammo qui).
L'arrivo di Morsi in aula ha provocato l'applauso dei suoi compagni di "gabbia" che per tutto il tempo hanno tenuto le mani alzate con il segno di Rabaa e cantato cori contro l'esercito. Morsi, che finora non ha scelto i suoi avvocati in quanto non riconosce la leggittimita' del processo, ha risposto alle domande del giudice in maniera irritante per quest'ultimo guadagnandosi il sostegno dei suoi compagni e sostenitori all'interno dell'aula.
Alla domanda "perche' non indossi l'abito da detenuto ufficiale" ha risposto "e perche' io sarei detenuto?". Il giudice ha risposto "si" e lui   ha detto "se si dove e' la mia cella o il mio carcere?".
Morsi si e' dichiarato piu' volte il Presidente leggittimo per il Paese ed ha consigliato al giudice di non continuare la farsa per non essere complice di un colpo di Stato.
Ha inoltre dichiarato che al suo posto dovrebbero esserci i golpisti e non lui ed il suo team, e che il processo e' una perdita di tempo che gli impedisce di lavorare come deve per il Paese.
Gli imputati hanno pregato alla chiamata della preghiera di mezzoggiorno nella "gabbia" ed i presenti in aula hanno cantato cori contro l'esercito.
L'udienza odierna e' stata rimandata come da prassi, ma la data e' piuttosto distante, l'8 Gennaio 2014.
Il caos creatosi tra i canti degli imputati e dei presenti in aula, e la non collaborazione di Morsi e gli altri, hanno interrotto bruscamente e velocemente l'udienza.

Morsi è accusato di istigazione all'omicidio e atti di violenza durante le proteste al palazzo presidenziale Ittihadiya il 4 dicembre 2012 per gli scontri tra suoi sostenitori e oppositori. Nelle proteste di allora, quando i  manifestanti lanciavano molotov all'interno del palazzo presidenziale, persero la vita 8 persone tra cui un giornalista e 4 membri della fratellanza. (ne parlammo qui   qui  e qui). Per la logica con cui i sostenitori di Al Sisi giustificano e ringraziano l'esercito per aver "ripulito" il sit in di Rabaa provocando centinaia e centinaia di morti in 1 giorno solo, dicendo che in nessun Paese del mondo si lascerebbe un sit in del genere in mezzo una citta', con la stessa logica allora e' leggittimo uccidere 8 persone per difendere il Palazzo presidenziale. Luogo intoccabbile  in qualsiasi paese del mondo, se non vado errata. Se e' cosi', perche' mai Morsi dovrebbe essere messo sotto processo? E se Morsi affronta un processo per 8 persone uccise, che dovremmo allora fare a Tantawi che ne uccise a centinaia durante il periodo di transizione dopo Moubarak, e Al Sisi che ne ha uccise 1700 (secondo il Ministero della sanita') in soli 120 giorni? Tornando al processo di oggi, rimandato quindi all'8 Gennaio, c'e' da dire che si e' tenuto a porte chiuse. Nessun giornale o tv sono entrati e le riprese fatte all'interno sono pochissime e senza audio. Non si sente la voce di Morsi e nemmeno quello che dice.
Che differenza tra questa udienza e la prima di Hosni Moubarak (ne parlammo qui). Quando si tenne la prima udienza di Moubarak, le strade del Cairo erano vuote, a differenza di oggi. L'udienza si tenne a porte aperte, si senti' chiaramente la voce di Moubarak, che trasportato in aereo da Torah (infatti indossava una tuta bianca da detenuto) si presento' in barella. Morsi invece, arrivato da chissa' dove, e' partito oggi per il carcere di Borg el Arab, ad Alessandria d'Egitto, in una zona piuttosto isolata.
Fuori dall'Accademia militare alcuni giornalisti hanno detto di essere stati aggrediti dai sostenitori di Morsi, ed a Ramsees, al Cairo ed in molte altre zone, si sono verificati scontri con la polizia e lancio di lacrimogeni.
Per domani l'Alleanza pro Morsi e gli anti Golpe si riuniranno per una manifestazione milionaria denominata "grazie Morsi per la tua resistenza". L'atteggiamento infatti del presidente deposto ha rafforzato i suoi sostenitori spingendoli a continuare con le manifestazioni.

  

Hussein 16 anni e Abdel Rahman 15 anni

Parlando invece della situazione attuale in Egitto, c'e' davvero nulla di positivo da dire. Continua la repressione, l'arresto di bambini ed adolescenti, la violenza della polizia contro manifestanti e donne.  E' ricominciata la crisi delle bombole del gas, debbellata nel Governo Morsi dall'unico vero Ministro degli Approvvigionamenti che questo Paese abbia mai avuto, Bassem Ouda, e la causa della crisi e' da attribuire (secondo il Governo a interim) alle cattive condizioni atmosferiche (???). L'olio del tamwin (la distribuzione a costi ridotti di alcuni beni di prima necessita' alle famiglie piu' povere) e' tornato ad essere quello di ultima categoria, come ai tempi di Moubarak (era stato sostituito sempre dal Ministro Bassem Ouda). Il turismo e' ormai un miraggio, nonostante alcuni Paesi abbiano tolto lo sconsiglio (cosa che l'Italia non ha ancora deciso di fare) e nonostante le offerte di strutture locali sul Mar Rosso. La liberta' di espressione e' diventata anch'essa un miraggio dopo la sospensione del programma satirico di Bassem Youssef, "El banramig", che l'anno scorso, nell'era di Morsi, fece tanto discutere (positivamente) per aver ricevuto denuncie di diffamazione da parte della presidenza. Allora mezzo mondo si indigno'. Blogger egiziani ed italiani, paginisti di facebook egiziani ed italiani, giornalisti egiziani, persone per la strada. Le denunce di allora, che non furono poi accettate dalla Corte, erano un chiaro segno della limitazione della liberta' di espressione. E nessuno, giustamente lo accettava. Ma il programma continuo' tranquillamente, e le prese in giro a Morsi e la fratellanza pure. Oggi invece e' diverso. 
Dopo una sola puntata, in cui il presentatore ha fatto chirissime allusioni al colpo di Stato, all'esagerata glorificazione di Al Sisi, al silenzio dei media su molte cose, ed al fatto che chiunque dice un'opinione diversa da quella decisa dall'esercito e' considerato una spia o un membro della quinta colonna, dopo una sola puntata il programma e' stato sospeso. Senza preavviso, il giorno della messa in onda, il canale CBC, sostenitore del Colpo di Stato e dell'esercito, ha sospeso il programma. Giorni prima, esattamente il giorno della registrazione del programma, decine e decine di persone sono andate a manifestare contro Bassem con cartelli con su scritto "traditore" e "spia". Alla brusca chiusura del programma e' seguito un imbarazzante silenzio di tutti coloro che l'anno scorso urlavano contro Morsi.  Un silenzio a cui fa eco tanta, tantissima, ipocrisia. Intanto la correzione della Costituzione del 2012 (qui la traduzione della costituzione dell'era Morsi) va avanti. E' stato cancellato l'articolo 219, che specificava la scuola islamica di appartenenza del Paese, e' rimasto intatto l'articolo in cui si specifica che l'Egitto e' un Paese islamico. Si sta studiando, a richiesta dell'esercito, un articolo che garantisca immunita' completa per le forze armate da oggi ai prossimi 10-15 anni. Immunita' anche da parte del prossimo Presidente egiziano, che in nessun caso, potra' mischiarsi negli affari dell'esercito. L'articolo 43, invece, che garantiva la liberta' di credo e di costruzione di luoghi di culto per le religioni monoteiste, e che non era presente nella costituzione di Moubarak, e' stato ampliato a "liberta' di culto e costruzione di luoghi di culto" senza limiti. Quindi anche per le religioni non monoteiste. Ora, con tutto il profondo rispetto per i buddisti o gli induisti (che tra l'altro seguo con interesse da sempre), e tutti gli altri culti religiosi, lasciatemi dire che gridare gioia o vittoria per questa modifica e' insensato. Se fermi una persona qualsiasi per la strada e le chiedi informazioni riguardo i buddisti, non sapra' risponderti. La gente qui non sa leggere e scrivere, cosa gliene puo' interessare dei templi buddisti? Credo che un cambiamento del genere dovrebbe iniziare nell'informazione e nella cultura, e non solo in un articolo contentino della costituzione. D'altra parte invece spero che la minoranza Baha-i, egiziana di origine iraniana, magari trovi sollievo in quest'articolo anche se, sinceramente, ripeto, che se non e' accompagnato da massiccie campagne di informazioni, rimane inutile. E come ben sappiamo, da 60 anni a questa parte, l'informazione non e' certo il campo forte del Paese ed i suoi governanti. Infine, tornando alla situazione del Paese, qualche settimana fa ha fatto scalpore (a chi ha coscienza ovviamente) il video che ritrae il Mufti dell'Azhar, la piu' alta autorita' dell'Islam Sunnita, che diceva che uccidere i manifestanti pro Morsi e anti Golpe avrebbe portato in paradiso. Il discorso, tenutosi ad una platea di soldati ed ufficiali, e' stato segretamente ripreso e diffuso. Nel suo discorso il Mufti dice che uccidere quelle persone non e' peccato, anzi, "Dio ricompensera' con il miglior posto del paradiso", affermando inoltre che "i loro sostenitori puzzano e devono morire". Questo discorso mi ricorda lontanamente quello di Safwat Highazi, predicatore e sostenitore della Fratellanza, che dal palco di Rabaa diceva che bisognava uccidere i miscredenti riferito all'esercito. Certo, Safwat, giustamente ora in carcere per istigazione alla violenza, e' solo un predicatoretto, nessuno di importante, in definitiva, rappresenta se stesso. Mentre Ali Gomaa e' il Mufti dell'Azhar, ed al mondo c'e' solo un'Azhar, ed e' un'autorita' religiosa immensa.
(il video in arabo)
Quindi, seguendo sempre la logica di coloro che appoggiano ogni azione dell'esercito e seguendo la logica dell'esercito stesso, che dovremmo fare a questo Mufti, vergogna immensa per tutti i musulmani del mondo? Ed anche in questo caso, chi condannava la violenza e l'istigazione alla violenza, come mai che non ha speso una parola di condanna verso il Mufti? e come mai i media egiziani, cosi' sempre indignati ai sermoni di Highazi, non hanno detto nulla?
Ancora una volta, profondo silenzio e fortissimo eco di ipocrisia.
Le immagini scattate oggi davanti la Corte Costituzionale al Maadi.




La petizione contro Al Sisi






Al Sisi (CC) assassino




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