Magazine Cinema

La promessa, la svolta e... "The Prestige".

Creato il 20 agosto 2012 da Valentina Orsini @Valent1naOrs1n1
« Il regista, ancora più che il romanziere è molto simile ad un mago nel modo in cui scegliamo di rivelare le informazioni, cosa dire al pubblico e quando, il punto di vista in cui trasciniamo la platea. Usiamo queste tecniche per ingannare il pubblico, per trascinarlo in vari vicoli ciechi e false piste e via dicendo e infine speriamo, a una conclusione narrativa soddisfacente. »
(C. Nolan)
Conclusa la post produzione di Insomnia, uscito nel 2002, Christopher e Jonathan Nolan iniziano a lavorare al progetto The Prestige, nato dopo la lettura dell'omonimo romanzo di Christopher Priest. La stesura del soggetto richiederà 5 anni per esser completata. Più di un anno per capire poi come "realizzare" il film, come poter raccontare questa storia allo spettatore. Per il cast del film Nolan non ha dubbi, vuole la coppia Christian Bale/Michael Caine, già ben consolidata in Batman Begins (2005). Il terzo pilastro è l'australiano Hugh Jackman.
Il film riporta nella Londra Vittoriana, nel XIX secolo. In quei tempi il popolo sentiva una forte brama di "intrattenimento", di spettacolo. L'arte cominciava a fondersi con la magia, erano i tempi delle sedute spiritiche, delle evocazioni dei morti fatte sul palcoscenico, maghi che sparivano "da una parte" per ricomparire  poi "dall'altra". Erano anche gli anni del Grande Houdini. (Di cui ricordiamo uno dei più recenti film a lui dedicati Houdini-l'ultimo mago, 2007, diretto da Gillian Armstrong, e interpretato da Guy Pearce e dalla bella C. Zeta Jones). E' qui che prende vita la storia, su questi palcoscenici calcati da grandi maghi  pronti a tutto pur di incantare e sorprendere il pubblico. Il film cavalca le ossessioni e i conflitti di un rapporto sempre più ostico e pungente che vede come protagonisti due grandi illusionisti, Robert Angier (Jackman) e Alfred Borden (Bale). Un tragico antefatto porterà Angier e Borden a confrontarsi e scontrarsi a suon di spietate ripicche, le stesse che andranno inesorabilmente a nuocere a chi gli si troverà accanto. L'ossessione è una cosa per giovani, è pericolosa. Così raccomandava l'ingegnere "ex mago" Cutter (Caine) al Grande Dantòn/Angier. Ma, cosa ossessionava realmente Angier, la morte della povera moglie, della quale ritenne responsabile Alfred, o il segreto del Trasporto umano che stava portando al successo Il Professore/Alfred?

La voce fuori campo di Cutter introduce alle parti, o atti, che compongono un numero di magia: La promessa, in cui l'illusionista mostra qualcosa di ordinario; La svolta, in cui l'illusionista cerca di trasformare l'ordinario in qualcosa di straordinario e infine il terzo e ultimo atto, quello più arduo, il Prestigio...
Notiamo fin da subito che nella lezione di Cutter il solo atto a non avere delucidazioni sia proprio il prestigio...e non ci meraviglia poi molto la scelta di Nolan, se conosciamo almeno un po' il suo stile.
Le scelte narrative di Nolan danno al film un impianto strutturale complesso fatto di flashback rivelatori/fuorvianti capaci di far fronte a molti interrogativi ma al contempo lasciare addosso quella terribile sensazione di malessere psicologico. Ci sentiamo a disagio di fronte a una storia per la quale non sappiamo nemmeno scegliere tra il bene e il male. Vengono a mancare di colpo quelle sottili mura che marcano il confine etico tra ciò che si deve e non si deve fare. Chi sbaglia e chi fa invece del bene? Angier o Borden?
Ma in fin dei conti chi siamo noi per valutare il bene o il male...e poi cos'è che ci interessa realmente, chi? Quello che sparisce o colui che tra gli applausi compare di nuovo sul palco?
In realtà ci viene premesso fin da subito che per nostra natura tendiamo a cadere nell'inganno, e lo facciamo perché ci piace. Guardiamo ma la nostra maniera di vedere è fortemente limitata dal nostro bisogno di spettatori "voujers". E questo Nolan lo sa benissimo, e gioca sulla nostra debolezza più grande, quella che ci porta a vivere il film esattamente come il pubblico di fine 800 che spalancava gli occhi di fronte a una pallina rossa che spariva in una mano. Veniamo spogliati di ogni mezzo, denudati. Ci ritroviamo ad assistere a qualcosa che fa di ogni singolo passaggio una nuova interpretazione. Non siamo in grado di gestire il primordiale bisogno di immedesimazione, chi siamo noi? Quale dei due illusionisti? Oppure siamo Sarah (Rebecca Hall) o Olivia? (Scarlett Johansson). E chi ci vieta di essere uno dei due bambini, gli unici del film, chi ci vieta di vedere il prestigio con quella stessa ingenuità e lo stesso stupore? Ma anche qui tutto si sdoppia e assume una duplice chiave significativa. Abbiamo la bambina, figlia di Alfred, del tutto presa dall'illusione e felice di battere le mani davanti alla magia. E poi c'è il nipote di Sarah, che scoppia a piangere dopo il numero dell'uccellino perché sa, cosa si nasconde dietro quella crudele magia.

A quel mondo che ancora pendeva dalle labbra della Scienza, la sola vera portatrice di verità indiscutibili, Nolan contrappone la magia. Sovrappone le due possibilità fino a fonderle a anche qui la nostra reazione è disorientante. Il trasporto umano esiste e funziona per mezzo della magia o della scienza? I cilindri che vediamo nella tenuta di Tesla fanno davvero lo stesso effetto dei cloni di Angier? E soprattutto, il segreto svelato (?) alla fine del film risponde davvero alle nostre domande?
Le interpretazioni sublimi degli interpreti, Bale e Caine ovviamente su tutti, e un cineasta che sempre di più promette di dar nuova linfa al cinema d'autore (e lo sta facendo), fanno di questo film il Prestigio più sbalorditivo, e a noi non resta altro che guardare, almeno provarci...
non  abbiamo alternativa, una sola possibilità:
"Osserva attentamente..."


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :