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La propaganda bugiarda di Perri fatta sul sito del Comune

Creato il 15 aprile 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

Figuraccia, umiliazione e castigo. Oreste Perri ha scambiato il Comune e il sito internet municipale per una proprietà personale con la quale farsi propaganda elettorale a spese dei contribuenti onesti. Una propaganda oltretutto pessima, colma di falsità e bugie, con date e ricostruzioni storiche persino pacchianamente errate. Il volto tristemente impersonale di Perri, il suo sguardo che erra nel vuoto, con la coscienza di non contar nulla rispetto ai poteri esterni cui deve tutto, la sua insignificante personalità di ragazzo immagine invecchiato, politicamente inutile se non a firmare decisioni altrui, si sono affidati a un orrido volumazzo di 64 pagine sui cinque anni trascorsi da sindaco privo di responsabilità. Perri non è stato capace neanche di riferire i gravi problemi incontrati, nemmeno è riuscito a dire quel che tutti hanno visto. La capogruppo del Pd Maura Ruggeri ha semplicemente scritto un’email chiedendo di togliere il disgustoso libraccio di propaganda minacciando un’azione legale. Il sindaco l’ha tolto dal sito del Comune. Ma il centrodestra ha capito l’assurdità del gesto? A Maura Ruggeri non è giunta alcuna risposta scritta.

 

CREMONA Come ha potuto farlo? Con che faccia tosta il sindaco Oreste Perri usa il sito del Comune, pagato dai contribuenti onesti, per farsi una propaganda elettorale a proprio vantaggio pubblicando la sua Bibbia personale, un’incredibile discorso logorroico di 64 pagine con foto per raccontare fra un errore e un’omissione cinque anni di tasse e disservizi con una mancanza di programmazione e visione unitaria della città che fanno paura?

Addirittura il sindaco remando sulla sua canoa anni Settanta sbaglia anche la data dell’accordo con la Tamoil: non ricorda più che era il 2011, anzi lo trasforma nel 2012. Perri all’inizio spaccia come proprie anche opere realizzate da privati, ad esempio il Museo del Violino, dovuto a un industriale dell’acciaio. La Fondazione Stradivari ha vincolato però il Comune per 15 anni: una scorrettezza rara. Il galateo istituzionale vuole che ogni amministrazione lasci alla prossima la possibilità di rivedere o modificare le decisioni, se non intende proseguirle.

Perri mente anche sulle condizioni in cui l’Italia si è trovata nel 2009. La luna di miele fra elettorato di centrodestra e pregiudicato Berlusconi era al massimo, favorendo il successo del canoista, inoltre la crisi economica risale a diversi anni prima. Il crollo di Wall Street è del 2000, con saliscendi successivi, mentre l’attentato alle Torri Gemelle è del 2001 e il caso Lemhan Brotehrs è del 2008. Già l’ex sindaco Bodini doveva fare i conti con i tagli dei trasferimenti statali, non solo Perri. Il disegno di città che aveva in mente il centrodestra non l’ha capito neanche la coalizione stessa, dato che la Lega spaccandosi è uscita presto dalla maggioranza e il gruppo misto è diventato la seconda forza politica a sostegno del sindaco. I programmi per la cultura erano due, ma ne è stato realizzato soprattutto uno, quello di un industriale dell’acciaio. Le fasce più deboli non sono state garantite, viste le denunce e le proteste contro i servizi sociali. Solo a fine mandato è stato approvato il fondo di solidarietà chiesto da Schifano sin dal 2012, mentre il concetto di “morosità incolpevole”, per prevenire gli sfratti, che avvengono ogni settimana, a raffica, sarà applicato solo dalla prossima amministrazione. Città accogliente e più curata? Ma dove? Tutti i comitati di quartiere presentano lamentele in serie da anni. Perri fa il Pinocchio, dato che il piano di governo del territorio prevede non il contrasto al consumo di suolo, ma la cementificazione di 17 ettari a Cremona. E i distacchi delle utenze nelle case popolari? E’ stato il vero capolavoro. I più poveri non hanno acqua calda e riscaldamento se non a prezzo astronomico. Due cittadini sono morti al freddo, anche se malati terminali. Questo è l’incubo che ci lascia Oreste Perri, con la sua mancanza di sensibilità verso i più deboli e la sua servile sottomissione alle aziende più ricche.

 


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