[In effetti ultimamente quest'idea di aprire un ristorantino "come dico io" mi frulla per la testa sempre più spesso.
Già che hai letto fina qui ti racconto il ristorantino "come dico io":
1 - apertura tre o quattro sere alla settimana;
2 - cinque tavoli da quattro;
3 - metà cucina e metà sala, separate da un vetro che, dal lato della sala, si trasforma in un bancone, per chi non può proprio fare a meno di vedermi cucinare, ah ah ah
4 - e soprattutto: si mangia quello che dico io, nel senso che venire a mangiare da me dovrà essere un atto di fede.
So bene che questi sono solo sogni e che, facendo così, non solo non guadagnerei almeno quello che mi passa il mio attuale datore di lavoro, ma andrei velocemente in malora.....
Il vantaggio è che non ci sarebbe di bisogno di tanto personale, solo amici ovviamente, uno in cucina e uno in sala, bastano e avanzano.
Le mattine servirebbero per andare a fare la spesa.
Il nome del ristorante è "Cucinare per amore", ma questo era anche implicito.
Ecco, vi ho partecipato dei miei sogni......se qualcuno ce ne avesse di simili si faccia avanti, almeno li condividiamo.
Se poi qualche ameno lettore avesse dei soldi da investire, o da buttare, o da spendere, a seconda dei punti di vista ....].
La realtà di oggi è la solita quiche, fatta con la brisèe alla ricotta (200 farina, 100 ricotta, 50 burro, un uovo intero) dentro cui, oltre al solito "apparecchio" (300 di latte, 200 di panna, tre uova, sale, pepe e noce moscata) ho messo i fiori delle zucchine e la menta piperita. E un po' di mozzarella pugliese grattuggiata).
Tutto lì.
Mi raccomando imburrare la teglia di sotto.
Provare per credere, eccola:
Le colature di brisèe mi piacevano molto!