Lo scorso weekend è stato bellissimo.Non solo perché avevamo bisogno di relax e di vicinanza, di dolce far niente e di pigrizia assoluta, ma anche perché siamo stati in posti fantastici.
Non ero mai stata prima ad Alba ed il pranzo di sabato è di quelli che - come ama dire chi sa - non è un pasto, è un'esperienza.E noi ce la siamo regalata tutta senza badare a spese, naturalmente se siete di quelli che pane e formaggio vi fa uguale (pur che pane e formaggio sono anche loro un gran mangiare) potete smettere subito di leggere, tutto ciò non vi dirà nulla.Ristorante stellato con chef giapponese, tartufo che ne sento ancora intorno il profumo, vino che io non me ne intendo, ma anche una capra come me si rende conto che è una delizia per il cuore oltre che per il palato.
Sono convinta che non ci sia di peggio che stare a tavola con qualcuno con cui non c'è sintonia. Sarà che sono una ferma sostenitrice della soddisfazione degli appetiti, tutti, e senza intesa è come mangiare a metà.Guardarsi assaporando lo stesso boccone, sapendo che quella meraviglia si sta sciogliendo in bocca procurando le stesse sensazioni è quanto di più simile vi sia all'orgasmo.
Mi ricorderò di sabato a lungo ed è un'esperienza che fa il paio con quella di quest'estate in Croazia quando siamo stati qui. Sicuramente in quel frangente, oltre al luogo surreale in cui abbiamo cenato, parte dell'atmosfera magica che ci circondava era dovuta ai due (tre?) Cosmopolitan che mi ero fatta a stomaco vuoto sul lungomare di Rovigno prima di inerpicarmi sulla salitella che porta alla fine di Montalbano.
Ma va detto anche che sono una che non ha mai fatto da allegra nulla che non avrebbe rifatto da sobria. E che mangiare e bere bene sono uno di quegli ambiti in cui la qualità (delle esperienze) è inversamente proporzionale alla quantità.
Poi ieri sera zuppetta leggera per espiare il weekend. Il resto del calore, invece, sempre in gran quantità.