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La ragazza degli abbracci di Granada

Creato il 24 settembre 2015 da Elisa Pasqualetto @LizAu87

Granada la ragazza degli abbracciI viaggi regalano emozioni forti, mostrano cose che a casa propria forse non si noterebbero neppure e non mi sto riferendo a monumenti particolari o a piatti tipici, ma alle persone che incontri durante il tuo cammino, a coloro che danno quel tocco in più al tuo viaggio e che lo rendono unico nel suo genere.

A Granada ho incontrato la ragazza degli abbracci, così mi piace chiamarla perché non conosco il suo nome, e probabilmente non la incontrerete lí di nuovo, ma in qualche altro luogo tra qualche tempo.

Passeggiavo per le strade di Granada lasciandomi affascinare dallo spettacolo dell’Alhambra e dai vicoli del quartiere di Albaicín, ma giungendo poi in Plaza de Santa Ana (vicino a Plaza Nueva) ho incontrato lei, la ragazza degli abbracci.

Si muoveva lentamente a tempo di musica, una musica suonata da un gruppetto di ragazzi a pochi metri da lei, erano melodie provenienti da un paio di chitarre classiche, melodie dolci e rilassanti e lei ondeggiava sulle sue gambe, bendata e con le braccia aperte.

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L’ho guardata per un secondo, cercando di capire, poi ho letto il cartello che aveva scritto a mano su di un cartone trovato chissà dove “yo confio en ti, tu confias en mi? Abrazame” (io ho fiducia in te, tu ce l’hai in me? Abbracciami.”.

Non so cos’è scattato in me, ma lasciando la borsa al mio compagno di viaggio, mi sono diretta verso di lei e l’ho abbracciata, in silenzio.

L’ho stretta forte e ho sentito le sue braccia stringersi intorno a me.

Siamo state abbracciate in silenzio, seguendo la musica per un tempo che non saprei descrivere. Mi sono sentita in pace.

Strano no? Un abbraccio tra due sconosciute, di paesi diversi, ma che hanno condiviso un momento che non dimenticherò, solo per le emozioni che mi ha trasmesso.

Ci siamo parlate un minuto mentre ancora eravamo abbracciate.

“Gracias” le ho detto.

“Que preciosa, que abrazo lleno de amor, gracias a ti”

Ci siamo staccate sorridendo, appoggiando le nostre fronti l’una sull’altra tenendoci le spalle augurandoci buona fortuna a vicenda. Ridendo. Inspiegabilmente.

L’ho baciata in fronte e l’ho salutata.

I ragazzi a lato hanno smesso di suonare e ci hanno guardato dicendo qualcosa che in spagnolo suonava più o meno così “que maravilla, que bonito abrazo”.

Io ho ripreso la mia borsa e ho continuato il mio cammino, lei il suo, ondeggiando a tempo di musica e aspettando il prossimo abbraccio.

Lei non chiede denaro, non ha nemmeno una vaschetta per raccogliere le monete, ma se si ha piacere le si può comunque lasciare qualcosa.

Lei è riuscita a cambiarmi la giornata, a farmi vedere come un gesto semplice possa essere vero e profondo anche tra sconosciuti.

Spero possa capitare anche a voi qualcosa di così magico e diverso.

Yo confio en ti, tu confias en mi?

(Il gesto è stato talmente spontaneo, che non ci sono foto a testimoniarlo, sfortunatamente.)


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