Un treno corre sui binari; all’interno degli scompartimenti c’è il solito campione di varia umanità.
C’è Giulia, una bella e affascinante prostituta, che per agganciare i clienti si serve dell’aiuto dell’amico capotreno, c’è Anna con suo marito, con il quale vive un momento di profonda crisi,.
Ancora, ci sono la signora Mary, affetta da una grave malattia accudita amorevolmente dal marito,la famiglia Sino composta da marito moglie e dalla giovane figlia di costoro ovvero la bella Elena, alla quale il padre è legato in maniera ossessiva.
In ultimo ci sono due uomini completamente diversi fra loro, sia come carattere sia come ruolo: Pierre è un detenuto, ammanettato e scortato da un poliziotto ligio al suo dovere.
Silvia Dionisio
A questo gruppo di persone si aggiungono tre teppisti, David , Elio e Nico che ben presto mostrano di non aver alcuna intenzione di far viaggiare tranquillamente gli occupanti del treno.
Iniziano a molestare a turno tutti gli occupanti del treno e alla fine riescono anche ad appropriarsi della pistola del poliziotto che scorta Pierre e da quel momento gli occupanti degli scompartimenti precipitano in un incubo.
La prima a pagare le conseguenze dell’incauto gesto del poliziotto, che si è fatto derubare dell’arma di ordinanza è Giulia, che viene costretta a prostituirsi gratuitamente con i viaggiatori, mentre Anna viene portata in una toilette e violentata dai teppisti.
La signora anziana, già gravemente malata, muore per un arresto cardiaco mentre anche la giovane Elena è costretta a subire le attenzioni del gruppo.
La situazione precipita, ma a risolvere il tutto ci penserà proprio l’unico vero prigioniero del treno, il detenuto Pierre che coraggiosamente affronterà i tre.
Riuscirà a vincere la partita e probabilmente anche a trovare l’amore nella riconoscente Giulia.
Pallido e sciatto clone di L’ultimo treno della notte, La ragazza del vagone letto esce nel 1979 e mescola con furbizia alcuni stilemi del genere Thriller/giallo con l’erotismo più smaccato.
Il prodotto che ne consegue è un film barboso e poco credibile, oltre che mal recitato e dall’esito finale scontatissimo.
I tre teppisti in puro stile Arancia meccanica terrorizzano gli sventurati passeggeri, ma sembrano più in preda a frenesie sessuali che a raptus di violenza.
Così tra una sodomizzazione e uno stupro, tra dialoghi ferocemente stupidi e imbarazzanti colloqui tra i protagonisti, il film scivola nella noia più assoluta verso l’happy end con i colpevoli puniti con la morte e i vari protagonisti che possono ritornare alla vita di tutti i giorni.
La banalità viene assunta quindi a emblema finale di un film davvero brutto e incolore, che il regista Ferdinando Baldi, autore di una sfilza di film poco interessanti non riesce in alcun modo a vivaccizzare nè rendere interessante alcun passo del film stesso.
Davvero poca cosa anche il cast, in cui l’unica a recitare su un livello appena sotto la sufficienza è Silvia Dionisio; tutti gli altri protagonisti o vanno oltre le righe o sono autori di una prova opaca e senza mordente.
Tra di essi c’è Zora Kerova, inespressiva e da ricordare solo per i numerosi nudi esposti, oltre a Venantino Venantini autore di una prova piatta come poche.
Un film da scansare assolutamente, anche perchè privo di qualsiasi interesse che non siano le genrose nudità delle protagoniste.
E’ davvero difficile ambientare un film su un treno, location claustrofobica come poche; per poter dare un senso di oppressione occorre però avere ritmo, senso del colpo di scena, attori all’altezza.
Poichè a La ragazza del vagone letto manca in assoluto tutto ciò….
La ragazza del vagone letto, un film di Ferdinando Baldi. Con Venantino Venantini, Carlo De Mejo, Silvia Dionisio, Werner Pochat, Zora Kerova, Andrea Scotti, Giancarlo Maestri, Antonio Maimone, Gino Milli
Drammatico, durata 93 min. – Italia 1979.
Silvia Dionisio – Giulia
Werner Pochath – David
Zora Kerova – Anna
Gianluigi Chirizzi -Peter
Carlo De Mejo – Ernie
Giancarlo Maestri – Il poliziotto
Fausto Lombardi Fausto Lombardi …
Gino Milli – Il capotreno
Antonio Maimone – Il signor Hobbes
Roberto Caporali – Il padre di Elena
Gianfranca Dionisi – La madre di Elena
Rita Livesi – La signora Mary
Fiammetta Flamini – Elena
Venantino Venantini – Michele
Le recensioni appartengono al sito www.davinotti.com
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Tre delinquenti spadroneggiano su un treno facendo brutto e cattivo tempo. Il controllore gestisce anche un extra: Giulia (Silvia Dionisio) piacevole ragazza ospite fissa d’un vagone letto che a pagamento non disdegna compagnia. Anna (Zora Kerowa) è la prima a subire l’attacco di due scalmanati erotomani che saranno contrastati nel loro folle piano di supremazia da un prigioniero politico. Debitore sino all’osso del più raffinato e significativo L’Ultimo Treno della Notte, il film di Baldi (girato back to back con La Compagna di Viaggio) spinge molto (ma con semplicità) sul pedale dell’erotismo.
Sgangherato thriller ferroviario scritto da Montefiori probabilmente dopo un viaggio su un diretto Milano-Reggio Calabria, e regia (?) di un Baldi ben lontano dai suoi fasti western. Attori cagnacci in confezione da tv-movie di Reteitalia che fu, sprecate la Dionisio e la Kerowa che dice scemenze stile Giovanna Melandri, improbabilissimo Carlo De Mejo come vigoroso copulatore che si fa tutte e tre le donne (di cui due consenzienti) potabili del vagone. In mancanza della TAV, ci si affida al telecomando.
Maldestro e povero di idee. Un rape and revenge che si rifà all’ottimo L’ultimo treno della notte, ma che sceglie di concentrarsi sul sesso spinto e sulle solite violenze teppistiche, perpetrate da tre balordi guidati da Pochat, da sempre specializzato in ruoli da psicopatico. La vendetta – messa a punto da un improbabile Chrizzi, con la sua faccia da chierichetto in licenza – è debole e quasi sempre mostrata off-screen. Discrete le musiche di Giombini.
Un filmetto. Le intenzioni di critica alla borghesia sono velleitarie mentre il regista si dedica con impegno decisamente maggiore a mostrare le grazie delle sue attrici. Però c’è da dire che le scene erotiche sono lunghe e spesso francamente noiose… insomma un film evitabile. Certo, la Dionisio è sempre la Dionisio.
Baldi indugia molto sull’erotismo e presenta poca violenza, forse con un pizzico in più il film sarebbe potuto migliorare un pochino. Non che la visione sia impossibile, il film scorre, ma probabilmente questo titolo è il più debole del genere. E poi la tematica della borghesia ricca e corrotta peggio dei 3 criminali era già stata molto abusata all’epoca. Cast ottimo, in compenso, con un Pochat in parte (forse anche troppo). Se siete appassionati del genere gradirete, ma non è un capolavoro.
Sexploitation decisamente modesto che tenta di rifarsi a L’ultimo treno della notte risultando, però, di livello assolutamente non paragonabile a quello del notevole film di Lado. Qui la confezione è decisamente poco curata, la trama e i dialoghi sono decisamente mediocri, così come gli attori (l’unico minimamente espressivo è Carlo De Mejo che, però, è totalmente fuori parte) e il tutto è sorretto (si fa per dire) delle nudità delle attrici. Molto sesso, pochissima violenza, ma nel complesso non ci si annoia eccessivamente.
Un film piuttosto mediocre, ma la cosa sconcertante è il montaggio che davvero non aiuta a risollevare il film dalla noia assoluta. Gli attori fanno del loro peggio, ma certamente con quei testi perfino Robert De Niro avrebbe sfigurato! Scene a carattere sexy piuttosto frequenti, ma a parte la bellezza della “cerbiatta” Silvia Dionisio, rimane poco. Evitabile, ma una certa fama di culto (trash) lo ha ottenuto.
Nonostante lo sceneggiatore Luigi Montefiori sostenga di essersi ispirato a tutt’altro, è palese l’influenza di L’ultimo treno della notte di Lado su questo film di Baldi, tanto da sfiorarne il plagio. Ancora borghesucci sessualmente viziosi, delinquenti che prendono in ostaggio un vagone pieno di gente, ancora stupri e violenze assortite. Ma purtroppo manca il cinico realismo e la brutalità del film di Lado e Baldi sembra più interessato a girare un soft-core. Tuttavia il cast non è male (ottimi Pochat e De Mejo) e il ritmo è discreto. **
Mamma mia! A parte le belle Dionisio e Kerowa c’è davvero poco da salvare in questo film più simile a un porno-soft che a un “violenza e vendetta”. Le scene di violenza sono poche, in compenso il film si concentra sui rapporti sessuali: uno ottenuto col ricatto e due consenzienti o quasi. Ignobile.
Che noia ragazzi, nemmeno le scene di nudo (noiose ed improbabili pure quelle) risollevano questa pellicola del buon Baldi. Attori che a mio modo di vedere non sono affatto adatti al ruolo assegnato, fatta eccezione solo per Werner Pochat. Ma chi l’ha girata questa pellicola, Blindman?
I vizi non appartengono solo ai banditi: è un po’ questa la morale (banale) che Baldi ci vuol raccontare. Un film scritto da Eastman e messo in scena su 2-3 vagoni letto di un treno a lunga percorrenza. Il riferimento, non velato, è ad Aldo Lado e al suo capolavoro L’ultimo treno della notte. Qui si rimane nell’ambito del b-rape’n'revenge, senza toccare quei tasti di ribellione interna che animarono Enrico Maria Salerno. Come sempre, bellissima Silvia Dionisio (e anche Fiammetta Flamini).
Filmaccio. Copia l’idea de L’ultimo Treno della Notte senza avere la minima ispirazione, forza e tensione. Manca tutto: la recitazione, la sceneggiatura, la violenza… Unica certezza è la ripresa notturna del passaggio del treno, riproposta ossessivamente ogni tre minuti, a nascondere l’imbarazzo del regista quando non sa più cosa proporre o far dire agli interpreti. Resta qualche ripresa insistita da porno soft. Terribile.
Rape & revenge piuttosto brutto dove, purtroppo, si indugia troppo sul lato rape e poco su quello revenge. Più di metà del film infatti indugia sulle violenze, principalmente sessuali, perpetrate da tre balordi su ogni donna presente sul treno del film. Il finale che dovrebbe suggellare gli stilemi del genere con una gran vendetta sui tre malandrini viene trattato in maniera troppo sbrigativa. Peccato… Da vedere solo per la presenza delle belle Kerowa e Dionisio.