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La realtà è scomparsa, meno male che c’è la letteratura

Da Marcofre

L’aspetto positivo del Web, è che ti allontana dalla televisione: per fortuna.
Per informarmi non ricorro certo ai telegiornali; un clic, e posso leggere la prima pagina del quotidiano “Le Monde” o del “New York Times”. C’è l’ostacolo della lingua? Basta impararla, gratis: ci sono un’infinità di risorse che aspettano solo persone volenterose.

Tutta questa tirata per arrivare a una considerazione molto semplice e che la maggior parte delle persone ha già fatto propria: la realtà è scomparsa. Almeno dai canali che dovrebbero informarci.
La politica estera è sempre stata la cenerentola delle notizie; perché qualcuno se ne occupi, deve esplodere una bomba a Nuova Delhi, oppure ci deve essere qualche rivolta in Nigeria, oppure in Libia. E una volta esaurito l’argomento, senza alcun tentativo di andare oltre la cronaca dei fatti, cala il silenzio.

E’ il resto a essersi dissolto. Le persone non ci sono più, dilagano le caricature. E siccome le persone sono sparite, anche argomenti non certo secondari come l’economia, il lavoro, la povertà, sono assenti.
Forse per la letteratura, o per chi non ha voglia di inseguire mode, si aprono nuovi orizzonti. Non sto dicendo che adesso, vista la latitanza della televisione, di molta stampa, si debba parlare di certi argomenti; ciascuno è libero di scrivere quello che desidera.

Di sicuro la letteratura, in combutta con la qualità, e il Web, può dire una parola differente. Per chi vuole ascoltarla, certo; ma anche per chi pure distratto, è a caccia di qualcosa di autentico. Perché consapevole dell’artificiosità dell’immagine del Paese che viene proposta. C’è spazio insomma, per storie e persone. Per uno sguardo attento e onesto.

Non sarà facile, ma mi sembra una bella sfida. Non so se la letteratura ci salverà; che almeno, ci racconti qualcosa di autentico, fatto di persone.


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