Magazine Società
Mi sembra che la gente ormai, in questo coro di voci multimediali da cui è circondata, giornali, televisione, radio, podcast, social network, quasi per timore che la propria voce si perda in questo turbinio di informazioni, senta sempre più il bisogno di esternare le proprie impressioni. Lo fa iscrivendosi su Facebook o Twitter, o magari aprendo un blog. Chatta, invia, inoltra, pubblica. Fin qui tutto ok.Internet è uno strumento, e come tale è insuscettibile di venir valutato bene o male, poiché il giudizio dipende dall'utilizzo che di esso si fa. Così può essere Internet un'enorme cassa di risonanza dei nostri pensieri, se si rimane quelli di sempre, se si rimane coerenti; se siamo sempre noi a controllare Internet, e non è lui a fare il contrario. Altrimenti diventa un circolo vizioso. Finché non sei portato a scrivere ciò che scrivono gli altri, perché lo fanno gli altri, perché sono gli altri: amici, autorità, media, chiunque. Finché non assistiamo a una specie di dissociazione tra ciò che pensi e ciò che scrivi, tra ciò che sei e ciò che appari. Ho conosciuto non poche persone condividere link e scrivere cose che mai avrei attribuito a loro sentendole vedere o parlare per strada. Non interessa più l'essere, l'importante è apparire. E su Internet ovviamente è la cosa che riesce meglio. Dicono che su Twitter vieni giudicato dal numero di tweet che hai mandato nel corso della tua "vita virtuale"; che sei ridotto a un numero. Quantità, non qualità della vita. Io ho collezionato 563 tweet per ora. Sono troppo vecchio o troppo giovane?
A chi chiedo risponde che riuscirebbe tranquillamente a sopravvivere anche senza socials. Sinceramente credo che ormai in molti non riusciremmo a vivere neanche regredendo solo allo status di Internet 1.0, quello per intenderci senza blog, social network, youtube e cose del genere. L'Internet appena nato di quando eravamo bambini, quella cosa nuova che ogni tanto catturava la nostra attenzione nel computer del papà accanto alla cartella "giochi". Che ci sembrava, appunto, solo un gioco.
Pulchra vobis
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