Magazine Media e Comunicazione

La redenzione del buon gusto

Creato il 13 ottobre 2011 da Dallenebbiemantovane

Era da un pezzo che non vi deliziavo con i miei vizietti televisivi: colpa dell'estate prolungata, che fa uscire di più e indulgere di meno a questo vizio solitario.
Tra l'altro non ho ancora guardato una sola puntata dello zio Fazio, ma vabbé.
Ieri sera, invece, neanche coi carri armati sarebbero riusciti a smuovermi dal divano: su Real Tv c'era Ma come ti vesti? e non potevo perdermelo!
Che cos'è Ma come ti vesti? è presto detto: ci sono due carogne, una carogna uomo e  una carogna donna, che per 60 minuti comprese le interruzioni pubblicitarie insultano una tizia (sempre donna) che è stata mandata loro da amici/familiari/colleghi per essere rieducata al buon gusto nell'abbigliamento.
Si tratta insomma di un moral play medievaleggiante, dalle finalità salvifiche, con pochi personaggi:
- protagonista (la vittima da salvare da se stessa, che chiameremo la Sventurata)
- antagonisti (finto-cattivi ma in realtà buoni, che chiameremo i Due Stronzi)
- coro greco (i conoscenti che hanno messo in contatto la protagonista con i suoi salvatori, che chiameremo Conoscenti).
La struttura morale sottesa al testo è chiarissima:
- la protagonista ha peccato tutta la vita contro il buon gusto e spesso anche contro il buon senso (sin);
- il buon cuore dei suoi conoscenti la introduce al regno della salvezza (salvation)
- il buon gusto e lo spiccato senso estetico dei suoi salvatori le permette di capire il suo errore e di salvarsi in extremis dalla dannazione eterna di vivere tra le prese in giro di chi la circonda (redemption).
Il canovaccio è abbastanza rigido e segmentato nelle seguenti fasi:
- i Conoscenti fanno un accorato appello ai Due Stronzi perché facciano rinsavire la Sventurata;
- la Sventurata viene introdotta ai suoi aguzzini, assieme al suo guardaroba (abiti, scarpe e accessori), che verrà diviso in tre bidoni: nero (da buttare), rosa (da tenere e valorizzare) e verde (da riciclare in altre forme);
- i Due Stronzi spiegano alla Sventurata dove e perché sbaglia, in relazione ai trend della moda, alle forme e agli accostamenti di colore delle sue mise, al suo fisico; le suggeriscono cosa invece le si confà; la Sventurata cerca di difendere le proprie (indifendibili) convinzioni estetiche e spiega a cosa non può rinunciare;
- i Due Stronzi forniscono alla Sventurata una carta di credito con 1.500 euro di spesa, la mandano (da sola) a fare shopping e intanto seguono e commentano in video le sue scelte;
- le scelte della Sventurata si rivelano invariabilmente disastrose perché la poveretta non ha ancora imparato, così vediamo i due precipitarsi su una spider azzurra a salvarla, portandola in un altro negozio, scegliendo loro (ma tenendo conto dei gusti della Sventurata), facendole indossare i capi davanti allo specchio e mostrandole il miglioramento (in sovrimpressione i prezzi di ogni mise, costosi ma non proibitivi);
- la Sventurata viene sottoposta a una seduta di trucco e parrucco che ne valorizza il viso e la capigliatura;
- i risultati finali vengono sottoposti dapprima ai due Stronzi, e poi ai Conoscenti della Sventurata, che unanimi apprezzano, commossi, il cambiamento;
- nella fase appena vista c'è il rito del "mai più senza", cioè un riepilogo delle cose che stanno meglio alla Sventurata in relazione al suo tipo fisico e psicologico, e che ella dovrà d'ora innanzi indossare più spesso possibile: può essere un colore, una lunghezza di gonna, una forma di pantalone...
Be', c'è da morir dal ridere.
I tempi comici, le facce stupefatte dei due maestri di stile, i loro commenti al vetriolo, la presa in giro sistematica... sarà anche un reality, ma è congegnato come una sit-com, in cui al termine di ogni puntata i nodi verranno al pettine e tutti i problemi si risolveranno.
Se fosse una fiaba, sarebbe quella di Cenerentola, con la povera fanciulla redenta non dall'amore di un principe, ma dal denaro e dal buon gusto della coppia. Un filosofo potrebbe approfondire a meraviglia la lezione estetica e fenomenologica, ma io più di così non posso fare.
Inutile dire che quando ne ho accennato a mia mamma, ho scoperto che lo guardava anche lei e che la prima cosa che ha pensato è: ci dovrei mandare mia figlia. Be', si sbaglia: io mi vesto molto meglio di lei, sappiatelo!
Per i vostri mercoledì in casa: se volete una botta di buonumore, buona visione!


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog