Autore: Susanna Gregory
Titolo originale: A Bone of Contention
Traduzione di Fabrizia Villa Rigerli
Casa Editrice: TEA
Prima edizione: Settembre 2011
Pagine: 426
Prezzo: € 9,00
Trama: Cambridge, settembre 1352. L’anno accademico sta per cominciare e Matthew Bartholomew, docente di arte medica presso il Michealhouse College, vorrebbe dedicare gli ultimi giorni liberi al completamento della stesura di un trattato sulle febbri. In realtà, sembra che la città stessa sia in preda a una violenta febbre: dopo alcuni aspri scontri tra gli studenti e la popolazione locale – scontri fomentati da qualcuno che agisce nell’ombra con uno scopo tanto preciso quanto misterioso –, viene ritrovato il cadavere di James Kenzie, uno studente scozzese, al quale è stato sottratto un prezioso anello, pegno d’amore della giovane Dominica Lydgate. Ben presto la tensione a Cambridge raggiunge il parossismo, anche perché, mentre si avviano le ricerche per trovare l’assassino di James, Dominica scompare senza lasciar traccia. E neppure lo straordinario ritrovamento di alcune ossa della mano del martire Simon d’Ambrey riesce a conciliare gli animi, anzi scatena una furibonda lotta tra i college, ansiosi di accaparrarsi la reliquia e soprattutto il denaro dei pellegrini che verranno a onorarla. L’unico che si sottrae alla frenesia collettiva è proprio Bartholomew che, scettico e perspicace come sempre, raccoglie con pazienza indizi e formula ipotesi. E sembra pure l’unico a essersi accorto che, nella mano scheletrica del sant’uomo, è stato infilato un anello identico a quello rubato..
RECENSIONE Si sa che i giovani studenti universitari sono spesso turbolenti. Ma accadeva anche a Cambridge nel 1352? A quanto pare sì. In una cittadina in cui le tensioni fra cittadini e istituzioni universitarie (gestite dagli ordini religiosi) erano al limite, e sfociavano spesso in scaramucce e talvolta in rivolte, in una cittadina che era appena stata decimata dalla Peste Nera del 1348, e che stava cercando di risollevarsi dai disastri provocati dall’epidemia; in una Cambridge in cui gli studenti provenivano da diversi ordini religiosi (francescani, domenicani, benedettini, ecc.), e da diversi popoli (inglesi, francesi, scozzesi) spesso in contrasto fra loro; in un periodo in cui bastava pochissimo per dichiarare un morto ‘martire’, ‘beato’ o addirittura ‘santo’ per poter venerare le sue reliquie (la cui vendita rappresentava un commercio lucrativo grazie a pellegrinaggi e donazioni da parte di grandi folle); in un’era in cui la medicina più tradizionale si basava sull’astrologia, e le norme di igiene erano considerate quasi un’eresia, vediamo dipanarsi gli eventi di questa terza indagine di Matthew Bartholomew.
Tutto comincia quando Robert Thorpe, direttore dell’ostello Valence Marie, comincia a far dragare il King’s Ditch alla ricerca delle reliquie del martire Simon D’Ambrey, che dopo aver aiutato la popolazione, è stato ingiustamente accusato di furto e poi ucciso 25 anni prima dei fatti di cui ci occupiamo. Il ritrovamento di una sua reliquia porterebbe all’ostello grande prestigio e grandi ricchezze, e Thorpe è deciso a ritrovare le ossa del beato a qualsiasi costo. Fratello Michael, il prefetto anziano dell’Università di Cambridge, insieme con il medico Matthew Bartholomew, si reca al Valence Marie per analizzare le ossa che vengono ritrovate, e per stabilire se si tratti effettivamente delle reliquie agognate da Thorpe o se siano il prodotto di un delitto più recente. Intanto la tensione è palpabile fra studenti e popolazione, ed anche fra gli studenti dei vari ostelli ci sono dissapori e risse. Alcune ore dopo aver partecipato ad una rissa, il corpo di uno studente scozzese, James Kenzie viene ritrovato nel Ditch. Ma l’anello che Dominica, la sua amante, figlia di Thomas Lydgate, direttore del Godwinsson, gli aveva donato, è scomparso.
Le indagini ruotano attorno ai tre ostelli Valence Marie, Godwinsson e David’s (in cui sono ospitati gli studenti scozzesi fra cui era Kenzie), ma Kenzie non sarà l’unica vittima su cui Bartholomew si troverà a dover indagare. In città, infatti, scoppiano disordini, con saccheggi e distruzioni. Fra i cadaveri Matt, troverà quello di una giovane donna bionda sfigurata. Potrebbe trattarsi di Joanna, una prostituta, ma anche di Dominica, la figlia di Lydgate che è scomparsa dalla circolazione da qualche tempo. I delitti e i colpi di scena continuano a susseguirsi fino all’ultima pagina.
Susanna Gregory riesce ad analizzare nel dettaglio le condizioni di vita dell’Inghilterra medievale. E la città di Cambridge, una città universitaria fin dal Medioevo, offre uno scenario affascinante, in cui si vede il brulicare della popolazione, un’animazione che rende la cittadina realistica e viva. Le donne, a cui non era consentito di accedere agli studi, sono relegate all’esterno della cittadella universitaria, a maggior ragione perché studenti e docenti di solito appartengono agli ordini ecclesiastici; quasi tutte sono considerate alla stregua di prostitute da buona parte dei membri del college, specialmente se sono abbastanza intelligenti da riuscire ad essere indipendenti.
La medicina e la chirurgia sono a livello quasi primitivo, l’igiene è scarsa e il salasso sembra essere il rimedio a tutte le malattie (come sarà ancora per secoli). Inoltre una delle materie fondamentali per gli studenti di medicina è l’Astrologia che è la scienza su cui fa affidamento soprattutto la Chiesa. Per questo medici innovativi come Matthew Bartholomew sono considerati al limite dell’eresia. Naturalmente Matt non presta la minima attenzione al quadro astrale dei suoi pazienti, essendo un medico che sembra avere delle nozioni superiori (e, diciamolo chiaro, moderne) di medicina, spesso malviste dai conservatori.
La narrazione esterna segue sempre la figura di Matt Bartholomew, ma è piuttosto impersonale, perché il lettore non sia influenzato dal punto di vista dei personaggi, come è giusto che accada in un romanzo giallo. Lo stile è diretto e pulito, anche perché gli episodi del romanzo sono talmente fitti e intricati che uno stile più complesso ci farebbe perdere il filo della narrazione. I personaggi principali, Matthew Bartholomew e fratello Michael, sono due spiriti arguti, ironici e sempre un passo avanti. Essi contribuiscono ad animare il romanzo con i loro dialoghi sull’analisi del caso.
Leggendo i romanzi delle indagini di Matthew Bartholomew di Susanna Gregory non si può non pensare ad una figura emblematica dei gialli medievali scritti ai nostri giorni: Fratello Cadfael, il monaco erborista di Ellis Peters, che svolge qualche anno prima di Matt Bartholomew le sue indagini nell’Abbazia benedettina di Shrewsbury. L’atmosfera delle due serie è molto vicina, sebbene l’ambiente di Cambridge sia diverso e decisamente più animato, a causa del contesto studentesco, più giovane, più ribelle, e della rivalità fra i vari ostelli. Per chi ha amato Ellis Peters e Fratello Cadfael la Gregory è un ‘must’, per dirla all’inglese.
Una serie decisamente coinvolgente, appassionante, che ci fa immergere nel cuore dell’Inghilterra medievale, in una delle sue istituzioni più antiche e illustri, una ricostruzione storica impeccabile. Un viaggio nel tempo nella Cambridge del XIV secolo… io non vedo l’ora di fare il mio prossimo viaggio!
Le indagini di Matthew Bartholomew pubblicate da TEA:
I segreti di Cambridge (2009)
La setta di Cambridge (2010)
La reliquia di Cambridge (2011)