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La "restaurazione" e la "controriforma" della terza presidenza di Putin determinano il suo posto nella storia

Creato il 15 maggio 2013 da Matteo
Un anno fa è iniziato il processo di formalizzazione definitiva dell'essenza e del posto dell'epoca putiniana nella storia della Russia
Le nostre conoscenze attendibili sul futuro della Russia si esauriscono nel fatto che l'Olimpiade a Soči avrà luogo nel 2014 e il campionato del mondo di calcio nel 2018
01.05.2013
Un anno fa in Russia è cambiato il presidente. Anche se c'è pure una versione alternativa: il presidente in Russia non cambia da agosto 1999, solo qualche volta in questo tempo per cospirazione si è chiamato primo ministro. Comunque sia stato, nel maggio 2012 è iniziato il processo di formalizzazione definitiva dell'essenza e del posto dell'epoca putiniana nella storia della Russia. E' venuto fuori che alle persone che occupano il più alto posto statale all'inizio del ХХI secolo non si sono formate relazioni con il tempo. Uno, malgrado le leggi della fisiologia umana, ha portato tutto il paese a un'ora legale per tutto l'anno. L'altro, malgrado le leggi della storia e del buon senso, ha semplicemente deciso di fermare il tempo. E adesso di far tornare il corso della storia del tutto indietro, sentendo che il suo tempo politico e umano personale fugga irreversibilmente.
La cosa più semplice nella valutazione del primo anno del terzo regno di Putin è catalogare la scomparsa delle pur non particolarmente notevoli tracce della presenza al potere di Medvedev. Non c'è stato alcun ostacolo formale per questa revisione. Infatti Medvedev andò alla presidenza come successore ufficiale di Putin, avevano un "tandem" annunciato ufficialmente. Il Putin del terzo mandato non è obbligato in alcun modo a garantire la successione del corso. E la parola "tandem" nell'attuale lingua politica del paese non esiste più. Come non esiste più neanche la parola "modernizzazione". Neanche tra virgolette.
Prima della sua morte politica il 24 settembre 2011 al congresso di "Russia Unita" Medvedev era riuscito a dare perlomeno due segnali, che avevano seminato speranza tra la gente che sperava nella possibilità di mutamenti ragionevoli "dall'alto". Nell'aprile 2009 concesse un'intervista alla "Novaja gazeta" e il 10 settembre dello stesso anno pure nella niente affatto leale "gazeta.ru" [1] pubblicò l'articolo programmatico "Russia, avanti!". Questi due testi servirono da illustrazione di ciò che Medvedev intendeva con il suo slogan elettorale "La libertà è meglio della mancanza di libertà". In particolare intendeva che il paese aveva bisogno di mutamenti. A dire il vero non politici, ma tecnologici ed economici. Di una perestrojka senza glasnost'. Di Skolkovo come di una riserva, in cui si sarebbe trovata la Russia giusta, libera, che produce senso e brand, così diversa dal resto del paese. Putin ha trasformato il pur estremamente utopico progetto di fondazione di una Russia innovativa su un piccolo lembo di terra nei pressi di Mosca in uno zimbello politico. Adesso Skolkovo figura nello spazio informativo russo esclusivamente come oggetto di procedimenti penali con allusioni alla partecipazione di rappresentanti dell'opposizione all'appropriazione di fondi pubblici.
Medvedev, quando era presidente, ordinò al governo di Putin di preparare lo schema per la liquidazione di tutte le corporazioni statali entro il 1 aprile 2010 (mi pare che la data 1 aprile fosse stata scelta consapevolmente – il presidente difficilmente credeva che il governo avrebbe eseguito il suo ordine. Ma Putin, che aveva fatto delle corporazioni statali uno dei più efficaci mezzi di spartizione di asset nella cerchia più vicina, naturalmente frenò la lotta a questi "aspirapolvere" di fondi pubblici.
Putin dette cortesemente al presidente Medvedev già andato la possibilità, sotto l'influsso delle richieste dell'opposizione, di semplificare la registrazione dei partiti e restituire le elezioni dei governatori e anche di firmare il decreto per la creazione della Televisione Pubblica come un qualche contrappeso ai canali televisivi nazionali trasformatisi in volgare mezzo di propaganda.
Ma tornato al Cremlino, Putin ha tenuto le prime elezioni dei governatori dopo un intervallo di otto anni in modo tale che in tutte le persone ragionevoli sparissero i dubbi sulla loro falsità. E in seguito ha dato alle regioni tutto il diritto di rinunciare alle elezioni dirette dei capi, di cui hanno già usufruito Daghestan e Inguscezia. E ne usufruisce ogni regione in cui il Cremlino ritiene impossibile condurre a qualsiasi costo il suo candidato alla vittoria.
La liberalizzazione della registrazione dei partiti con l'uso attivo della macchina dei brogli totali alle elezioni disperderà ancor di più i voti degli elettori. E i blocchi elettorali, che permettono di consolidare gli sforzi degli oppositori del potere, saranno proibiti legalmente come prima. L'organico della dirigenza della Televisione Pubblica è determinato dal presidente e non dalla società. Cosicché anche qui il Cremlino deciderà cosa far dire e mostrare a questo nuovo canale televisivo.
Neanche a livello di parole si dice più niente sulla riforma giudiziaria. E' stato dimenticato il reset dei rapporti con l'America. Li hanno resettati ancora una volta, ma con un altro "quadro": secondo la versione della propaganda del Cremlino, gli americani uccidono i nostri orfani in quantità industriali e finanziano le organizzazioni no profit che "minano" la Russia. Praticamente non si ricorda neanche la "piccola guerra vittoriosa con la Georgia" – se non con lo scandaloso spezzone di film, in cui si parla del fatto che Medvedev non voleva iniziare l'invasione della Georgia, ma Putin l'ha costretto.
Di Medvedev presidente dopo un anno in tutto è rimasto solo l'ora legale tutto l'anno e un anno di servizio nell'esercito [2]. Ma i discorsi sull'incremento del periodo di servizio vanno avanti sempre più attivamente e l'ora legale va da tempo abolita almeno d'inverno.
Quando Putin andò alle elezioni presidenziali, i politologi pro-potere cercarono di convincere gli avversari del regime che avremmo visto un qualche nuovo presidente, un "Putin 2.0". Ma in fin dei conti Putin "1.0" è stato sostituito da Putin "0.0". Una qualche versione "preistorica", "cavernicola" di un politico pur non troppo progressista. Il potere in tutta serietà, con l'aiuto di leggi scritte nell'amministrazione del Cremlino ha iniziato a lottare con l'offesa ai sentimenti dei credenti nello spirito dell'inquisizione. A cercare "agenti stranieri" tra le organizzazioni no profit. A far rinascere le norme del GTO [3] e l'uniforme scolastica obbligatoria e a introdurre le pattuglie cosacche. Ad assalire le mostre di arte moderna. Ha istituito i prigionieri politici ufficiali, anche se sotto "Putin 1.0" gli avversari del potere erano imprigionati esclusivamente in salsa economica.
I processi esemplari ai rappresentanti del potere si sono trasformati in farsa. Gli ex ministri dell'Agricoltura e della Difesa, che il Comitato Inquirente promette di imprigionare "da un giorno all'altro", sono in libertà. Il membro di "Russia Unita" in vista Vladimir Pechtin, cacciato con scandalo dalla Duma di Stato per un immobile tenuto nascosto a Miami, nello stato della Florida, è designato alla guida di una grande corporazione statale vicina al potere. E al contempo torna alla Duma di stato come consigliere del presidente: perché nessuno dell'élite pro-potere pensi che Putin abbia realmente deciso di lottare con la corruzione tra i "suoi".
Ma la cosa principale non è ciò che Putin fa in tutto quest'anno, ma ciò che non fa e non dice. Tranne le dichiarazioni assolutamente utopiche sui 25 milioni di posti di lavoro per il 2025 (chi lo ricorda? chi controllerà?), il presidente non disegna alcuna immagine del futuro per il paese. Nessuna in generale. E' già stato indirizzato alla pattumiera della storia perfino lo slogan "Il piano di Putin è un piano di vittoria", con cui i membri di "Russia Unita" andarono alle elezioni della Duma nel 2007. Non c'è alcun piano. Le nostre conoscenze attendibili sul futuro della Russia si esauriscono nel fatto che l'Olimpiade a Soči avrà luogo nel 2014 e il campionato del mondo di calcio nel 2018.
Questa scandalosa, abissale assenza di futuro del paese del presidente che ha vinto il popolo è anche la quintessenza del ruolo definitivo del putinismo nel destino della Russia. L'epoca di Putin si rivelerà come un non tempo, un buco nero nella storia russa. Un fossato tra il breve, soffocato tentativo el'ciniano di creare una Russia sensata sulle rovine dell'impero sovietico e i nuovi tentativi dei nostri posteri di fare di questo gigantesco territorio qualcosa di adatto alla normale vita del paese. Se, certamente, la Russia si conserverà in generale negli attuali confini.
Nel 2000 il terreno della storia russa è crollato per l'ennesima volta. Quando e a che prezzo sarà liquidato questo crollo del terreno lo sa Dio…
Cos'è cresciuto sotto Medvedev ed è stato tagliato sotto Putin Bisogna pensare che Vladimir Putin abbia festeggiato l'anniversario del suo terzo insediamento nella stessa solitudine in cui andò per il centro di Mosca ripulito dalla gente il 7 maggio 2012. Chi avrebbe potuto pensare che della presidenza di Dmitrij Medvedev – tanto persona del sistema quanto qualsiasi grande funzionario – toccasse ricordarci con nostalgia? Ma ecco che tocca. Infatti in un anno dal momento del suo ritorno Putin è riuscito ad abolire quasi tutto ciò che di positivo era riuscito a Medvedev di fare in quattro anni. Perciò l'anniversario del terzo mandato di Putin si trasforma piuttosto nel banchetto funebre per la fine dei poteri di Medvedev e delle sue riforme, che allora sembravano timide.

La depenalizzazione della calunnia Medvedev intervenne personalmente per la cancellazione dell'articolo "Calunnia" dal Codice Penale. Nell'inverno 2011 la Duma di Stato e il Consiglio della Federazione sostennero il presidente quasi all'unanimità.
Tuttavia già nel luglio 2012, quando la stampante infuriata [4] prese a lavorare a pieno regime, i membri di "Russia Unita" proposero di rendere di nuovo punibile penalmente la calunnia. Nell'articolo tornato nel Codice Penale la multa massima è aumentata da tremila rubli a cinque milioni [5] (calunnia ai danni di giudici e procuratori).
Il veto sugli emendamenti alla legge sulle manifestazioni Nel novembre 2010 Medvedev respinse gli emendamenti alla legge sulle manifestazioni. Questi parificavano le azioni con l'uso di mezzi di trasporto alle usuali misure di protesta e proibivano anche di fare istanza a una persona che avesse avuto una pena amministrativa.
Vladimir Putin nel giugno 2012, al contrario, concordò con simili emendamenti e aumentò le multe per violazioni alle manifestazioni (massimo 300 mila rubli [6]). Non rimase a guardare neanche la Duma cittadina di Mosca, che a dicembre dello scorso anno proibì azioni con l'uso di mezzi di trasporto nei limiti del Sadovoe kol'co [7].
La semplificazione della legislazione sulle organizzazioni no profit Nell'estate 2009 Medvedev presentò un disegno di legge sulla semplificazione della registrazione e dei rendiconti delle organizzazioni no profit. Per esempio, dalla lista dei motivi per il rifiuto di registrazione fu escluso il punto, secondo cui "gli scopi della creazione di una sezione di un'organizzazione no profit straniera creano una minaccia all'unità nazionale e al carattere originario" della Russia.
Le organizzazioni no profit vivevano con difficoltà anche prima della nuova presidenza Putin. Ma nell'estate 2012 nella distribuzione sono finite non le organizzazioni no profit straniere, ma quelle russe. Quelle che al contempo ricevono contributi esteri, si occupano di "attività politica" e non sono registrate in qualità di "agenti stranieri" d'ora in poi vengono multate.
Il limite di età dei funzionari Nel dicembre 2010 Medvedev abbassò il limite di età per i funzionari statali a 60 anni. Ma Vladimir Putin nel settembre 2012 tolse dall'azione di questa legge il proprio sostegno di quadri, gli alti funzionari, permettendogli di occupare i posti fino a 70 anni.
Il "reset" dei rapporti con gli USA Durante la presidenza Medvedev a Mosca e Washington riuscì accordarsi subito su alcune questioni complesse. Per esempio, sulla riduzione degli armamenti strategici e di attacco o sulle sanzioni all'Iran per via del programma nucleare.
Con il ritorno di Putin il "reset" si è fermato: nel settembre 2012 in Russia fu chiusa l'agenzia USAID, che aveva finanziato molte organizzazioni no profit per la difesa dei diritti umani e in seguito il presidente in risposta alla "lista Magnitskij" [8] firmò la "legge Dima Jakovlev" [9], che proibisce agli americani di adottare orfani russi.
Le elezioni dirette dei governatori All'inizio di maggio 2012, subito prima dell'uscita stessa, Medvedev restituì le elezioni popolari dei capi delle regioni (a dire il vero, con un filtro municipale). Tuttavia già dopo un anno Vladimir Putin ha permesso ai soggetti della Federazione di decidere da soli se eleggere o no i capi con votazione diretta. Adesso le sezioni regionali dei partiti possono presentare fino a tre candidati, il capo di Stato ne sceglierà tre e invierà le loro candidature all'esame del parlamento locale. Di questo emendamento si sono avvalsi già Daghestan e Inguscezia.
La riduzione delle pene per reati economici Nel dicembre 2011 Medvedev approvò gli emendamenti al Codice Penale che permettevano di scarcerare gli imputati di reati economici non gravi in cambio del pagamento di una multa. E anche se nessuno ha abolito questi emendamenti, Putin si ricorda dell'umanizzazione solo quando gli chiedono degli arresti domiciliari della funzionaria del Ministero della Difesa Vasil'eva. Ma gli organi punitivi continuano a tenere in gabbia i semplici "economici". Tra gli esempi recenti – il caso di Stanislav Kankija [10] (la condanna fu emessa nell'agosto 2012). Che dire poi dei casi economici con motivazioni politiche?
Semën Novoprudskij, "Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/columns/57966.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1] Giornale on-line (gazeta significa appunto "giornale"). [2] Da Medvedev speravano l'abolizione del servizio militare obbligatorio, ma l'ha solo dimezzato... [3] Gotovy k Trudu i Oborone SSSR (Pronti al Lavoro e alla Difesa dell'URSS), programma di educazione fisica nelle scuole orientato in senso ideologico. [4] Soprannome dato alla Duma di Stato per il suo frenetico sfornare leggi da stato di polizia. [5] Cioè da poco più di 70 euro a oltre 123.000! [6] Quasi 7400 euro. [7] "Anello dei Giardini", strada circolare che segna il perimetro del centro storico. [8] La lista dei responsabili della morte in carcere dell'avvocato russo di una finanziaria americana Sergej Leonidovič Magnitskij. [9] Legge "intitolata" al piccolo Dmitrij (Dima) Jakovlev, morto per negligenza dei genitori adottivi americani. [10] Imprenditore condannato nonostante le sue drammatiche condizioni di salute (4 ictus subiti durante la carcerazione preventiva).

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