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La rete nera

Creato il 14 giugno 2012 da Riccardomotti @RiccardoMotti1

Dopo la condanna di 5 esponenti del gruppo neonazista Sturm23 avvenuta nella giornata di Lunedì, oggi (14 Giugno) c’è stata un’altra importante azione portata a termine dallo Stato tedesco nei confronti degli ambienti di estrema destra. Stavolta ad essere colpito non è stato un’associazione materiale di individui, ma Thiazi.net, il più importante forum neonazista della Germania. Questa mattina all’alba, per ordine della procura di Rostock, si è dato il via ad una serie di perquisizioni su scala nazionale ed internazionale, che hanno interessato almeno 24 appartamenti privati ed uffici. L’operazione ha portato al sequestro di una ingente mole di materiale, sia cartaceo che informatico, ed al fermo di 4 sospetti. Inoltre, un totale di 26 persone di età compresa tra i 22 e i 64 anni sono state incriminate. Le accuse sono pesanti, perché si tratta del reato di tentata costituzione di un gruppo criminale, che è lo stesso per il quale i militanti di Sturm23 sono stati appena condannati. Da stamattina, il forum risulta essere offline.

La rete nera

La notizia ha creato parecchio scalpore, perché stiamo parlando di un punto di riferimento fondamentale per gli ambienti dell’ultradestra tedesca, che ospita più di un milione di contributi e si autodefinisce “La più grande comunità virtuale germanica del mondo, il forum di questo tipo più importante e conosciuto in lingua tedesca”. Il solo utilizzo dell’aggettivo “germanico” al posto di “tedesco” è un chiaro riferimento alle supposte ascendenze ariane della Germania, già impugnate in passato dal partito nazista come arma di propaganda. In questo senso, il fulcro dell’azione intrapresa dalla procura di Rostock è il sequestro di ben 2400 testi di canzoni e 1400 supporti audio che Thiazi.net metteva a disposizione degli utenti: sembra che in moltissimi di questi siano stati identificati chiari riferimenti alla negazione dell’Olocausto.

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Come se non bastasse, il BKA (Bundeskriminalamt, ovvero la sede centrale della polizia criminale federale, che si occupa della repressione e prevenzione dei reati penali) ha reso noto che questi documenti sono ricchi di incitazioni all’odio contro immigrati, ebrei e persone con un colore della pelle diverso dal bianco. Questa chiamata alle armi, che prevede azioni violente contro questi elementi della società considerati “impuri”, è stata presa molto sul serio dalla procura, che ha incriminato i 26 simpatizzanti per la produzione e divulgazione di materiale volto a negare l’Olocausto e ad incitare all’odio razziale.

Ovviamente, evitando di cadere nella tentazione della condanna a prescindere, occorrerà aspettare il verdetto del giudice per vedere fino a che punto queste accuse siano dimostrate in sede giudiziaria. Tuttavia, come reso noto da Jörg Ziercke (presidente del BKA), questo atto va inteso come un chiaro messaggio rivolto agli ambienti dell’ultradestra tedesca, che spesso utilizzano forum e altri mezzi virtuali per diffondere la loro ideologia di odio ed intolleranza. Questo tipo di azioni non saranno più tollerate, e i contenuti condivisi sulla rete saranno oggetto di un attento controllo da parte delle autorità che, nel caso del rinvenimento di materiale considerato potenzialmente pericoloso, non esiteranno a compiere interventi eclatanti come quello di stamattina.

La rete nera

In questo senso, non è un caso che a coordinare questa retata sia stata la procura di Rostock. Così come Dresda, anche in questa città dell’ex Germania Est la piaga del neonazismo è lungi dall’essere stata debellata. Tuttavia, non si può tacere sull’impegno concreto che le autorità tedesche stanno mettendo in campo per arginare un fenomeno molto pericoloso, non solo per le azioni violente operate dai militanti o simpatizzanti ma anche per la pericolosità che la diffusione di simile ideologie può avere in una situazione come quella attuale, caratterizzata da instabilità politica ed incertezza economica. Sarebbe bello vedere un impegno simile in Italia, dove invece le autorità continuano a chiudere gli occhi davanti al prolificare, sia nella realtà di tutti i giorni sia in quella virtuale della rete, di organizzazioni che non fanno nulla per nascondere la loro simpatia verso tematiche e simboli cari agli ambienti dell’ultradestra neofascista.

Riccardo Motti


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