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La Rfu piazza uno slam dunk

Creato il 06 maggio 2011 da Rightrugby
La Rfu piazza uno slam dunk La notizia più importante nel mondo del rugby di questi giorni, il trasferimento più clamoroso non è quello di James Hook, Andy Powell o Jacques Brunel: è l'annuncio da parte della Rugby Football Union inglese del reclutamento di Sophie Goldschmidt (nella foto).
Chi è costei? E' una manager che ha iniziato la sua carriera alla Adidas, poi s'è occupata di sponsorizzazioni alla Women's Tennis Association (WTA) rendendola quasi più seguita e remunerativa della controparte maschile, per ricoprire negli ultimi anni la posizione di Senior VicePresident for Europe della National Basketball Association, dove è stata protagonista dell'espansione della regular season del campionato NBA nel Vecchio Continente (Londra, Madrid, Milano etc.).
Cosa farà nella Rfu? Sarà il Chief Commercial Officer della Federazione. Si avete letto bene: vendere. La Union diretta dal nuovo John Steele ha un Direttore Commerciale di prestigio - probabilmente molto ben pagato. Nota bene, dopo aver tagliato cadreghe "politiche" come il Director of Elite Rugby occupata da Rob Andrews.
Il messaggio chiaro e forte del "ristrutturatore" delle Federazione Rugby di gran lunga più importante del Mondo è, meno politica e pippe davanti ai taccuini, più "facts". Il rugby è un prodotto - con buona pace di quelli che "lo sport è tifo e passione" - e come tale va venduto: al pubblico, alle Istituzioni, alle televisioni.
Non è solo questione di cappellini  e magliette: di mezzo e in primis (fuor d'Italia) ci sono opere architettoniche come gli stadi,  definibili come "fabbriche di eventi", con tanto di impiegati e operai (la Rfu possiede Twickenham). Notare che Oltralpe il 60% degli incassi arriva dalgi stadi, con ristoranti e merchandising incluso (anche nel calcio), mentre in Italia l'80% delle entrate è "extra: contributi federali o dalle tv (nel calcio).
Il primo focus è da enfatizzare, per chi si occupi dello sport dal puto di vista professionale e allestire un "prodotto" fruibile, godibile e di ato livello, è l'appeal di campionati e partite, da cui parte tutto: il venirsene allo stadio delle famiglie, la vendita biglietti e dei diritti televisivi (non il viceversa del più sei in tv, più vacche si vendono, come pare pensare qualche tappetaro italiano). Di conseguenza arriva la necessità di attrezzarsi con personaggi in grado di allestire marketing strategy efficaci, con analisi costi-benefici, finalizzati ad espandere contatti,  sponsor, spettatori. Questo fa un Chairman che abbia a cuore la crescita del suo "prodotto", pensa al business, mentre a reclutare allenatori - o meglio, a confermar l'ingaggio se hai in casa uno dei più rinomati - ci pensi chi ne ha le competenze.
Invece altrove ci si interroga sgomenti e si lanciano pensose e bene informate "bombe" su chi saranno i collaboratori di Jacques Brunel. Il quale peraltro deve ancora passare le Alpi visto che inizierà a Novembre.  Non è solo il calcio ad essere arretrato, è proprio una questione di livello.
Del resto, se altrove si parla di Marketing, da noi la Fir ha ancora la "Sala Stampa". coi sarà un motivo no? Par di sentire il rumore delle rotative, il brrring dei telefoni in bachelite nera, il ronzìo del fax, l'attesa per l'emissione del "Comunicato Stampa ufficiale" fresco d'inchiostro ...
Da una parte ci si struttura per il business, perchè coi soldi può costruire e fare iniziative; altrove invece si pensa solo a mantenere le mani sul volante di una auto sempre più vecchia e scassata, ma chissene fin che la guidano i soliti. Prendendosela coi passeggeri perchè si portano appresso troppi bagagli "stranieri".  Ma tanto guarda, hanno appena cambiato meccanico: questo nuovo farà miracoli, vedrai. Nel calcio funziona così, no-o?   

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