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la ributtante discrasia del senso: l’illuminazione empirica del divenire cadaverico

Creato il 09 giugno 2011 da Nefarkafka666

 

la ributtante discrasia del senso: l’illuminazione empirica del divenire cadaverico

Uno degli scempi più straordinari che l’azienda commette è sicuramente ai danni della lingua italiana.

Non voglio ritornare sulla dilangante, dirompente e diarroica esplosione dell’ignoranza che da sempre deflagra all’interno delle pareti della grande azienda. Mi sono già espresso in questo con un peto sonoro.

Non voglio rimarcare come vengano scempiate grammatica e sintassi. Mi sono già espresso in questo con un debole sciacquio del mio intestino.

Non voglio neppure porre l’accento sulla tonante loquela di chi, ignorando i concetti di congiuntivo e condizionale, si permette di cassare protasi e apodosi come inutili sofismi da letterati che distolgono da una comunicazione funzionale e diretta. Mi sono già espresso in questo con una querula e festante emissione peristaltica.

Però non posso fare a meno di provare ribrezzo davanti a tutte quelle costruzioni linguistiche, a quei neologismi che vorrebbero essere colti e nobilitanti o a quei devastanti inglesismi.

In un’azienda non ci sono dei tempi, ma delle tempistiche. Non esistono problemi, ma problematiche. Gli argomenti sono casistiche. L’organizzazione è la logistica. Tutto quello che finisce in istico o che riconduca ad un’idea di tecnico è bello, buono e profuma di fiorellini di campo. Su cui volteggiando e sfarfallano gli operatori skillati, il core della lavorazione, il case study, il top performer e tutte le aberrazioni linguistiche, logiche e concettuali che la vostra mente è in grado di rifiutare. Ma che il culo di qualche senior consuleor sarà in grado di espellere: fumanti, fragranti e placcate di oro zecchino.

Un incubo psichedelico fatto di ignoranza, supponenza e superficialità.

Sarà per questo che dopo una riunione durante la quale ho dovuto tollerare che gli input subissero un processo di imprinting nel curriculo formativo delle risorse sento l’esigenza fisica di leggere Flaiano.


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