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La ricetta di Buffon: coraggio, umiltà e determinazione

Creato il 30 giugno 2012 da Lunastorta79 @marcobeltrami79
La ricetta di Buffon: coraggio, umiltà e determinazione
Fonte: Go-Bari.it
Il traguardo non è ancora stato raggiunto, ma il percorso è stato da applausi. L’Italia ha raggiunto la finale di Euro 2012, un obiettivo assolutamente imprevedibile ad inizio kermesse. Una Nazione intera è scesa in piazza per abbracciare virtualmente i propri eroi, quelli che sono stati capaci di mettere ko la Germania in una sfida che ha rappresentato molto più di una semplice partita. Grinta, cuore, abnegazione, e finalmente gioco. Quel gioco che, all’indomani dell’ultima amichevole pre-Europeo contro la Russia, era soltanto un miraggio e una flebile speranza. Quella speranza concentrata nel più classico dei luoghi comuni: “L’Italia nei momenti di difficoltà riesce a tirar fuori il meglio”. E cosi è stato. Quella squadra bistrattata dagli scandali, dai mugugni per le scelte di Prandelli, dallo scetticismo generale, è riuscita a riprendersi i suoi tifosi, il suo popolo. Al termine della partita contro la Germania, è bastato vedere i volti dei giocatori azzurri per capire la fonte di questi risultati: gote rosse e volti segnati dallo sforzo, ma felici; felici per aver regalato una gioia immensa a quell’Italia che ha un bisogno disperato di esultare, di “esplodere” di gioia. In un curioso parallelismo calcio-politica però, oltre al premier Monti, c’è anche chi predica “rigore” e attenzione nel rettangolo verde, ovvero Gigi Buffon. A fine partita le telecamere hanno immortalato la furia dell’estremo difensore dell’Italia, uscito dal campo visibilmente contrariato respingendo gli abbracci dei compagni. Nota stonata? Atteggiamento fuori luogo? Tutt’altro. Il portiere della Juventus ai microfoni ha giustificato così la sua reazione, dovuta alla sofferenza finale degli azzurri dopo il gol nel recupero di Ozil: “Qua si sta giocando per qualcosa di unico e troppo prestigioso, non è giusto patire gli ultimi cinque minuti e scherzare con il fuoco. Siamo a un Europeo e le partite, quando si può, vanno vinte in maniera agevole. Se con un rimpallo magari facevano 2-2 e poi perdevamo 9-2: questo è un Europeo e le partite se si può si devono vincere. Io non penso alle vittorie, vedo gli atteggiamenti e dobbiamo migliorare molto, siamo giovani magari. Ma i vecchietti come me poi rompono le scatole! Io ho passato la notte a guardare le piazze italiane su Youtube a rivedere gli italiani in piazza dopo i rigori contro l’Inghilterra”. Il numero 1 azzurro campione del Mondo nel 2006 è consapevole di quanto sia stato fatto per arrivare a questo punto. Lavoro, sacrifici e orecchie tappate contro tutto e tutti: uno sforzo troppo grande, una cavalcata troppo preziosa per permettersi il lusso di lasciarsi andare a facili entusiasmi. D’altronde siamo italiani e nei momenti più difficili accediamo a risorse inaspettate, quelle risorse che ora contro la Spagna potrebbero permetterci di trasformare un sogno in realtà, sempre a testa bassa, sempre partendo da sfavoriti.
Marco Beltrami

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