“Senza impresa non c’è ripresa” e “Riprendiamoci il futuro!”: gli slogan lanciati da Confindustria e Radio 24 evidenziano l’importanza dell’impresa privata per lo sviluppo del lavoro, ma per rilanciare l’imprenditoria italiana, afferma Giovanni Palladino, “c’è bisogno di un profondo rinnovamento morale e culturale della nostra classe dirigente; non solo di quella politica, ma anche di quella economica”.
“Stretta alleanza tra capitale e lavoro, difesa e promozione della proprietà privata, sviluppo delle autonomie locali, Stato arbitro e non giocatore, fisco equo e non oppressivo, promozione dei principi di sussidiarietà, solidarietà e responsabilità”: questa la ricetta ‘popolare’ di Palladino, che si rifà al pensiero di Luigi Sturzo e della Dottrina sociale cristiana, i cui precetti sono stati ignorati non solo dalla sinistra ma anche dal più importante partito italiano di ispirazione cristiana.
Continuare a ignorare e a non applicare questa cultura ‘ecumenica’ – termine che, ricordiamo, ha il significato di ‘universale’ – che può essere abbracciata da tutti gli ‘uomini di buona volontà’, “è una grave colpa da parte dei governanti e soprattutto dei cattolici impegnati in politica” continua il segretario di Plf. È giunta l’ora, aggiungiamo noi, che la politica e l’economia facciano propri i principi di eticità e solidarietà del vero popolarismo sturziano all’insegna del ‘servire e non servirsi’, condizione prioritaria per un reale rinnovamento del Paese, al di là delle millantate promesse per uscire da una palude che fa comodo a molti e in cui continuiamo a sprofondare.
MC