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La riforma sanitaria di Obama all'esame della Corte Suprema

Creato il 27 marzo 2012 da Pfg1971

La riforma sanitaria di Obama all'esame della Corte Suprema

La riforma sanitaria di Obama all'esame della Corte Suprema

In questi giorni, la Corte Suprema americana, presieduta da John Roberts, è impegnata in una serie di udienze in cui ascolterà sia le ragioni di coloro che vorrebbero dichiarare l’incostituzionalità della riforma della sanità varata dall’amministrazione Obama sia le ragioni di coloro che vorrebbero difenderla.

 

L’Affordable Care Act, la legge approvata due anni fa - che ha esteso la tutela sanitaria a molti milioni di americani fino ad allora esclusi - è stata portata in giudizio da circa 26 stati (quasi tutti governati da leader conservatori) perché, secondo loro, conterrebbe una clausola contraria alla costituzione.

 

In particolare, la previsione che tutti i cittadini debbano dotarsi di una assicurazione sanitaria (con un aiuto diretto dello stato per coloro che non dispongano di mezzi finanziari sufficienti) pena il pagamento di una tassa.

 

Secondo gli oppositori della legge, tale obbligo andrebbe contro un punto specifico della costituzione, la c.d commerce clause, quella parte che attribuisce al Congresso il diritto di regolare il commercio tra gli stati della federazione.

 

Al di là dei tecnicismi giuridici, tale clausola è stata utilizzata, in passato, sia per far approvare le riforme del New Deal di Franklin Roosevelt, sia la legge sui diritti civili del 1964 con cui, per la prima volta, i neri si videro riconosciuto il diritto di voto.

 

Si tratta ovviamente di un pretesto con cui il partito di opposizione vorrebbe far dichiarare incostituzionale la storica legge con cui Barack Obama è riuscito a estendere a quasi tutti gli americani la copertura sanitaria, un obiettivo di civiltà che tutti i suoi predecessori, da Harry Truman in poi, avevano tentato invano di ottenere. 

 

Se la Corte dichiarasse l’incostituzionalità della legge, questa sarebbe automaticamente abrogata, con la conseguenza di assestare un duro colpo alle chance di rielezione di Obama, tanto più perché la sentenza arriverebbe entro l’estate, a poche settimane dalle due convention e a pochi mesi dalle elezioni di novembre.

 

A parte le devastanti conseguenze politiche, una eventuale abrogazione della riforma comporterebbe anche gravi contraccolpi sulle spalle dei cittadini. Infatti, malgrado l’amministrazione Obama abbia preferito una applicazione graduale della norma con una susseguente modifica a piccoli passi del sistema sanitario, per far digerire meglio le novità agli oppositori della riforma, l’abrogazione dell’Affordable Care Act avrebbe conseguenze immediate sugli americani.

 

Ad esempio, priverebbe di copertura quei ragazzi, figli di genitori assicurati, che con la nuova legge, avrebbero goduto gratuitamente della assicurazione sanitaria dei genitori fino all’età di 26 anni. Oppure, permetterebbe alle società di assicurazione di negare la copertura a tutti quegli individui che per ragioni di familiarità o di altro tipo potrebbero in futuro essere soggetti a determinate patologie.

 

Le cd. pre-existing conditions già oggetto di aspre critiche da parte del regista Michael Moore nel suo Sicko, il film denuncia sulle storture del sistema sanitario americano.

 

Come si è detto, l’abrogazione della riforma potrebbe indebolire di molto le possibilità di rielezione di Obama e ridare speranza alla opposizione repubblicana. Infatti per far approvare la legge di cui si discute, l’ex senatore dell’Illinois ha speso buona parte del suo capitale politico, impegnando quasi due anni di tempo per conseguire un risultato certamente storico.

 

Forse, in presenza di una nuova ripresa della crescita economica, fattore che può solo rafforzare le ambizioni di un secondo mandato di Obama, soltanto una sentenza contraria alla legge potrebbe permettere ad un candidato come Mitt Romney di arrivare alla Casa Bianca.

 

Infatti, anche se nessun repubblicano lo ammetterà mai, se l’economia americana torna a crescere, nemmeno un redivivo Ronald Reagan potrebbe impensierire Obama e la possibilità di un nuovo quadriennio alla Casa Bianca. Non a caso, di fronte a una ormai inevitabile nomination per Romney, il nome più accreditato per completare il ticket presidenziale repubblicano è quello del deputato Paul Ryan, un estremista conservatore capace di presentare una proposta di bilancio tutta sbilanciata in favore di una riduzione delle tasse per i più abbienti a scapito delle cure mediche per gli anziani e gli indigenti.

 

Come a dire, l’establishment repubblicano è ormai rassegnato alla rielezione di Obama e quindi perché sprecare nel ticket presidenziale un nome più spendibile, soprattutto per le minoranze latinos come quello del neo senatore della Florida Marco Rubio? Meglio mandare a sconfitta certa un duo di candidati improbabili come Mitt Romney e Paul Ryan.

 

Le prospettive repubblicane potrebbero diventare più rosee, se la Corte decidesse per l’incostituzionalità della riforma sanitaria. Come è ovvio, l’amministrazione farà di tutto per evitarlo. A parte gli argomenti giuridici, pur importanti, la Casa Bianca, intende prevalere nella futura inevitabile conta dei voti e per farlo ha bisogno dell’assenso di almeno un giudice nominato da un presidente repubblicano.

 

I magistrati della Corte sono nove e quattro - tutti nominati da capi dell’esecutivo democratici - tra cui Sonia Sotomayor e Elena Kagan (nominate entrambe da Obama) voteranno contro l’incostituzionalità della norma. Per prevalere, Obama dovrebbe convincere almeno un membro di nomina repubblicana ad associarsi ai quattro sicuri per la conferma della legge.

 

Non potrà quasi sicuramente essere Samuel Alito, contro la cui conferma il presidente votò nel 2005 quando era al Senato. Lo stesso vale anche per John Roberts, altro candidato avversato dall’ex senatore dell’Illinois. Toccherà allora a Clarence Thomas, nero, nominato da Bush padre, assumere il ruolo di salvatore della riforma sanitaria o a Anthony Kennedy, spesso ago della bilancia in passate pronunce della Corte?  

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