La Ripa di Vieste è un vecchio molo di pescatori, probabilmente il primo porto di Vieste, situato nel pieno del centro storico,si accede attraverso una scala molto lunga non sempre facile da trovare.Dà uno dei più bei panorami che l’Italia possa offrire, accoglie il visitatore con un scenario mozzafiato e con la vista di Punta San Francesco.
E' forse l'unico posto di Vieste che non è stato snaturato dall’uomo nel tempo che, etnologicamente parlando, continua a svolgere la sua funzione originaria perpetrando la cultura del posto e che, pertanto, merita di essere conservato e preservato.In antichità, dove ora sorgono i rigogliosi canneti e gli enormi fichi, attraverso un sistema di terrazzamenti, la gente del posto poteva coltivare la terra;ancora oggi,infatti è possibile trovarvi limoni, fichi e fichi d'india.
Il racconto di un’anziana signora viestana fa sorridere al pensiero che, i bambini che affollavano la ripavenivano sgridati dai pescatori per aver fatto cadere a terra il pomodoro della pizza!!!
Oggi, la Ripaè un posto di cui pochi riescono a vedere la reale bellezza e in cui molti altri non si spingono per via del rischio di crollo della torre sovrastante la scalinatache, tra l’altro è a rischio crollo da più di 20 anni.
I terreni, non più coltivati da decenni, sono abbandonati al loro destino e all'incuria di abitanti e turisti che gettano ovunque rifiuti di ogni genere, infatti, anche la zona degli scogli ne è piena.
A nulla valgono i tentativi di amanti del posto che spesso e “volentieri” cercano di sensibilizzare l’amministrazione comunale e gli abitanti organizzando giornate di pulizia del posto.
Quando si va a fare il bagno alla Ripa passiamo la metà del tempo a raccogliere rifiuti dagli scogli e dal mare, tra l’altro quella non è zona balneare, proprio a causa del rischio di crollo, la segnaletica dice che bisognerebbe stare a 30 metri dalla parete rocciosa, praticamente in mare aperto.Negli ultimi due anni abbiamo raccolto oltre 20 kg di metalli dalla riva e tra gli scogli, tra cui coltelli, cacciaviti, bulloni, batterie, chiodi e tantissime fascette di piombo per le reti, oltre a bottiglie, buste, reti per le cozze, cicche di sigarette e residui di pesca.
La cosa viene tristemente risolta in due maniere:
- Nottetempo "qualcuno" accumula e brucia i rifiuti.
- I rifiuti vengono presi dai luoghi di accumulo e rigettati in mare.
Solo in poche occasioni e attraverso "agganci" al Comune di Vieste si è riusciti a ottenere che venissero a raccogliere qualche busta.
Anche il Trabucco della Ripa, appena ricostruito, è stato ignobilmente bruciato… ma questa è un'altra storia di fondi europei male usati e di scadenze non rispettate.
Un altro infido aspetto è quello della pesca, spesso di frodo, che quotidianamente viene perpetrata, anche durante il fermo biologico imposto. Il punto di vista spiacevole è che si porta in tavola residui di acidi di batterie, metalli pesanti e i risultati degli scarichi di qualche casa o ristorante che dichiarano di aver eliminato ma che continuano a grondare lungo le pareti rocciose, perché fin dall'antichità gli scarichi si gestivano così ma,allora non si usavano tutti i detersivi chimici che utilizziamo oggi.
Il futuro per la Ripa non sembra roseo; pare che qualcuno abbia comprato i gabbiotti dei vecchi pescatori e il terreno antistante.
Tempo fa passeggiando nella zona della Ripa ho incontrato un individuo che stava tagliando il canneto, ho pensato che fosse un operaio del comune e che si fossero finalmente decisi a fare una ripulita per rivalorizzare la storica Ripa, ma la triste realtà era un’altra: si stava spianando di nuovo il terrazzamento con l’intendo di poter aprire un nuovo ristorante.
Sapendo come vanno le cose a Vieste, scommettiamo che in un paio d’anni anche la zona degli scogli verrà data in concessione.
Che tristezza …
di "anonima cittadina viestana"Vieste, 21/10/2014garganistan 2014