Come quegli attimi in cui dopo cena gli ospiti vanno via.
Tu chiudi la porta e ti trovi sola nel tuo silenzio.
Sola con i tuoi demoni, che ormai hai imparato a tenere a bada, a cui sei affezionata quasi, che ti tengono compagnia.
In quel silenzio che ha una sua consistenza, è solido e palpabile.
Nel silenzio fatto di pregressi profumi, rumori, voci.
Bicchieri che tintinnano, profumi d'arrosto e risate.
Come quando hai sete e non puoi bere e poi trovi una sorgente di acqua fresca.
La calma dopo la tempesta.
L'ovatta degli spazi, prima pieni, pieni di tutto, di troppo.
La morbidezza degli abbracci che ti dai da sola, chiudendo gli occhi.
La delicatezza dei passi di un gatto, sul tuo cuore, prima che sul pavimento di casa. Silenziosi.
Silenzio, una cosa a cui non si è più tanto abituati, con tutta questa bulimia comunicativa che ci circonda.
Comunicare qualsiasi cosa, anche la più stupida, grezza, idiota cosa.
Anche quelle a cui non frega un cazzo a nessuno, che sono tante.
Come sarebbe bello se facessimo tutti il gioco del silenzio per un giorno.
Se riuscissimo tutti a mandare via gli ospiti, chiudere la porta e sederci sul divano con il gatto.
Fumare una sigaretta, pensare.
Guardarci dentro e trovare qualcosa.
Guardarci dentro ed essere felici di quello che vediamo. Bello o brutto, cosa importa.
Guardarci dentro e bastarci.