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La rivincita del turismo lacustre

Da Anna Maria Simonini @AMSimo
sirmione

Un migliaio di “siti”, tra grandi e piccolissimi, con diverse punte d’eccellenza paesaggistica note a livello internazionale: è l’estrema sintesi di quello che è, o potrebbe essere, il turismo incentrato sui laghi italiani. Per potenziarlo occorrono iniziative e momenti di confronto, come di recente è stata la Borsa Internazionale dei Laghi d’Italia, tenutasi a Brescia per mettere a contatto i tour operator internazionali con l’offerta ricettiva italiana. I numeri d’altronde parlano chiaro: i laghi attraggono ogni anno il 14 percento dei turisti stranieri che visitano l’Italia, una percentuale che aumenta se consideriamo i segmenti che tradizionalmente gravitano intorno al Lago di Garda, ossia il turismo tedesco e olandese (il 27 percento di chi viene dalla Germania e il 19 percento di chi proviene dall’Olanda lo fa per i laghi italiani).

Meno interessanti le cifre legate al turismo lacustre nazionale, probabilmente perché la “vacanza al lago” per gli italiani è un concetto troppo legato al turismo locale e ricorrente che ruota intorno ai principali laghi nazionali e quindi si sbilancia marcatamente verso Lombardia, Veneto e Lazio con destinazioni a corto raggio. Non aiuta poi che, come si sottolinea ormai di frequente per qualsiasi forma di turismo tematico in Italia, non esista un punto unico di contatto tra il turista nostrano che si muove senza tour operator e le informazioni più utili a effettuare una scelta turistica: ogni zona o regione si muove in autonomia e diventa difficile fare confronti. Eppure il turismo lacustre è uno dei pochi in crescita anche in questo periodo di contrazione della spesa e non sarebbe impossibile coniugarlo con il concetto di vacanza low-cost (secondo Style.it ad esempio anche sulle rinomate rive del Lago di Como, come indica questo articolo). Per gli appassionati del low-budget anche last-minute la scelta è in generale ampia e poi resta sempre valida l’opzione Groupon: con un po’ di ricerche potete scegliere soggiorni ad hoc anche in riva al lago e muovervi cercando uno squisito menù di pesce.

Già, perché anche il turismo enogastronomico può aiutare il segmento lacustre. O almeno, di sicuro può farlo più che in passato, perché il ritorno delle tradizioni gastronomiche rivisitate in chiave di alta qualità sta portando in questi mesi alla riscoperta della cucina basata sul pesce di lago. Non si può parlare di un fenomeno di massa, ovviamente, dato che una tradizione consolidata di cucina d’acqua dolce esiste prevalentemente nelle regioni del Nord, ma diverse iniziative hanno portato i consumatori a rivalutare le ricette “lacustri”. Abbiamo accennato ad alcune di tali iniziative, ad esempio in questo articolo che citava il sito Gustavo pesce di lago della Provincia di Como, che diffonde una buona mole di informazioni anche tecniche sul pesce d’acqua dolce. Tra le ultime idee interessanti, in ordine di tempo, vale la pena segnalare come in occasione del Festival della Biodiversità del Parco Nord, a Milano, alcuni ristoranti della zona abbiano presentato nei propri menu delle ricette a tema, incentrate proprio sul pesce di lago. Il persico e il missultin la facevano ovviamente da padroni, ma non c’era solo quello. E per alcuni è stata proprio una scoperta ex novo di un tipo di cucina, e per estensione di turismo, che forse gli italiani considerano ancora troppo poco “saporito”.


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