Da Monti a Casini, da Fini a Bocchino, dagli uomini della cosiddetta società civile a quelli togati della magistratura, fino al ritorno di Berlusconi e Bersani… è la solita minestra più o meno riscaldata, più o meno indigesta! L’offerta è varia, a volte avariata, ma con un minimo comun denominatore: la pochezza di uomini e idee, la latitanza ormai patologica del senso dello Stato per il perseguimento del bene comune, l’assenza fisiologica dell’etica e della buona politica, quella con la “P” maiuscola, s'intende! Ed ecco che, in un clima di depressione generale dell’economia italiana, dove i salari languono, le pensioni perdono potere d’acquisto, il debito pubblico sale a dismisura e le aziende chiudono di pari passo col tasso di disoccupazione giovanile, tutto sta ruotando intorno al Professore che “sale” in politica, come ha annunciato cinguettando su twitter, proprio sotto le feste di Natale, assieme al Papa. Le ideologie sono morte e sepolte e oggi più che mai si continua a credere che la risoluzione di tutti i mali non sia più un partito, un’idea, un programma, ma un “leader”! Eppure le condizioni del Paese non permettono più errori: non si può sbagliare nè il medico, nè la terapia!!! La personalizzazione della politica, come l’ideologia, dovrebbe essere anch’essa il passato. I problemi della gente comune e dell’economia reale delle famiglie e delle imprese italiane sono il presente. Le loro soluzioni il futuro. Ma il fenomeno "personalizzazione", la ricerca dell’uomo della provvidenza è inevitabile anche a questo giro di consultazioni elettorali, perché al carisma e al fascino del “super-eroe” gli italiani non ce la fanno proprio a resistere… e chi voterebbe mai il Signor Pinco Pallino impiegato del catasto, oppure la Signora Maria casalinga, mamma e moglie a tempo pieno? Il venir fuori di forti leadership (come anche l’amico Beppe Grillo) non si fermerà dunque, neanche stavolta. E così anche Berlusconi e Bersani sono stati alla bisogna riesumati, rianimati e rimessi in video, altro che rottamazione!!! Resta un solo rammarico, quello che ogni qual volta l’Italia prova a rinnovarsi, a cambiare, a rinascere c’è sempre qualcuno che tenta di riciclarsi e che ci riesce pure! In questi giorni di campagna elettorale sembra di sfogliare giornali di anni fa. Le stesse facce, gli stessi proclami, le stesse promesse! Il Professore e tutti i partiti che hanno appoggiato il suo governo tecnico promettono di fare domani, dopo le elezioni, quello che, se avessero realmente voluto, avrebbero potuto fare tranquillamente ieri, considerato la maggioranza bulgara che avevano in Parlamento. Se non lo hanno fatto è solo perché non volevano. Per questo motivo oggi l’Italia non ha bisogno di "loro", ma di un nuovo Rinascimento, di quel rinnovamento che le consenta di voltare pagina e di guardare al futuro con gli occhi della modernità, della democrazia, della libertà, della giustizia sociale, della solidarietà. Quando una classe dirigente trae la propria forza soltanto dallo “sfruttamento” delle persone più deboli spremendo fino alla morte chi non ne può più e non ha voce per difendersi, la sola via d’uscita è la Rivoluzione Civile. Quella Rivoluzione che nel segreto dell’urna mandi a casa un’intera classe dirigente corrotta, arrogante e incapace, e permetta al Paese di Rinascere.
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Da Monti a Casini, da Fini a Bocchino, dagli uomini della cosiddetta società civile a quelli togati della magistratura, fino al ritorno di Berlusconi e Bersani… è la solita minestra più o meno riscaldata, più o meno indigesta! L’offerta è varia, a volte avariata, ma con un minimo comun denominatore: la pochezza di uomini e idee, la latitanza ormai patologica del senso dello Stato per il perseguimento del bene comune, l’assenza fisiologica dell’etica e della buona politica, quella con la “P” maiuscola, s'intende! Ed ecco che, in un clima di depressione generale dell’economia italiana, dove i salari languono, le pensioni perdono potere d’acquisto, il debito pubblico sale a dismisura e le aziende chiudono di pari passo col tasso di disoccupazione giovanile, tutto sta ruotando intorno al Professore che “sale” in politica, come ha annunciato cinguettando su twitter, proprio sotto le feste di Natale, assieme al Papa. Le ideologie sono morte e sepolte e oggi più che mai si continua a credere che la risoluzione di tutti i mali non sia più un partito, un’idea, un programma, ma un “leader”! Eppure le condizioni del Paese non permettono più errori: non si può sbagliare nè il medico, nè la terapia!!! La personalizzazione della politica, come l’ideologia, dovrebbe essere anch’essa il passato. I problemi della gente comune e dell’economia reale delle famiglie e delle imprese italiane sono il presente. Le loro soluzioni il futuro. Ma il fenomeno "personalizzazione", la ricerca dell’uomo della provvidenza è inevitabile anche a questo giro di consultazioni elettorali, perché al carisma e al fascino del “super-eroe” gli italiani non ce la fanno proprio a resistere… e chi voterebbe mai il Signor Pinco Pallino impiegato del catasto, oppure la Signora Maria casalinga, mamma e moglie a tempo pieno? Il venir fuori di forti leadership (come anche l’amico Beppe Grillo) non si fermerà dunque, neanche stavolta. E così anche Berlusconi e Bersani sono stati alla bisogna riesumati, rianimati e rimessi in video, altro che rottamazione!!! Resta un solo rammarico, quello che ogni qual volta l’Italia prova a rinnovarsi, a cambiare, a rinascere c’è sempre qualcuno che tenta di riciclarsi e che ci riesce pure! In questi giorni di campagna elettorale sembra di sfogliare giornali di anni fa. Le stesse facce, gli stessi proclami, le stesse promesse! Il Professore e tutti i partiti che hanno appoggiato il suo governo tecnico promettono di fare domani, dopo le elezioni, quello che, se avessero realmente voluto, avrebbero potuto fare tranquillamente ieri, considerato la maggioranza bulgara che avevano in Parlamento. Se non lo hanno fatto è solo perché non volevano. Per questo motivo oggi l’Italia non ha bisogno di "loro", ma di un nuovo Rinascimento, di quel rinnovamento che le consenta di voltare pagina e di guardare al futuro con gli occhi della modernità, della democrazia, della libertà, della giustizia sociale, della solidarietà. Quando una classe dirigente trae la propria forza soltanto dallo “sfruttamento” delle persone più deboli spremendo fino alla morte chi non ne può più e non ha voce per difendersi, la sola via d’uscita è la Rivoluzione Civile. Quella Rivoluzione che nel segreto dell’urna mandi a casa un’intera classe dirigente corrotta, arrogante e incapace, e permetta al Paese di Rinascere.
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