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La rivoluzione (comunicativa) del "Movimento 5 Stelle"
Creato il 20 maggio 2014 da Giuseppe Avignone @gavignoneLa strategia è cambiata e molto altro cambierà da qui in avanti.
Dopo aver accusato la TV e soprattutto quelle trasmissioni politiche dedite allo scontro-confronto, il M5S ha deciso di concludere la sua campagna elettorale proprio con uno sprint finale via cavo e ha deciso di farlo non con i parlamentari del movimento – che già nelle ultime settimane sono apparsi più frequentemente sul grande schermo bypassando il codice di comportamento per gli eletti che invita ad “evitare la partecipazione ai talk show televisivi” - ma con i suoi due maggiori leader Grillo e Casaleggio.
Il leader silenzioso ha deciso di uscire allo scoperto di fronte alle domande di Lucia Annunziata con importanti novità rispetto alla comunicazione ufficiale del M5S: non proposte ad effetto, ma un discorso logico e fermo.
Ha parlato di vittoria certa alle prossime elezioni europee e questo non si differenzia rispetto a ciò che fanno i maggiori leader di partito in queste occasioni.
Ha proposto una ricetta operativa per un futuro Governo (con nomi che verranno presentati nel momento opportuno) senza parlare in specifico di proposte e questo non contrasta con la tipica propaganda elettorale, ma neppure con idee già comunque sbandierate negli ultimi due anni attraverso il canale preferito dal movimento e cioè il web.
Ha parlato con l'obiettivo unico di fornire agli italiani un’alternativa tangibile e concreta, soprattutto a coloro i quali rimangono estranei alle tecnicità della rete: è questa la novità più importante e cioè quella visibilità che i tanti simpatizzanti del movimento chiedono da tempo e che gli avversari attendono con ansia, nella speranza di tendere un trabocchetto e mettere un freno ad una crescita di consensi ormai costante.
Alle parole di Casaleggio seguirà la richiesta del M5S di sfruttare il tempo a disposizione per le tribune politiche utilizzando l'intero spazio per trasmettere in diretta la fase conclusiva della manifestazione di venerdì in piazza a Roma, in modo da rendere ancora più rumorosa la "chiamata alle armi" contro la cosiddetta "vecchia politica".
Tuttavia il "coup de théâtre" è arrivato dopo la decisione di Grillo di partecipare alla trasmissione “Porta a Porta” di un impacciato Vespa: un intervento non pacato come quello di Casaleggio ma meno urlato rispetto agli standard, la solita escalation inquisitoria tipica del comico genovese, proposte populistiche in relazione ad un programma ambizioso ma (purtroppo) irrealizzabile in un Paese come l'Italia e la riproposizione del cliché grillino relativo alle malsana politica nostrana.Indipendentemente dalla modalità di strategia comunicativa utilizzata, il salto di qualità del M5S è giunto non per caso, ma studiato a tavolino con la necessità di reperire voti tra gli indecisi, che potrebbero portare Grillo & Co. ad una vittoria inattesa fino a poco tempo fa.
Si tratta solo del rinnovo del Parlamento di Bruxelles ma segnerebbe, in caso di affermazione del M5S sul PD, un successo non senza conseguenze visto che rappresenterebbe una bocciatura nei confronti di Renzi e del suo operato, seppur ingiudicabile in così poco tempo.
Avrebbero poco senso le richieste di dimissioni del Presidente Napolitano, ma le urne diverrebbero una necessità di medio termine e comunque nei limiti dei tempi per l'approvazione della riforma elettorale.
Per capire se è ormai maturo un percorso di avvicinamento ad un esecutivo marchiato M5S dovremo aspettare ancora poco meno di una settimana, quando riusciremo a scoprire i vantaggi della conversione grillina dalla politica tecnologica verso quella catodica.
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