La Russia di Putin ha combinato un bel po’ di guai agli Occidentali nel 2014 dopo che loro hanno tentato di seppellire la storia della più grande nazione slava.
Kiev ha dato il nome alla Russia detta appunto Russia di Kiev di cui divenne capitale nell’882 d.C. Abbandonare per sempre le proprie radici diventa difficile da sopportare.
Infatti, oltre ai noti interessi economici, la guerra in Ucraina viene anche portata avanti dalle due repubbliche separatiste filo – russo di Lugansk e Donetsk per cercare di non abbandonare un pezzo della storia russa.
Ma probabilmente a tutto c’è un limite anche per i più duri e puri.
Con la storia non ci mangi nell’Età del Presentismo e purtroppo il bilancio economico della Russia del 2014 parla chiaro.
Il successo militare e politico della Crimea e la guerra per procura in Ucraina stanno segnando indelebilmente il futuro economico del Cremlino.
La parabola discendente è in parte dovuta alle sanzioni Occidentali che hanno agito da detonatore per le gravi mancanze strutturali dell’economia russa di cui possiamo identificarne tre.
La paradossale debolezza dello Stato russo che sebbene onnipresente nell’economia dal 2000 si è dimostrato sempre meno capace sia di esistere al di fuori della figura del suo attuale capo, sia di assicurare un ruolo imparziale.
La seconda è la concentrazione in mano a un’oligarchia delle risorse del paese nei settori energetico e finanziario che ha mantenuto, nel corso degli anni 2000, una forte influenza sull’apparato statale.
La terza mancanza strutturale è il sottosviluppo delle infrastrutture di collegamento sull’immenso territorio russo, che limita l’efficacia e la resilienza delle attività che vi si sviluppano.
Nel 2012 la Russia aderisce all’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) con l’obiettivo apertamente dichiarato dal suo Presidente Vladimir Putin di innalzare il paese al 20 posto della classifica Doing Business della Banca Mondiale.
Il 2014 ha decisamente ridimensionato le aspirazioni economiche russe. Dal 1 gennaio 2014 al 1 gennaio 2015 il rublo, la moneta nazionale, ha perso il 42% del suo valore contro dollaro USA. Il tracollo ha spazzato viail potere economico relativo acquisito dal 2009.
Ha fatto retrocedere la Russia, dalla decima alla sedicesima economia del mondo. L’inflazione, prevista al 5% per il 2014 è raddoppiata raggiungendo l’11,4%.
Le previsioni di crescita al 3,5% per il 2014 hanno ceduto il passo ad un tasso che nel migliore dei casi sarà pari allo zero per raggiungere la recessione nel 2015 (tra il -3% al -4,5%).
La Russia è alle porte coi sassi. Tradotto dal fiorentino all’italiano: Russia, il tempo stringe.
Paolo Uccello. La Battaglia tra Fiorentini e Senesi. Foto credit by dariodepasquale.wordpress.com