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La Russia dal "capitalismo degli amici" al capitalismo dell'amico Vladimir Putin

Creato il 07 febbraio 2013 da Matteo
Putin invece del mercato
Solo lui decide a chi, quanto e come
05.02.2013
L'anno scorso nell'economia mondiale si sono compiuti molti mega-affari: Facebook ha comprato Instagram per 1 miliardo di dollari, la Apple ha rinunciato a Googlemaps, la Cisco ha comprato la NDS per 5 miliardi e la Del la QuestSoftware per 2,4 miliardi di dollari.
Tutti questi affari sono uniti da una cosa: né Facebook, né Dell, né Cisco si sono consultati con il presidente Obama a proposito dell'affare. Guardiamo: come stanno le cose in Russia, come vanno da noi i maggiori affari e progetti?
TNK-BP [1]

E' indiscutibile, il maggior affare dello scorso anno è stato la notizia dell'acquisto da parte della Rosneft' [2] (guidata da Igor' Sečin) della TNK-BP, tra l'altro non solo di azionisti britannici, ma anche russi come Alfa [3] e Renova [4]. Il volume generale dell'affare è di 56 miliardi di dollari e tra l'altro BP avrà sia cash, sia azioni della Rosneft', ma Fridman [5], Veksel'berg [6] e Chan [7] riceveranno 28 miliardi di dollari cash. La Rosneft' ha già trovato i crediti, l'affare si farà. Non dubito che arbitro di questo affare sia Putin in persona.
Nornikel' [8]

Gli azionisti della Nornikel' – Vladimir Potanin e Oleg Deripaska – erano in lite dal 2008.Poiché il management della Nornikel' era controllato da Potanin, nelle condizioni di questa guerra la Nornikel' indirizzò i propri profitti non al pagamento dei dividendi (che avrebbero permesso a Deripaska impelagato nei debiti di pagare almeno delle percentuali dei crediti), ma al riacquisto di azioni, tra l'altro a un prezzo fortemente superiore a quello attuale di mercato (il prezzo medio di entrambi i buyback fu di 280 dollari ad azione, l'attuale di 160 dollari). Cioè di fatto Deripaska non ricevette soldi (non poteva vendere le sue azioni, erano ipotecate) e Potanin ricevette enormi quantità di soldi per la azioni (ben più dei dividendi), mantenne il controllo su di esse e con quelle votò contro Deripaska.
Per questo motivo Deripaska fece perfino causa a Potanin in tribunale a Londra. La prima udienza del processo avrebbe dovuto tenersi il 3 dicembre 2012. Ma Vladimir Putin non ama che gli oligarchi russi si facciano causa a Londra, poiché, come mostra l'esperienza, viene fuori troppa biancheria sporca.
Perciò il processo non ha avuto luogo e al suo posto alla vigilia è giunta una notizia sensazionale, che, essenzialmente, riporta al fatto che Putin ha designato Abramovič revisore della Nornikel'. 
Entrambe le parti in lotta hanno venduto docilmente ad Abramovič un piccolo pacchetto azionario (meno del 5%) e il diritto di votare fino al 20%. Le azioni quasi da tesoriere che hanno causato bruciore di stomaco a Deripaska sono state estinte, Stržalkovskij ha lasciato il posto di direttore generale e le parti hanno fissato un minimo di dividendi che permetterà a Deripaska di sistemare almeno i suoi debiti.
Un altro toccante dettaglio: Vladimir Stržalkovskij era stato designato capo della Nornikel' da Potanin nel corso della guerra perché aveva il proprio canale d'accesso a Putin. Quali altri meriti dirigenziali possedesse l'ex direttore di un'agenzia turistica di Piter [9] è difficile dire. Sul livello manageriale di Stržalkovskij nell'ambito minerario e finanziario tacerò. Ma farò solo un esempio – un esempio del suo livello nell'ambito dell'uso di quelle stesse risorse amministrative.
Fatto sta che sotto Stržalkovskij la Nornikel' ha preso a perdere i concorsi. Nella regione di Voronež ha perso il concorso per lo sfruttamento del giacimento di nichel a vantaggio della UGMK [10] di Iskander Machmudov e nello stesso Tajmyr [11], nel cuore stesso dei propri possedimenti, si è ingegnata di perdere il concorso per lo sfruttamento di quella che di fatto è una parte dei suoi principali giacimenti a vantaggio della "Russkaja platina" [12] di Zija Bažaeva.
Tra l'altro dopo la la sconfitta della Nornikel' a Voronež è sorto un potente movimento ecologico con lo slogan "Non permetteremo al sanguinoso regime putiniano di sfruttare il giacimento dello Elan' [13] e profanare la nostra ecologia". E' straordinario che per questo movimento al Cremlino non le abbiano date a Stržalkovskij. Niente affatto: lasciando la Nornikel' Stržalkovskij ha ricevuto un paracadute d'oro da record - 100 milioni di dollari. Forse per gli eccellenti successi dirigenziali sotto forma di concorsi persi e di lotta con un regime sanguinoso per l'ecologia?
In un modo o in un altro, d'ora in poi Deripaska non aspira più al controllo sulla Nornikel' – in cambio dei dividendi che gli permettono di coprire le percentuali dei debiti. La questione, certo, consiste in questo: di principio Deripaska manterrà il suo impero a credito? Sul mercato corre voce che abbia già sondato la possibilità di un acquisto di esso da parte dello stato – e arbitro, si capisce, qui sarà di nuovo Putin.
Miller, Timčenko e Sečin

La Gazprom sotto Putin ha sempre posseduto il monopolio dell'esportazione di gas. Adesso alla Gazprom sono comparsi potenti avversari. Sono la NovaTĖK [14] di Gennadij Timčenko, da cui l'estrazione cresce più rapidamente di quanto programmato (estrae già 57 miliardi di metri cubi di gas e verso il 2020 ne estrarrà 110) e la Rosneft' di Igor' Sečin, i cui reali successi sono ben più modesti, ma i cui piani sono enormi. (E' intenzionata ad aumentare l'estrazione di gas da 26 a 100 miliardi di metri cubi all'anno.)
Gli argomenti della Gazprom contro la demonopolizzazione dell'esportazione sono molto semplici: per la Gazprom già così non è facile concorrere con tutti questi cattivi europei, che per qualche motivo non vogliono comprare il gas della Gazprom a un prezzo assolutamente iniquo e costruiscono tutti quei terminal LNG e qui, a quanto risulta, avrà concorrenti come Timčenko e Sečin. Finora Nova TĖK e Rosneft' hanno ottenuto solo pari accesso alle condutture all'interno del paese, ma all'estero il monopolio della Gazprom regge ancora. Ma è notevole che questi non concorrono per il mercato, concorrono per la decisione di Putin.
Tel'man Ismailov

Il padrone del "Čerkizon" [15] Tel'man Ismailov era considerato una delle persone più ricche della Russia. Si dice che durante le perquisizioni al "Praga" [16] hanno tirato fuori dalla cassaforte brillanti a manciate e l'indispettito nipote di Tel'man poi si lamentò: "Non ho niente da regalare alla gente".
Nell'estate 2009 Putin si arrabbiò con Ismailov e in un attimo risultò che questi era un contrabbandiere incallito. Il motivo ufficiale della rabbia fu il lussuoso albergo "Mardan-Palace" costruito da Ismailov in Turchia (si dice che non molto tempo fa l'abbiano staccato dalla rete per mancato pagamento). Ma è più probabile che la rabbia di Putin fosse stata condizionata da un motivo profondamente personale. Cosa fosse successo là è difficile dire. Alcuni affermano che Tel'man si sarebbe permesso di minacciare un caro amico di Putin, altri che all'inaugurazione del "Mardan-Palace" ci fosse la moglie di Putin e che Tel'man si sarebbe permesso di registrare qualcosa su di lei là in un video. In un modo o in un altro, Ismailov fu dimostrativamente moltiplicato per zero, ma poi passò sotto il tetto di Kadyrov e sotto la protezione dell'onnipotente Ramzan Putin lo perdonò.
UVZ

Nel dicembre 2011 il capo della Uralvagonzavod (UVZ) [17] Viktor Cholmanskich promise a Putin di portare uomini degli Urali nella capitale e sistemare tutta la sporcizia "arancione" [18] là.
Questa promessa portò a stupefacenti e positivi mutamenti nella vita della Uralvagonzavod. In primo luogo il Ministero della Difesa dimenticò all'istante le proprie precedenti dichiarazioni sul fatto che non avrebbe comprato i carri armati della UVZ perché erano un vecchiume a un prezzo assurdo e all'improvviso si è formato un programma di acquisto di carri armati.
Ricordo che il direttore generale della UVZ è Oleg Sienko, ma il presidente del consiglio di amministrazione è Evgenij Školov, ex capo del dipartimento per la sicurezza economica del Ministero degli Interni licenziato al tempo in cui Medvedev lottava con corrotti e raider tra le fila del Ministero degli Interni. Dopo l'uscita di Medvedev Školov è diventata assistente di Putin e ha occupato il posto di presidente del consiglio di amministrazione della UVZ.
Così ecco: pare che Oleg Sienko e Evgenij Školov adesso costruiscano una piccola, ma piacevole holding. E l'aiuto di Cholmanskich, che è stato elevato a rappresentante plenipotenziario ed è passato da una chruščoba[19] a un palazzo qui, come capite da soli, non è superfluo.
In primo luogo, la UVZ attraverso la Rostechnologija [20] prende il controllo delle "Motovilichinskie zavody" [21]. In secondo luogo, sul mercato corre voce che proprio la squadra di Sienko possa stare dietro al management buyout della VSMPO-AVISMA [22], il maggiore produttore russo di titanio.
E a proposito. La gratitudine del bilancio statale per l'aiuto nella lotta alla rivoluzione "arancione" forse non si limiterà ai soli carri armati. La Uralvagonzavod (riderete) non produce solo carri armati, ma anche vagoni e al Ministero dell'Industria giace un progetto di lettera sulla sostituzione obbligatoria dell'invecchiato parco vagoni russo. Alle fabbriche russe il gas costa 130 dollari per mille metri cubi contro 80 dollari negli USA, l'energia elettrica tanto quanto in alcuni paesi d'Europa, ma i prezzi di alluminio, acciaio, rame, carbone – di tutto ciò che si trasporta con i vagoni – sono crollati catastroficamente sul mercato mondiale. L'industria russa lavora al minimo di redditività o in perdita; il rinnovamento forzato del parco vagoni causerà il corrispondente aumento delle tariffe e spingerà le fabbriche a un "meno" ancora maggiore – ma cosa sono queste spiacevoli minuzie in confronto alla semplice gratitudine umana per l'aiuto nella lotta alla rivoluzione "arancione"?
Arcadi Gaydamak

E forse completeremo la lista (incompleta) dei più importanti affari di quest'anno con una storia veramente aneddotica.
Il 9 gennaio 2013 allo stadio "Achmat-chadži Kadyrov" a Groznyj si poté osservare un'immagine stupenda: giocarono il Terek di Groznyj e il Beitar di Gerusalemme. I calciatori ebrei, bisogna dire, ebbero un po' di fifa prima del viaggio in Cecenia: la popolazione di là avrebbe picchiato i sionisti sul collo? Ma tutto andò al di là di ogni lode: i calciatori furono dichiarati ospiti personali di Ramzan Kadyrov, accarezzati e coperti di regali.
Cosa portò il Beitar a Groznyj?
Il proprietario del Beitar è l'uomo d'affari franco-russo-israeliano e conoscente di tutte le intelligence del mondo Arcadi Gaydamak. Gaydamak se ne andò dalla Russia in Israele nel 1973, ma presto si trasferì in Francia, dove aprì un ufficio di traduzioni e negli anni '80 si dispiegò in tutta la sua ampiezza, fornendo – secondo gli accusatori francesi – armi alle autorità dell'Angola insieme al figlio di Mitterrand.
Negli anni 2000 la Francia prese a indagare sull'attività di Gaydamak, cominciò ad avere difficoltà e quando il grato governo angolano accolse Gaydamak con la licenza per l'esportazione di diamanti, Gaydamak portò in Angola il re dei diamanti Lev Leviev, con cui gli aveva fatto fare conoscenza l'ex capo del Mossad. Ufficialmente di diamanti si occupava Leviev, ma segretamente Gaydamak e Leviev conclusero un accordo perché questo affare fosse 50 e 50.
Beh, poiché l'accordo era super-segreto, lo siglarono in un unico esemplare e lo dettero in custodia al rabbino capo di Russia Berl Lazar. In una grande busta.
Leviev, si capisce, non pagò un centesimo a Gaydamak. Gaydamak si gettò su Berl Lazar. "Busta? Quale busta?" – chiese Berl Lazar. Sì, c'era una busta, ma lui, Berl Lazar, l'aveva persa da tempo perché pensava che là non ci fosse nulla di importante.
Nel 2010 Gaydamak fece causa al tribunale di Londra e nel 2011 per qualche motivo andò in Angola, dove i Bastrykin [23] locali, guardandolo dolcemente negli occhi, gli raccomandarono di firmare una conciliazione con Leviev e promisero perfino che subito dopo la sigla Leviev avrebbe pagato qualche soldo, ma se non l'avesse firmato – beh, che dire… è l'Angola. Non è una qualche civile Cecenia. Gaydamak, si capisce, firmò. I soldi, si capisce, non li ottenne, e ai suoi avvocati londinesi si vergognò di parlare della conciliazione.
Ed ecco un quadro a olio: il giudice Geoffrey Vos riconosce che l'accordo ci fu (di ciò aveva testimoniato a Londra l'agente del Mossad Avi Dagan presente alla sua firma), ma qui presentano al giudice la conciliazione. E nell'estate dello scorso anno il giudice rigetta l'istanza di Gaydamak, riconoscendo la presenza di una conciliazione.
In breve: una settimana dopo la partita del Beitar con il Terek Gaydamak fece causa già in Israele – a Berl Lazar. Causa per danni per la negligenza di Berl Lazar, che avrebbe perso una busta che non avrebbe dovuto essere necessaria. E adesso capite perché il Beitar andò a Groznyj? Giusto! Se il Beitar avesse giocato a Groznyj, Kadyrov avrebbe chiesto a Putin di chiedere a Berl Lazar di ricordare cosa c'era nella busta.
Farei qualche altro esempio qui, ma l'idea è chiara: tutti i grandi (ma talvolta anche non molto) affari in Russia non si compiono per mezzo del mercato, ma per mezzo di Putin. Lui decide a chi, quando e come. Ciò, evidentemente, prende molto tempo. Molto altro tempo prendono la piscina, le gru siberiane, l'immersione in batiscafo, le ricerche di anfore e molti altri casi importanti. Per la Russia non resta proprio tempo.
Julija Latynina, "Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/politics/56590.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1] La partnership tra il colosso petrolifero britannico BP e la Tjumenskaja Neftjanaja Kompanija(Compagnia Petrolifera di Tjumen' – Tjumen' è una città della Siberia occidentale).
[2] Qualcosa come "Petrolio Russo".
[3] Una dei maggiori gruppi finanziari e industriali russi.
[4] Conglomerato russo dai molteplici interessi.
[5] Michail Maratovič Fridman, comproprietario della Alfa.
[6] Viktor Feliksovič Veksel'berg, proprietario della Renova.
[7] German Borisovič Chan, grande azionista della Alfa.
[8] Noril'skij Nikel'(Nichel di Noril'sk – Noril'sk è una città della Siberia settentrionale), grande produttore di nichel.
[9] Nome colloquiale di San Pietroburgo.
[10] Ural'sko Gorno-Metallurgičeskaja Kompanija(Compagnia Mineraria e Metallurgica degli Urali).
[11] Regione peninsulare della Siberia settentrionale.
[12] "Platino Russo".
[13] Fiume della parte settentrionale della regione di Voronež.
[14] TĖK sta per Toplivo-Ėnergetičeskij Kompleks(Complesso dell'Energia e dei Carburanti).
[15] Nome colloquiale del mercato Čerkizovskij (dal nome del villaggio di Čerkizovo, inglobato da Mosca) nella zona occidentale della capitale russa.
[16] Ristorante di lusso del centro di Mosca.
[17] "Fabbrica di Vagoni degli Urali", in realtà fabbrica di armamenti.
[18] L'arancione era il colore dell'opposizione al presidente ucraino filo-russo Janukovyč e per estensione è diventato il colore degli oppositori di Putin e dei regimi a lui favorevoli.
[19] I grandi e brutti edifici fatti costruire al tempo di Chruščëv vennero chiamati così mischiando il nome del libero e il termine truščoba, "baracca". Il corsivo è mio.
[20] "Tecnologia Russa".
[21] "Fabbriche di Motovilicha", fabbrica di armi. Motovilicha era un villaggio, ora inglobato nella città di Perm', ai piedi degli Urali.
[22] Compagnia formata dall'unione della VSMPO (VerchneSaldinskoe Metallurgičeskoe Proizvodstvennoe Ob''edinenie– Unione Produttiva Metallurgica di Verchnjaja Salda; Verchnjaja Salda, "Alta Salda", è una città sul fiume Salda ai piedi degli Urali) e della AVISMA (AVIacionnoe Special'nye MAterialy– Materiali Speciali per l'Aviazione).
[23] Aleksandr Ivanovič Bastrykin, capo della Commissione Inquirente russo, uno degli uomini che fanno andare la giustizia russa "come deve andare"...

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