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La Russia, l’Italia e il Mediterraneo in epoca di crisi: il Forum Italo-Russo alla Sapienza

Creato il 03 maggio 2012 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR
La Russia, l’Italia e il Mediterraneo in epoca di crisi: il Forum Italo-Russo alla Sapienza

Giovedì 26 aprile 2012, presso la Sala del Senato Accademico nel Palazzo del Rettorato dell’Università “Sapienza” di Roma, ha avuto luogo il Forum italo-russo Due sistemi a confronto per comuni strategie di progresso. L’iniziativa è stata promossa e sostenuta dal Centro di Studi Russi, sezione romana della fondazione Russkiy Mir di Mosca sotto la direzione della dott.ssa Natalia Fefelova, in collaborazione con il primo Ateneo romano e con l’Istituto EURISPES. A margine del seminario è stato siglato un accordo di cooperazione tra l’Istituto per l’Europa dell’Accademia delle Scienze della Federazione Russa e il CEMAS (Centro per la cooperazione con l’Eurasia, il Mediterraneo e l’Africa Subsahariana dell’Università “Sapienza”), diretto dal prof. Antonello Biagini, prorettore per la Cooperazione e i Rapporti Internazionali, che ha aperto i lavori del Forum. La stipula di tale accordo costituisce senz’altro un indicatore concreto della trasversalità con cui viene oggi recepita – nei circuiti accademici, imprenditoriali e diplomatici di entrambi i Paesi – la necessità di un potenziamento costante dell’interscambio bilaterale.

Un momento dei lavori del Forum

In rappresentanza della Federazione Russa è intervenuta una delegazione dell’Istituto per l’Europa: il direttore Nikolay Shmelëv, economista di fama internazionale e direttore della rivista Sovremennaja Evropa, organo ufficiale dell’Istituto; il vice-direttore Alexey Gromyko, rappresentante della Federazione al Consiglio NATO-Russia; Valentin e Sergey Fëdorov, specialisti russi rispettivamente della Germania e della Francia; Marina Kargalova, Consigliere Esperto per i problemi sociali per la Duma della Federazione Russa. Tra i relatori italiani figuravano (in rappresentanza dell’EURISPES) il presidente Gian Maria Fara ed il segretario generale Marco Ricceri; il direttore dell’Istituto per gli Affari Internazionali Ettore Greco; il prof. Giuseppe Sacco dell’Università di Roma Tre; il direttore del Centro per gli Studi Strategici Internazionali dell’Università di Firenze Umberto Gori. In qualità di presidente dell’Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG) è intervenuto il dott. Tiberio Graziani, direttore di Geopolitica, proponendo un’analisi delle potenzialità del rapporto fra Italia e Russia nel più ampio quadro di consolidamento del gruppo BRICS durante la fase attuale che, secondo la sua stessa definizione, può essere descritta come “la transizione uni-multipolare”.

Un momento del Forum

Tale prospettiva, che costituisce d’altronde l’approccio interpretativo del primo numero della rivista Geopoliticanumero monografico dedicato alla Federazione Russa – rappresenta idealmente l’anello di congiunzione fra i temi delle tre sessioni in cui sono stati divisi i lavori: “Russia e Italia, società in cambiamento”, “Politiche per l’Europa e il Mediterraneo” e “Processi di modernizzazione e prospettive di crescita”. A fronte della sottolineatura di singoli elementi d’analisi, emersi di volta in volta negli interventi di ciascun relatore, nel suo insieme la discussione ha manifestato infatti la condivisione di alcuni punti di fondo. Sia da parte russa che italiana ci si è soffermati ad esempio sulla critica verso quella che ormai è d’uso rappresentare come la deriva “tecnocratica” delle istituzioni europee, in risposta alla quale appare sempre più urgente la ricerca di fondamenti etico-politici comuni e di incentivi concreti per rilanciare l’economia reale. L’intensificazione dei legami con un partner importante quale la Federazione Russa rappresenta in questo senso un auspicio comune.

In primo piano Dario Citati, ricercatore IsAG. Alla sua sinistra, di spalle, il presidente Graziani

In primo piano Alexey Gromyko
Relativamente alle relazioni russo-italiane, è ormai noto che la cooperazione commerciale ha costituito sinora uno dei vettori di comunicazione privilegiati fra i due Paesi, talora supplendo ad un’intesa politica senz’altro più discontinua. Il rafforzamento ulteriore di questo tipo di legame, attraverso un sostegno sistematico agli investimenti reciproci, diviene pertanto un moltiplicatore di opportunità per il futuro prossimo anche per reagire alla crisi economica. Allo stesso tempo, le prospettive di partenariato tra Federazione Russa e Repubblica Italiana assumono un profilo ancora più strategico se lette in una chiave propriamente geopolitica. Nella misura in cui si riconosca la dovuta rilevanza agli spazi regionali che formano la massa continentale euro-afroasiatica, appare assolutamente pertinente conferire alla penisola italiana la funzione di perno nel Mar Mediterraneo. In virtù della sua collocazione geografica, l’Italia ha la possibilità non solo di fungere da spazio di mediazione fra i Paesi rivieraschi – raccordo longitudinale fra Nord Africa ed Europa – ma anche di rappresentare la sponda di un asse di collegamento orizzontale. La capacità di scongiurare le minacce di balcanizzazione del cosiddetto “Mediterraneo allargato” – ovvero la cerniera terracquea che attraverso il Mar Nero, la penisola anatolica ed il Mar Caspio estende l’area mediterranea sino all’Asia Centrale – è in quest’ottica l’imperativo geopolitico cui la Russia e l’Italia devono adempiere sia per dare alle relazioni bilaterali una prospettiva di lungo periodo, sia soprattutto per contribuire alla stabilizzazione dell’intera regione. D’altra parte, il crescente interesse da parte russa verso i destini del nostro Paese, anche in ragione della sua posizione strategica, è testimoniato dalla pubblicazione recente di un volume collettaneo dal titolo alquanto significativo: Na perekrëstke Sredizemnomor’ja: “Italj’anskij sapog” pered vyzovami XXI veka, pod. red. T. V. Zonovoj, Moskva 2011 (Al bivio del Mediterraneo: lo “Stivale” davanti alle sfide del XXI secolo). Presentato nel corso dei lavori del Forum, il volume raccoglie sedici contributi di autori russi e due di autori italiani (G. M. Melchionni e M. Ricceri), spaziando dalle questioni di politica interna al ruolo del Vaticano, dal commercio con la Russia all’evoluzione della diplomazia italiana, dalle ripercussioni della crisi economica all’immagine dell’Italia in Russia.


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