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La Russia punta sul turismo, niente visto per i soggiorni fino a 72 ore

Creato il 18 settembre 2013 da Alessandroronga @alexronga

La Russia punta sul turismo, niente visto per i soggiorni fino a 72 oreIl numero di turisti stranieri in Russia potrebbe aumentare dal 30 al 45 per cento una volta che sarà entrata in vigore la nuova legge sui visti turistici, che non saranno più necessari per soggiorni fino a 72 ore.  È stata già presentata dal governo alla Duma una prima bozza di legge, che in caso di approvazione consentirà l’adozione di un nuovo regime per i visti di transito negli aeroporti russi: ciò vuol dire che i cittadini stranieri in attesa di imbarcarsi sulle rispettive coincidenze aeree non saranno più obbligati a lunghe permanenze nelle aree di transito degli hub russi di Mosca e San Pietroburgo, ma potranno approfittare della sosta per un giro turistico o per un soggiorno di tre giorni. Un piccolo passo che è comunque già una grande spinta ad un turismo soffocato dagli elevati costi dei visti e dai lunghi tempi d’attesa che di fatto tengono clamorosamente fuori la Russia dai circuiti turistici internazionali: basti pensare che, nel 2012, su 47 milioni di stranieri che hanno varcato i confini russi solo 2 milioni e mezzo erano turisti.

Una fame di arte e cultura russa che Mosca intende finalmente cominciare a soddisfare, allettata anche dalle interessanti stime per l’industria alberghiera, il cui fatturato potrebbe aumentare fino a 5,5 miliardi di rubli (circa 130 milioni di euro) all’anno. Un risultato che potrebbe essere anche superiore a quello ottenuto dalla recente eliminazione del visto per i passeggeri delle navi crociera che approdano nei porti russi, San Pietroburgo in primis, non più costretti a una spesa extra per poter ammirare l’Hermitage e le belye nochi, le famose notti bianche dell’estate baltica.

Una riforma che non poteva più essere rinviata: sia per l’imminenza di eventi a grande attrattiva turistica come le Olimpiadi di Sochi e i Mondiali 2018, ma pure per la non eccellente condizione dell’economia russa, il cui Pil è in calo e la cui dipendenza dall’ export di materie prime energetica  rende sempre più necessaria una diversificazione produttiva.


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