La Russia ha firmato il secondo accordo sul gas con la Cina, per diminuire la propria dipendenza dall'Europa.
Con questo nuovo accordo, del valore di circa 400 miliardi di dollari, la Cina diventa il più grande cliente del paese di gas naturale. Questa mossa diminuisce drasticamente la dipendenza della Russia dai partner commerciali europei.
Gazprom e China National Petroleum hanno firmato l'accordo a meno di sei mesi di distanza dal loro primo affare ("La Russia conquista il mercato asiatico del gas"). Gazprom ha confermato che invierà 30 miliardi di metri cubi di gas all'anno in base al nuovo accordo.
Inoltre, il gasdotto Power of Siberia, il più grande progetto al mondo per le forniture di gas attraverso la via orientale, è a buon punto.
Con il nuovo contratto, la Cina riuscirà soddisfare circa un quinto del proprio fabbisogno di gas entro la fine del decennio.
Il nuovo asse energetico tra Mosca e Pechino avrà profondi impatti sul mercato internazionale. Già quando era stato annunciato il primo accordo, tutti concordavano nel pensare che avrebbe segnato un punto di riferimento per tutti i prezzi a livello mondiale.
Secondo Nomura Holdings, l'accordo è stato un buon affare per la Cina, ancora migliore del primo accordo di maggio, grazie alla debolezza dei prezzi del petrolio e grazie al fatto che i prezzi sono in rubli.
Sul mercato, i prezzi del gas naturale sono stati in costante aumento durante questo mese, ma l'annuncio ha portato immediatamente ad una discesa.
Naturalmente, l'accordo ha anche una valenza politica, in quanto è un chiaro segno la Russia sta prendendo il largo dalle sanzioni europee in seguito all'invasione dell'Ucraina.
Sta diventando sempre più evidente che la Russia non sta incontrando alcun problema a trovare altri consumatori per i suoi prodotti. Mosca punta a fornire alla Cina il gas attraverso la Siberia con il gasdotto Altai, la stessa strada attualmente utilizzata per le forniture dei paesi europei.
Secondo il Financial Times, tenendo conto della crescita delle forniture di gas lungo i gasdotti occidentali, i volumi complessivi di gas esportati in Cina potrebbero superare quelli delle forniture verso l'Europa nel medio termine.
Un'altro preoccupante campanello di allarme per i fabbisogni energetici dell'Europa.
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