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La sabbia sa di marzapane (quarta parte)

Da Villa Telesio
La sabbia sa di marzapane (quarta parte)

"Naked Lunch" (di David Cronenberg, 1991)

(leggi La sabbia sa di marzapane: 1,2,3)

Rodolfo Kandle aspettava fumando che venissero a prenderlo. Si era seduto nella poltrona del suo piccolo ufficio da amministratore, nel condominio del IV Settore. Il registratore di sogni taceva da quando quel figlio di puttana di Giulio Gheel era riuscito a fuggire. Nessuno sognava, adesso, proprio come voleva la Macchina: ma la fuga del giovane 27enne dimostrava il contrario. Kandle aveva fallito, su tutta la linea. Non sapeva cosa gli avrebbero fatto, giù al Tribunale Misto. Ma provava quasi una sorta di pace interiore, pensando alla vista che si godeva dall’aula Disbrigo Pratiche Umane.

Aveva assistito a un processo, da ragazzo: un povero commerciante accusato di vendere razioni di KTS (una droga poetica illegale, a Maldonian) si difendeva in dialetto dalle accuse di un androide dalle sembianze maschili di classe AVV. Ovviamente il vecchio venne condannato, tra l’indifferenza generale di quel mondo di mangiagatti opportunisti. Ma Kandle ricordava ancora il fiume giallo, e le colline che difendevano la caotica città dalle intemperie dell’oceano di Nullità TecnoFutili che giacevano dimenticate in discariche elettriche.

Fuori infuriava la battaglia tra gli androidi e i folli e teatrali abitanti del III Settore. Kandle sapeva che non appena Kimber04 e i suoi poliziotti fossero riusciti a sedare la rivolta, sarebbero venuti a prelevarlo maleducatamente per trascinarlo di fronte al suo destino. “L’educazione e il dialetto sono due cose che gli androidi non impareranno mai”, pensò sorridendo Kandle, rigirandosi in mano l’accendino con su scritto: “Maldonian Zoo”. La porta si aprì: il fiato caldo del mastino della formosa androide Kimber04 puntò dritto sull’amministratore di condominio.

Il registratore si attivò poco dopo. L’ufficio era ormai vuoto, grigio. Il piccolo marchingegno nero sputò: Sogno n.368505 (Registrato come di competenza dall’ufficio dell’amministratore di condominio Rodolfo Kandle, registrazione numero AUH/368505): Intermittente Noia Crescente Stanchezza Forte Continuo Dolore Singhiozzante Fame.

La signora B., 29 anni, da cinque abitante del IV Settore, aveva appena partorito.

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Giulio Gheel aveva visto quella massa imponente di persone avanzare verso il suo ex condominio, ma non ci aveva fatto caso. Pensava a fuggire, modificatore di particelle YZ in mano, verso le colline che delimitavano la città Stato. Non sapeva se sarebbe riuscito a sopravvivere, non sapeva in realtà nemmeno cosa ci fosse dietro quei pini polverosi. Gli umani avevano paura e circolavano troppe leggende su quel posto: addentrarsi fin lì rappresentava un reato per il quale era prevista l’esecuzione immediata. Ma era l’unica strada dove gli androidi non l’avrebbero seguito, timorosi e rispettosi com’erano di quelli che loro chiamavano “i Grandi Spiriti del Processo Evolutivo”. Gheel scalò con difficolta la collina fatta di fango e spazzatura umana, bottiglie di plastica, preservativi, scheletri di gatto, segni di recenti falò e vetro. Era conscio del rischio: la luce giallastra che esalava dal versante nord della collina era radioattiva, ma contava di superarla rapidamente per avviarsi lungo l’ignoto. La scena che gli si presentò davanti lo tramortì.

L’ignota (per gli umani) Nullità TecnoFutile non era altro che un immenso cimitero mobile di tecnologie secolari, immerse in un vortice continuo ed elettrico: Gheel sentì la terra sotto i suoi piedi sollevarsi e circondarlo, immergendolo in un tornado di terriccio sporco che lo costrinse a ripararsi gli occhi. Ma era tardi: egli stesso si ritrovò sospeso a mezz’aria, attraversato da centinaia di scosse dolorose, lanciato verso il centro del cimitero, dove venne ripetutamente e casualmente colpito da tecno-cianfrusaglie oblsolete. Si difese, ma si sentiva come paralitico; gridò: ma la voce si perse tra le lettere delle tastiere anni Novanta che lo circondavano; perse un braccio: strappato da un enorme pezzo di ferro arruginito, forse un tagliente macchinario di quelli che si usavano una volta nelle officine pubbliche aerospaziali; infine svenne, morendo elettrico e dissanguato.

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Kandle credette di sentire un grido, prima di chiudere gli occhi: il dito di un androide classe SOT penetrò dal naso al cervello. L’amministratore di condominio venne dichiarato “spento”. Le luci del Tribunale si accesero, mentre fuori infuriava un sole bianco.


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