Non si vede ad occhio nudo. Anche se si allargasse l’immagine, senza grande pretesa, si stenterebbe a crederci. Perché, a volte, in pozze di tenebre, di acqua stagnante, c’è sempre una santabarbara. Non i fuochi d’artificio che illuminano i cieli neri come carbone striato dall’arcobaleno. I giochi colorati nell’aria sarebbero cosa gradita. Ciò che fa avvelenare la semplicità è il fuoco dell’arroganza, quella che avvampa gli occhi e gonfia la gola. La stessa arroganza che alza la voce, ma che rifiuta la propria. Non si direbbe, eppure, molti si vestono a festa per mascherare la presunzione smoderata, la vera indole volgare, l’illuminato orgoglio che si accende come una santabarbara. Ebbene, gli arroganti escono sempre allo scoperto. Non perché lo vogliono, perché si sgonfiano da soli. Dovendo dare aria ai polmoni, fanno solo un gran botto. È un po’ come la stupidità. In alcuni casi, le storpiature della vita, la stupidità, intesa come qualità di chi ha scarsa intelligenza, rende famosi e disonora la persona. È anche vero che si resta sempre sbalorditi di fronte alla mente ottusa. Perché non ha limiti. L’ondata di arroganza, non conosce confini. Straripa dall’io di coloro che invece di parlare, ringhiano, muggiscono, urlano. Con la voce posseduta dal fuoco dell’arroganza sbraitano con furia solo pochezza, di tutto. Come appaiono? Ad occhio nudo, ai miei, cavalli da soma. Muli. E quando l’orizzonte comincia a ringhiare a denti stretti, la luce della santabarbara scopre anche la loro vera anima.