Se in questo blog parlassi della Sardegna che finisce sulle riviste patinate e sulle riviste di viaggi in cui i suoi mari cristallini vengono spacciati per i Caraibi, cadrei nel banale. Quella Sardegna è già abbastanza rinomata, e va bene: ma l'Isola che conosco io, e noi sardi in generale, è completa solo se si considera tutto quello che c'è dentro. La Sardegna che non conosci è prima di tutto molto antica: non l'hanno inventata gli sceicchi arabi, presidenti con le loro ville e le starlette a bordo piscina.
I primi veri abitanti dell'Isola hanno lasciato molti segni del loro passaggio, basta affinare l'occhio semplicemente quando si percorre la SS 131 da nord a sud. E poi magari prendere una deviazione quando arrivi in Marmilla e vedere da vicino questi mastodontici segni di passato: sono i nuraghes, quei coni di pietra scura che testimoniano il passato nuragico dell'Isola.
Sono solo pietre, mi ha detto una volta un amico che viene da lontano. Sí, ormai sono solo pietre, artisticamente accatastate una in cima all'altra, in forma conica e senza nessun collante fra loro, che raggiungevano altezze di circa 30 metri. Ah, e sono lì, ferme dove sono state posate e dove hanno assistito al nascere e morire di diverse civiltà, da giusto quei quattromila annetti.
A Barumini c'è un esempio magnifico di questo antichissimo passato dell'Isola: fra le colline della Marmilla si innalza Su Nuraxi, un nuraghe centrale e un "più recente" villaggio nuragico scoperto negli anni '50 del secolo scorso. Sono stata in questo posto diverse volte - per i bambini del Medio Campidano è una di quelle tappe fisse da gita scolastica. Ma mi piace sempre portarci qualcuno che è in visita sull'Isola e non ha mai visto da vicino un nuraghe. Ne tantomeno ci è mai entrato dentro.
Entrare dentro un nuraghe, dopo aver percorso un cammino sdrucciolevole stretto fra pareti di pietra e finalmente una ripida scaletta che ti porta nel cuore del mastio centrale, è emozionante. Stai percorrendo millenni di storia, architetture che sembrano immutate nel tempo ma in realtà hanno visto l'avvicendarsi di 2000 anni di popolazioni che li hanno vissuti, abitati, ri-arrangiati in base alle necessità del loro tempo. E ora invece siamo qui, a calpestare con scarponcini queste pietre ed ammirare il paesaggio della pianura dall'alto della torre.
La visita è obbligatoriamente guidata e dura all'incirca un'oretta - dipende da quanti visitatori arrivano sul posto e dai turni delle guide. Per godere veramente della visita, l'ideale è andare fuori stagione: meno gente, colori più forti,decisamente meno caldo. Vi assicuro che quando visitate il villaggio di Barumini in estate, quando su queste spianate senza fine batte il sole a picco, vorrete evitare la morte per abbrustolimento trasferendovi direttamente in una delle stanze del nuraghe.
Un altro motivo per cui mi piace andare a toccare con mano questo fangoso (almeno in inverno) retaggio nuragico , è che poi anche il palato avrà la sua parte. Caminetto accesso come a casa, musica soffusa, luce invernale che entra dalle vetrate, scorro con calma il menu de Sa Lolla. Stavolta ho scelto fregola sarda con zafferano e porri - un piatto vegetariano fotografato in queste stesse pagine in cui qualche mese fa parlavo di Sardegna carnivora - e brasato di capra al miele. Delizia.
Se in questo posto esistesse anche la sala pennichella per il dopo pranzo, potrei chiedere il cambio di residenza. In ogni caso Sa Lolla è anche un albergo, nel caso voleste passare qualche ora in più di fronte al fuoco e sollazzarvi di specialità sarde senza pensare a rimettervi in viaggio con la pancia piena.
✰·.··.·✰
Mi piace questo nuovo modo di vivere i miei soggiorni sull'Isola. Con calma, senza troppa programmazione, alzarmi la mattina e pensare dov'è che mi piacerebbe tornare? Che cosa non ho ancora visto dell'Isola?
E voi, siete mai stati dentro a un nuraghe?