Magazine Diario personale

Trent’anni e qualcosa + 1, un buon non compleanno

Da Giulia Calli @30anni_Giulia

Ero una patita delle date, una che le sapeva tutte. I compleanni degli ex-compagni del liceo, la data del primo bacio, quella della prima volta, gli anni suddivisi in epoche precise come nel curriculum, a ogni periodo il suo posto nel mondo. Ho una pila di agende, 13 o 14, che ho compilato incessantemente per altrettanti anni fino al 2013. Non erano esattamente un diario, ma più un enorme post-it di fatti ed eventi, del tipo dove sono stata oggi, cosa è successo, sono stata felice? Poi succede l'irreparabile, e le date iniziano a fare male. Avrei voluto non ricordarle più, ché magari un tempo erano state occasione di festeggiamenti, regali, grandi pranzi di famiglia e ora diventavano scatole vuote dopo un trasloco.

Ne è venuto di conseguenza che ho smesso di preoccuparmi di dimenticare. Perché in parte era quello che volevo, dimenticare. Negli ultimi anni le agende in cui riportavo la mia vita erano diventate un peso, soprattutto perché avrei dovuto scrivere sempre più spesso, nero su bianco, che non ero felice. E infatti non lo scrivevo, lo lasciavo intendere a me stessa ma senza usare le parole dirette. Mi prendevo in giro da sola, vedi un po' che furba. Così nemmeno le ho potute usare come prova, quelle agende e sfruttare l'antico buon proposito del "così tra qualche anno tornerò a leggere e ricorderò come mi sentivo". Ma non era il mio caso, perché quando non mi sentivo bene i miei racconti erano freddi elenchi di quotidianità, senza sentimenti spiegati. Nessuna prova.

Trent’anni e qualcosa + 1, un buon non compleanno

Più o meno due anni fa ho smesso con le agende e ho finalmente lasciato andare quella parte di me. Via le rigidità, sono diventata restia ad appuntarmi le date e ho iniziato a sfumare. Come quando si usa il filtro Instagram per sfumare i colori, renderli più caldi ma dandogli un tono vintage, smussare gli angoli. Costringere la mente a rilassarsi e a non concentrarsi sul calendario, sì oggi è mercoledì e mi basta sapere questo. Mi tengo a mente date utili, tipo quella del prossimo volo aereo, quella della prossima laurea di mio fratello, quella del concerto di Silvio Rodríguez. Date pratiche, prossime, senza sfarfallamenti nel tempo.

Non festeggio nemmeno più anniversari in ambito sentimentale, in primis. Ho messo una croce sulle ricorrenze annuali de "la prima volta in cui noi...". Basta con i ricordi di prime volte, ho deciso di ricordare quello che abbiamo fatto oggi insieme. Senza una data, solo come ci siamo sentiti, un'immagine ferma nel tempo che si affianca alle altre.

Va da se che ho iniziato a dimenticare pure i compleanni. La mente di solito me li riporta galleggianti in momenti inaspettati, di solito a fine giornata, e spesso riesco a mandare un messaggio di auguri in corner. Ma è solo un minimo effetto collaterale di una (altra) libertà ritrovata.

Tutto questo per dire che a fine febbraio è stato il primo compleanno di questo blog e se non fosse stato per un post di Erodaria (che festeggiava ieri il suo!) me ne sarei resa conto fra qualche settimana, forse.


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