Un emendamento con cui il parlamento (organo legislativo) delega al governo di riformulare una legge.
Peccato che quello che si è votato ieri sia solo una scatola vuota.
Datemi fiducia, sembra dire Renzi per bocca del suo ministro Poletti.
Dunque questo è quello che è successo: l'articolo 18 cmoe verrà mantenuto? Come verranno gestiti i contratti atipici? Quali nuovi diritti si daranno ai neo assunti? Come verrà gestito il demansionamento? Non lo sappiamo. Bisognerà aspettare i soliti decreti attuativi (e il passaggio alla Camera, dove nulla è scontato).
Dunque, trattandosi di una riforma così importante e delicata, chi è che ha fatto la sceneggiata?
Era dai tempi di Berlusconi che non sentivo parole così sprezzanti sull'oppozione, sui sindacati, sulla minoranza PD.
Non è un caso: la concezione degli organi intermenti dentro le istituzioni è la stessa. Un ostacolo per la propria gloria.
Renzi si aspettava il voto al Senato proprio durante l'improduttiva riunione a Milano con Merkel, Hollande e Van Rompuy.
Riunione dove non si è deciso niente.
Ma si sono elogiate le riforme "strutturali" basate sul niente.
Anche qui, chi ha fatto la sceneggiata?
Le dimissioni del senatore Tocci sono l'emblema di quello che è diventato il Partito Democratico: un partito del pensiero unico, il suo.
Quello delle riforme da sbandierare, dei tweets, del centralismo (poco) democratico, del patto del nazareno dove si lascia sotto il tappetto tutta la sporcizia.
A proposito delle belle parole di frau Merkel:
"Fiducia nell'Italia e nelle sue impressionanti riforme strutturali" [Repubblica 24/11/2011].
"Ogni Paese deve fare i propri compiti, l'Italia ha già compiuto un pezzo di strada" [Huffington post del 30 aprile 2013].
La prima era riferita a Monti, la seconda a Letta.
Non è che i complimenti del cancelliere tedesco portino proprio bene.