Secondo lungometraggio per la regista del film sorpresa presentato a Venezia 66, “Cosmonauta”.
Susanna Nicchiarelli, regista del film d’esordio vincitore della sezione “Controcampo” alla 66esima edizione del Festival di Venezia, “Cosmonauta”, torna al cinema viaggiando indietro nel tempo con “La scoperta dell’alba”, tratto dall’omonimo romanzo di Walter Veltroni. Tornare indietro nel tempo, quindi , per potere rimediare ad un errore e anche per curiosità, come ha spiegato la stessa regista in alcune interviste, è l’espediente usato per dare maggior respiro narrativo e particolarità alla storia, differenziandola dal romanzo. Un’operazione interessante con la quale la regista romana ha voluto presentare, come per “Cosmonauta”, un contesto storico reale: gli anni bui del terrorismo.
Siamo nel 1981 e Il professor Mario Tessandori viene freddato dai brigatisti nel cortile dell’Università dove insegna, davanti agli occhi dell’amico e collega Lucio Astengo, il quale viene eletto preside al posto di Tessandori ma scompare nel nulla pochi giorni dopo. Questo influenzerà la vita delle sue due figlie, Caterina (Margherità Buy) e Barbara( la stessa Susanna Nicchiarelli).
2011: le due donne hanno un complicato rapporto da gestire, come se le loro due vite non si fossero mai veramente realizzate. Ma il passato ritorna all’improvviso: il telefono della casa al mare, ormai non utilizzata più, è in grado di comunicare con il 1981, a pochi giorni dall’evento sconvolgente della vita della famiglia Astengo. Le risponde , infatti una voce femminile: è lei, da bambina , una settimana prima della scomparsa del papà.
Sembra voler calcare la strada fatalista la Nicchiarelli , che di certo si confronta con una tematica difficile, muovendosi su un terreno scivoloso e ambivalente qual è quello del terrorismo e le Brigate Rosse. Terreno solcato molte volte dai registi che hanno offerto disparate riflessioni, e alcuni termini di paragone sono pesanti da sostenere, se si pensa a film come “La prima linea” di Renato Di Maria, “La tragedia di un uomo ridicolo” di Bernardo Bertolucci, “Tre fratelli “ di Francesco Rosi, “Colpire al cuore” di Gianni Amelio, “Segreti segreti” di Giuseppe Bertolucci.
Il destino che da una seconda possibilità, attraverso la magia della macchina del tempo, rivelatore della verità che la storia aveva celato e rubato alle protagoniste del film. Pare essere proprio questo l’obiettivo romantico di questa seconda opera di Susanna Nicchiarelli.
Considerando poi la sua opera prima “Cosmonauta”, sicuramente la regista darà spazio ad una dimensione onirica, anche giocosa con spunti molto personali senza troppe divagazioni storiografiche.
E probabilmente emergerà anche un taglio psicologico alla storia attraverso lo shock infantile, il non comprendere quando si è bambini, l’essere frastornati e subire acriticamente la storia che penetra nelle coscienze individuali. Sarà superato quando ci si rimetterà di nuovo in contatto, da adulti consapevoli, con la propria parte più intima e lontana nel tempo? O anche lo stesso film risulterà irrisolto, in sospeso, da questo punto di vista?
“La scoperta dell’alba”, nelle sale italiane dal 10 gennaio .
di Annalina Grasso