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La scoperta delle galassie oscure

Creato il 17 novembre 2012 da Stukhtra

Furono i “mattoni” delle grandi galassie

di Guendalina Ligato

Una galassia oscura è un oggetto delle dimensioni di una galassia che ospita pochissime o nessuna stella e appunto per questo emette pochissima radiazione. Tenuta assieme dalla materia oscura, può anche contenere gas e polveri. A causa dell’assenza di stelle era stato impossibile, fino a oggi, osservare direttamente una galassia oscura. Ma ora…

…ora per la prima volta un team di astronomi ha usato il Very Large Telescope (VLT) e con una serie di lunghe esposizioni ha rivelato un debole bagliore emesso dall’idrogeno gassoso contenuto nelle galassie oscure e illuminato dalla radiazione ultravioletta di un quasar nei paraggi.

La scoperta delle galassie oscure

La regione del cielo attorno al quasar HE0109-3518. Il quasar è vicino al centro dell'immagine. La radiazione del quasar illumina le galassie oscure, aiutando gli astronomi a comprendere le fasi iniziali della formazione delle galassie. (Cortesia: ESO/Digitized Sky Survey 2)

Ma qual è la loro importanza? I ricercatori lo spiegano in un articolo intitolato “Detection of dark galaxies and circum-galactic filaments fluorescently by a quasar at z=2.4”, pubblicato sui “Monthly Notices of the Royal Astronomical Society”. Secondo Sebastiano Cantalupo, dell’Università della California a Santa Cruz, la loro grande importanza sta nel fatto che, durante la fase di formazione galattica, le galassie oscure procurano alle grandi galassie molto gas, accelerando così la loro formazione stellare. E’ per questa ragione che Cantalupo definisce questi particolari oggetti i “mattoni” delle attuali galassie luminose e ricche di oggetti stellari.

Le misurazioni effettuate hanno anche permesso di stimare alcuni parametri caratteristici delle galassie oscure: la massa del gas presente in esse generalmente è pari un miliardo di masse solari, mentre il tasso di formazione stellare è 100 volte inferiore ai valori tipici di altre galassie della stessa epoca della storia cosmica. “Pensiamo che il precursore della Via Lattea fosse una galassia più piccola brillante che si è fusa con le galassie oscure nelle vicinanze”, spiega Martin Haehnelt, dell’Università di Cambridge, in Inghilterra. In effetti si potrebbe cominciare a comprendere l’importanza delle galassie oscure ricostruendo proprio quello che è accaduto nella Via Lattea.

Simon Lilly, del Politecnico Federale di Zurigo, immagina che la stessa tecnica adoperata per osservare queste particolari galassie possa essere usata per indagare altri fenomeni dell’universo, come l’emissione di gas filamentosi nella “rete cosmica”.


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